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05/02/19

Prof Harvard dichiara : Navicella aliena potrebbe sfrecciare oltre l'orbita di Giove

Un illustre professore della Harvard University non si sta tirando indietro dalle sue affermazioni che un pezzo di tecnologia extraterrestre può sorvolare l'orbita di Giove in questo momento.
Avi Loeb, un eminente professore della Harvard University
Avi Loeb, un eminente professore della Harvard University, non si sta arrendendo alle sue affermazioni secondo cui un pezzo di tecnologia extraterrestre può sorvolare l'orbita di Giove in questo momento. (Università di Harvard)
Avi Loeb, uno dei migliori professori di astronomia al mondo, vantando decenni di cattedre di Ivy League e centinaia di lavori pubblicizzati in pubblicazioni di astronomia

02/02/19

La Seconda Superluna ci sarà martedì 19 febbraio

UN ALTRA spettacolare Superluna ravviverà presto i nostri cieli notturni a febbraio, solo un mese dopo l'eclissi lunare di Super Blood Wolf Moon.Quindi, quando gli astronomi possono aspettarsi di vedere il Supermoon di febbraio?

Il Supermoon sarà il secondo di una serie di tre Supermoon nel 2019.

14/01/19

Bennu : La NASA cattura l'immagine dell '"asteroide dell'apocalisse" che potrebbe colpire la Terra

Asteroide bennu

L'agenzia spaziale statunitense ha scattato l'immagine di Bennu a 500 metri di larghezza usando la sua navicella spaziale OSIRIS-Rex durante la sua orbita nello spazio.

La NASA ha avvisato che il gigantesco asteroide Bennu, catturato nell’incredibile immagine che vedrete di seguito, potrebbe rilasciare 80.000 volte l’energia rilasciata dalla bomba atomica di Hiroshima se entrasse in collisione con la Terra, mettendo

08/01/19

Gli astronomi scoprono Kepler-186f un pianeta molto simile alla Terra

Sistema solare,pianeta klepler

Kepler Il telescopio spaziale della NASA:

Ha scoperto un pianeta come la Terra attorno a una stella vicina all'interno della zona "Goldilocks planet", un termine usato per qualsiasi pianeta che si trova all'interno della zona abitabile (CHZ) della nostra galassia.

14/12/18

Nasa : oggetto filmato a prelevare energia dal sole "Sonda aliena"?

Ricordate il film Segnali dal futuro, in cui si dice che la NASA scopre un brillamento solare talmente potente da poter investire la Terra e distruggerla? Ebbene, un telescopio orbitante deputato a monitorare costantemente questo genere di attività esiste realmente; si chiama Solar and Heliospheric Observatory, SOHO.

13/12/18

"Pianeta X": gli astronomi stanno per localizzare il misterioso corpo celeste

I planetologi hanno ottenuto immagini dettagliate delle aree nello spazio da cui, da un punto di vista ipotetico, si trova il misterioso pianeta nono vagabondo del sistema solare.

05/12/18

La cometa di Natale grande come la Luna piena

A poco più di una settimana dal suo incontro ravvicinato con la Terra, la cometa di Natale 46P/Wirtanen comincia a dare spettacolo e, nonostante il suo nucleo abbia le dimensioni di appena un chilometro, la sua chioma gassosa appare come la Luna piena. 

19/11/18

Allen Hynek, l'astronomo che per primo ha classificato UFO "Incontri ravvicinati"

Quando il governo degli Stati Uniti ha sfruttato l'accademico per aiutare a studiare gli UFO, all'inizio era scettico. Ma non per molto.

Astrofisico della Northwestern University J. Allen Hynek, 1966.

È il settembre del 1947 e l'aviazione americana ha un problema. 
Un'ondata di notizie su oggetti misteriosi nei cieli ha il pubblico al limite e l'esercito è sconcertato. L'Air Force deve capire cosa sta succedendo e in fretta. Lancia un'indagine che chiama Project Sign.


16/11/18

Marte: l'atterraggio di InSight sarà trasmesso in diretta dalla NASA

Come è noto, l'atterraggio del lander della missione InSight, diretta su Marte, è previsto per il 26 novembre. 
La novità è che sarà possibile assistere all'evento in diretta: secondo quanto affermato ieri dall'agenzia spaziale statunitense,
l'atterraggio sarà trasmesso live sulla NASA Television, oltre che seguito sul sito e sulle piattaforme social dell'agenzia e ripreso da una serie di siti riportati in Fonte.
La missione, lanciata lo scorso 5 maggio, si focalizzerà sullo studio del sottosuolo marziano tramite l'invio di un lander sulla superficie, che cercherà di approfondire l'origine e l'evoluzione del pianeta valutandone attività sismica e geologica. Ad affiancarlo, due CubeSat ribattezzati Mars Cube One (MarCO) che, se tutto va come previsto, riceveranno informazioni da InSight durante l'ingresso nell'atmosfera e l'atterraggio.
I controllori di volo monitoreranno le varie fasi dalla base di controllo del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena, in California. L'evento è certamente rilevante: l'ultimo atterraggio marziano è avvenuto nel 2012, con il rover Curiosity. Per tutte le informazioni relative alla missione. Donate

19/09/17

Siamo soli nell’universo? Ricerca dimostra come gli alieni possono rilevare i transiti terrestri




Ad oggi, tuttavia, non sono stati scoperti pianeti abitabili da cui una civiltà potrebbe scorgere la Terra con il nostro attuale livello di tecnologia

Nel tentativo di scoprire come gli alieni possano riuscire a rilevare la Terra, entrandovi in contatto, gli scienziati hanno scoperto che almeno nove esopaneti sarebbero ideali per osservare i transiti del nostro mondo. Gli scienziati della Queen’s University di Belfast e l’Istituto Max Planck per la Ricerca sul sistema solare, in Germania, sono andati a caccia del pianeta alieno dal quale si è in grado di individuare la Terra.
I pianeti più grandi potrebbero naturalmente bloccare più luce mentre passano davanti alla loro stella“, ha dichiarato Robert Wells, uno studente di dottorato alla Queen’s University di Belfast. “Tuttavia il fattore più importante è, in realtà, quanto vicino il pianeta si trova alla sua stella madre – poiché i pianeti terrestri sono molto più vicini al Sole rispetto ai giganti gassosi e saranno i più probabili da rilevare in transito“, ha spiegato ancora Wells, anche autore dello studio pubblicato sulla rivista Monthly Notices della Royal Astronomical Society.
Per cercare mondi dove possibili civiltà potrebbero avere migliori chance di scoprire il nostro Sistema Solare, gli astronomi hanno esplorato parti del cielo dal quale si poteva vedere più di un pianeta, attraversando il “volto” del Sole. Hanno trovato che tre pianeti possono essere osservati da qualsiasi parte del sistema solare e che non tutte le combinazioni dei tre pianeti sono possibili. “Stiamo stimando che un osservatore posizionato in modo casuale abbia circa 1 chance su 40 di osservare almeno un pianeta“, ha dichiarato Katja Poppenhaeger, dell’Università di Queen’s di Belfast. 
Delle migliaia di esopaneti noti, il team scientifico ha identificato sessantacinque mondi. Di questi, gli alieni potrebbero vederne uno o più del nostro sistema solare tra quelli che transitano il Sole. Nove di questi pianeti sono ideali per osservare i transiti della Terra, anche se nessuno dei mondi è considerato abitabile.
Inoltre, il team ha stimato che ci dovrebbero essere circa dieci mondi non ancora scoperti, posizionati favorevolmente per rilevare la Terra e sono in grado di sostenere la vita come la conosciamo. Ad oggi, tuttavia, non sono stati scoperti pianeti abitabili da cui una civiltà potrebbe scorgere la Terra con il nostro attuale livello di tecnologia.

16/11/15

Siamo davvero soli nell'Universo? La ricerca ventennale della Nasa di un nuovo pianeta simile alla Terra (FOTO)



VIA LATTEA

Siamo soli nell'Universo? Ci sono altri pianeti come il nostro? Nei meandri più nascosti dello spazio è possibile trovare altre forme di vita? Queste le domande che affliggono l'uomo sin dall'alba dei tempi, quando per la prima volta alzò lo sguardo verso la volta celeste.

Il 2015 è un anno importante per la Nasa e per la ricerca di pianeti extrasolari, o esopianeti, perché si festeggia il 20esimo anniversario della scoperta del primo corpo celeste in orbita attorno a una stella simile al sole. Il nome del pianeta è 51 Pegasi B, la cinquantunesima stella, in ordine di brillantezza, nella costellazione di Pegaso. A scoprirlo due astronomi svizzeri, Michel Mayor e Didier Queloz, che decisero di fare l’annuncio nel corso di una conferenza a Firenze, il 6 ottobre 1995. La storia dello spazio, almeno quella conosciuta dal genere umano, subiva un ribaltamento epocale: il sistema solare non era più unico nell’Universo e questo rimetteva in discussione tutte le scoperte fatte fino ad allora.
Nasceva, così, una nuova branca dell’astronomia, che diede il via alla gara per la scoperta di nuovi sistemi planetari. La disciplina è in continua espansione e il tasso di crescita del numero dei pianeti extrasolari è sempre più accelerato: in 20 anni sono state effettuate 5608 scoperte, di cui 1904 presentano molti tratti in comune con la Terra.
La maggior parte delle scoperte è stata effettuata con Kepler, il telescopio spaziale della Nasa, ma, nel prossimo futuro, se ne aggiungeranno altre, grazie ai nuovi osservatori spaziali - tra cui il James Webb Space Telescope (JWST) e il Transit Exoplanet Survey Satellite (TESS) - che continueranno a studiare e a ricercare nuovi mondi.
La Nasa ci tiene particolarmente a questo progetto, tanto che ha creato Planet Quest, un sito che tiene aggiornati gli utenti sulle scoperte, anche minime, riguardanti altri pianeti. "Uno strumento - ha spiegato la stessa agenzia spaziale - che ci consente di entrare in una nuova era dell'astronomia, un'era in cui verranno finalmente fornite risposte a domande e dubbi che hanno migliaia di anni".
La scoperta di un pianeta abitabile "ridefinirebbe tutto quello che sappiamo dell'Universo e il posto che noi occupiamo in questo", hanno spiegato gli astronomi. Scoprire altre forme di vita su superfici di pianeti che non sono il nostro, poi, "rivoluzionerebbe la storia dell'umanità".

Le ricerche di questi anni stanno mostrando che sono piuttosto frequenti i pianeti “potenzialmente abitabili”. Allo stato attuale della ricerca, il candidato a migliore "sostituto" del nostro corpo celeste è Kepler 438-b, che, come affermato dagli esperti, potrebbe presentare "alcune delle caratteristiche tipiche di un pianeta come il nostro". L'unico problema è la distanza che ci separa dal "fratello" della Terra, circa 472 anni luce.
Oltre ad avere le dimensioni giuste - ha recentemente scritto Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano (IASF) - il pianeta che cerchiamo deve anche trovarsi nella zona di abitabilità della sua stella, non troppo vicino per evitare di andare arrosto, come succede a Venere, e non troppo lontano per evitare di congelare, come succede a Marte". La zona di abitabilità, quindi, è fondamentale per garantire la possibilità di avere acqua liquida in superficie, anche se solo una dei numerosi parametri da considerare. "Non dobbiamo dimenticare - ha sottolineato il direttore dell'IASF - che gli oceani terrestri sarebbero perennemente gelati se l’atmosfera, con il suo effetto serra, non contribuisse ad alzare la temperatura media sulla superficie terrestre".

Quindi Kepler 438-b e gli altri esopianeti scoperti sino a ora ospitano degli “alieni”? E' impossibile affermarlo, come altrettanto impossibile è negarlo. Con la tecnologia in nostro possesso, se pure ci fossero, sarebbe impresa ardua riuscire a comunicarci. "Ammesso anche che fossero loro a inviarci dei segnali, questi viaggerebbero - stando alle ipotesi degli esperti della Nasa - alla velocità della luce, quindi arriverebbero da noi fra più di 400 anni. Contando altri 400 anni per la nostra risposta, si capisce quanto sarebbe difficile comunicare con loro".

In 20 anni, sono stati scoperti pianeti di ogni tipo: gioviani caldi in orbite strette, mondi rocciosi di diamante e altri dove piove ferro. "Quello che tutti cercano - ha concluso il direttore Caraveo - è un sistema planetario simile al nostro sistema solare, con un numero ed una distribuzione di pianeti paragonabili a quello nel quale abitiamo. Ovviamente, il fine ultimo è la scoperta di una nuova Terra. Sappiamo che ci stiamo avvicinando, forse l’abbiamo già vista ma non siamo ancora in grado di riconoscerla".

14/10/15

La NASA e l’astronomo del Vaticano: “Prepariamoci alla scoperta degli Alieni”


Ci sono nella Storia (quella con la S maiuscola) dei momenti di passaggio fondamentali, delle fasi che segnano la svolta, delle epoche che cambiano il futuro dell’Umanità. Talvolta chi li vive si rende conto di essere all’inizio di una nuova era. Probabilmente è quello che sta accadendo alla nostra generazione, sul punto di scoprire- al di là di ogni ragionevole dubbio- l’esistenza di altre forme di vita nella galassia attorno a noi



Sembra davvero questione di tempo ormai e la scienza non vuole arrivare impreparata al grande giorno.

Ecco perché la NASA e la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti hanno riunito astronomi, storici, filosofi, fisici e teologi di tutto il mondo per un simposio dal tema significativo:”Prepararsi alla scoperta”. Ovviamente, degli altri esseri viventi del cosmo. Tra i punti del dibattito: valutare come dovremmo predisporci in vista dell’inevitabile individuazione di vita extraterrestre, sia essa in forma batterica oppure intelligente.
La NASA si prepara alla scoperta di vita aliena

“Stiamo considerando ogni possibilescenario in merito. Se si scoprono dei microorganismi, è un conto. Ma se si trovano creature intelligenti, è un altro. E secomunicano, è un altro ancora e in base a quello che ci dicono, se ne profila uno diverso!”, ha detto all’Huffington Post l’astrobiologo Steven J. Dick, ex della Nasa ed organizzatore di questa due-giorni diWashington.

“L’idea non è stare ad aspettare fino al giorno in cui arriveremo ad una scoperta, ma tentare di preparare il pubblico a tutte lepotenziali implicazioni in vista della scoperta.” Insomma, il punto non è se, ma quando ciò si verificherà. E anche l’ente spaziale americano ne è ben consapevole e vuole giocare d’anticipo. “Credo che a spingere la Nasa in questa direzione siano tutti i nuovi esopianeti individuati e i progressi dell’astrobiologia in generale. La gente considera molto probabile che troveremo qualcosa ed è un’opinione sostenuta anche dalla scienza: ad un certo momento, nel futuro, scopriremo la vita”, ha spiegato Dick.


L’astronomo del vaticano,
padre guy consolmagno
Tra gli esperti chiamati a confrontarsi su queste tematiche c’era anche l’ astronomo del Papa, Padre Guy Consolmagno, neopresidente del Vatican Observatory Foundation, noto per le sue affermazioni in merito alla possibilità di catechizzare anche gli Alieni. La sua frase “qualsiasi entità- non importa quanti tentacoli possa avere- possiede un’anima”  lo ha portato alla ribalta internazionale, insieme alla sua dichiarata disponibilità a somministrare il battesimo ad E.T.- ma solo su richiesta…

Al Simposio, il gesuita ha ribadito il concetto mentre al quotidiano online ha spiegato il suo approccio all’argomento. “Credo che la vita aliena esista, ma non ne ho le prove.  Ne sarei davvero entusiasta e renderebbe la comprensione della mia religione più profonda e ricca, in modo che ancora non so neppure immaginare, ed è per questo che sarebbe tanto esaltante”, ha affermato. “Essere un bravo scienziato significa ammettere che non possediamo tutta la verità, c’è sempre da imparare”. E a suo avviso, l’ annuncio epocale -non siamo soli nell’ Universo, anzi, siamo circondati da forme di vita…-  non scatenerebbe affatto il panico.

“Penso che in realtà ci sarebbero tre giorni di stupore, ma poi torneremmo a preoccuparci dei programmi Tv o delle follie che accadono a Washington. Perché l’umanità è fatta così. E la maggior parte delle persone sono come me: noi ce l’aspettiamo che là fuori ci sia qualcosa. E la nostra reazione sarebbe: wow, grazie al cielo, era ora…”

A rendere così sicuri gli scienziati che sia ormai partito il conto alla rovescia, sono i numeri-enormi, impressionanti- relativi alle stelle e ai sistemi planetari attorno a noi. Certo, sono solo stime perché nessuno sa con esattezza quante copie della Terra, dotate delle medesime caratteristiche adatte alla vita, esistano realmente, ma la statistica non è un’opinione e i potenziali mondi abitati sono davvero innumerevoli- proprio come diceva, quattro secoli fa, Giordano Bruno.

“I pianeti del genere, nella nostra galassia, sono decine di miliardi, senza parlare delle lune. E il numero delle galassie che siamo in grado di vedere è circa 100 miliardi”, ha affermato Seth Shostak, astronomo del SETI Institute. Solo nella parte di universo che noi riusciamo ad osservare, ci potrebbero essere 10 mila miliardi di stelle.


Solo nella via lattea potrebbero esistere
miliardi di gemelli della terra
“Sappiamo che la maggior parte ha dei pianeti, per il 70-80 per cento. Se tutti questi pianeti sono privi di vita e l’uomo è l’unica cosa interessante del cosmo, bè, allora è un miracolo. Sarebbe un’eccezione a livelli estremi. Un approccio più pragmatico è invece dire: no, l’uomo non è unmiracolo, è  solo uno dei tanti nell’elenco. Il punto di arrivo è ipotizzare che una stella su 5 possa avere un omologo della Terra. E questo significa un sacco di mondi abitabili. Anzi, il numero delle copie della Terra nella sola nostra galassia potrebbe essere nell’ordine di 50 miliardi.”

Quante potrebbero ospitare civiltà così evolute da possedere una tecnologia a noi ancora sconosciuta in grado di compiere viaggi interstellari? La scoperta della vita extraterrestre passerà anche dall’individuazione di un’ astronave in volo in un punto della galassia? Sarà il James Webb Space Telescope, in orbita dal 2018 per analizzare le atmosfere dei pianeti lontani, a trovare anche la prova dell’esistenza degli Ufo?

Domande che l’ Huffington Post ha rivolto a Steven J. Dick e alle quali l’astrobiologo non si è sottratto. Anzi, ha dato una risposta che dovrebbe far riflettere i tanti scettici ad oltranza che per principio ritengono l’argomento UFO una baggianata da non prendere neppure in considerazione. “Io cerco di tenere la mente aperta”, ha detto Dick. “ Il 90 e passa per cento di avvistamenti è spiegabile come fenomeni naturali. Il punto è cosa dobbiamo fare del restante 3 o 4 per cento. Secondo me, andrebbe ulteriormente studiato.

Per definizione, gli UFO sono qualcosa che non sappiamo cosa sia. Potrebbero essere fenomeni fisici, psichici o sociali che ignoriamo. Certo, è un bel salto concludere che siano extraterrestri, non ne vedo la dimostrazione. Non ho analizzato da vicino i dati per poter affermare che ci sia una forma di intelligenza dietro ad essi, ma ho visto abbastanza per sapere che ci sono delle realtà non spiegate che dovremmo osservare meglio e per il momento il governo degli Stati Uniti non lo sta facendo.”

14/04/15

PLEIADIANI



 Nell’ammasso delle Pleiadi esistono circa 50 sistemi stellari abitati e colonizzati dai Pleiadiani che si dividono principalmente in due grandi ceppi.

Il primo ceppo è di classico aspetto nordico, biondi e occhi chiari, derivato dagli Andromediani che a loro volta discendono dai Lyriani,  il secondo ceppo è simile alla nostra razza medio-orientale, molto scuri, derivato dallo stesso ceppo di Lyriani da cui sono poi discesi i Siriani.

Le Pleiadi che possiamo osservare oggi al telescopio, ci appaiono com’erano circa 400 anni fa, e le vediamo, comunque sempre sotto l’aspetto di terza Dimensione.

Per occuparci di come sono attualmente le Pleiadi bisogna innanzitutto dire che la vita è presente nelle dimensioni superiori alla 3°, e nella 4° in maniera specifica.

In queste dimensioni superiori le leggi dello spazio-tempo sono differenti, come anche molte altre leggi della nostra fisica.

In ogni sistema della Lega Stellare delle Pleiadi, che tra l’altro appartiene al Patto di Ferro stipulato con i Siriani ed i  Bellatrixiani, esiste più di un pianeta abitato o colonizzato. Per esempio: Evra, Lanusia, Pleias, Tedro, e molti altri.

La creazione delle città avviene sotto la superficie planetaria ed è in perfetto accordo con la natura, con l’anima del pianeta su cui la popolazione vive. Non vi è più alcun tipo di inquinamento perché nelle dimensioni superiori non si utilizza da molto tempo la tecnologia attuale, e molte azioni possono essere attuate con la semplice forza del pensiero.

Nessun essere vivente viene più sacrificato alla fame dell’uomo e la Verità assoluta data dalla piena consapevolezza dei Pleiadiani ha preso il posto delle nostre arcaiche religioni. L’architettura, la medicina, e ogni altra scienza che noi conosciamo sono molto differenti ed evolute.

Non si usano sistemi di pagamento in denaro, o di commercio, come sulla Terra: ognuno provvede equamente secondo le sue capacità evolutive al bene di tutti, essendo cosciente di essere Uno.

Ogni cittadino viene spinto a sviluppare appieno il proprio potenziale affinché possa aiutare meglio la Creazione e trovare la propria realizzazione nella felicità.


Di conseguenza, in caso di guerra, i Pleiadiani usano le armi più per difendersi che per attaccare, sebbene in passato siano stati uno fra i popoli più bellicosi delle galassia.

I Pleiadiani sono 22 milioni di anni più avanti di noi dal punto di vista spirituale/evolutivo, e circa 4,5 milioni di anni più avanti da quello di vista tecnologico.

Questa differenza è spiegata dal percorso evolutivo che le Pleiadi hanno compiuto, preferendo la crescita spirituale a quella tecnologica.

La Lega delle Pleiadi è governata da un Gran Consiglio di Maestri Pleiadiani, che a sua volta fa riferimento al Consiglio Supremo della Federazione Galattica.

Altri organi importanti di controllo sono l’Alto Comando della Milizia (La Flotta Pleiadiana è motivo di vanto, in senso positivo, per tutti i Pleiadiani), ed i vari  Sotto Consigli Planetari.  Da considerare che, nelle dimensioni superiori ogni persona riconosce la superiorità di un Maestro, ed accetta di buon grado di imparare sottostando alle sue decisione, che comunque non sono  mai mirate ad avvantaggiare un essere anziché un altro.

L’UNIONE DELLE DUE LEGHE PLEIADIANE

L’unione delle due leghe stellari delle Pleiadi è avvenuta circa 35.000 anni fa. Al tempo esistevano due “Imperi”: la Lega Stellare di Merope che comprendeva anche il sistema di Electra e la Lega stellare di Maya che comprendeva i sistemi stellari di Taygete e Sterope. I pleiadiani delle due Leghe Stellari erano di ceppo originario differente e provenivano rispettivamente da Andromeda e da Sirio. Quelli di Merope erano biondi con occhi chiari, mentre quelli di Maya avevano la pelle scura, simile ai Siriani. Un terzo ceppo, gli Annunaki, si distinse successivamente staccandosi dalla Lega Stellare di Merope. L’unione dei due ceppi e quindi delle due Leghe Stellari fu obbligatoriamente voluta e cercata già durante e subito dopo la guerra contro Sirio, per il possesso delle risorse di Gaia. I siriani vinsero la guerra riuscendo perfino a sferrare un attacco su Lanusia, capitale del vecchio impero di Merope, e costringendo i Pleiadiani alla resa. Questo accadde dai 40.000 ai 35.000 anni fa. Le due capitali cioè Lanusia su Merope e Tedro su Maya in seguito a questo attacco e alla crescente minaccia dei rettiliani, decisero di mettere da parte le loro antiche dispute, riconoscendosi parte di un unico popolo. Da allora e fino ad oggi, il grande Sole centrale delle Pleiadi nonché  la nuova capitale si trova su in pianeta nel sistema di Alcyone, un sistema con addirittura quattro soli.

Il sistema di Alcyone fu l’ultimo sistema ad essere colonizzato dai Pleiadiani, in poche parole i Pleiadiani di Alcyone vengono considerati “Il nuovo mondo” come per esempio gli Americani per gli Inglesi.

La guerraSirio-Pleiadiana caricò le Pleiadi di un amaro Karma da scontare, che attualmente i Pleiadiani stanno ancora vivendo. L’inizio della guerra fu infatti causato dall’iniziativa di un alto ufficiale delle flotta di Merope, il quale attaccò la capitale Siriana, il pianeta Nagal, decidendo di sua iniziativa che il tempo del negoziato con Sirio era finito. Ciò che ne scaturì fu una rapida ma violenta guerra, finché i Pleiadiani  rinunciarono al dominio sulla fiorenteAtlantide e alle sue preziosissime risorse. I Siriani vinta la guerra, popolarono Atlantide con la loro razza progenitrice Precetacea, originaria dalla Lyra.

Tuttavia esisteva ancora il terzo ceppo dei Pleiadiani, gli Annunaki che non avevano partecipato alla guerra, ma anzi si erano alleati alla Fratellanza Oscura di Orione. Essi costruirono la micidiale e invincibile Astronave/Pianeta Nibiru, e il loro capo Anu, venne considerato dal Consiglio Pleiadiano, un ribelle a tutti gli effetti .

05/04/15

La NASA rassicura: il James Webb Telescope partirà nel 2018


l progetto del James Webb Space Telescope (JWST), il telescopio spaziale diventato famoso per la lievitazione dei costi e i ripetuti ritardi, ora sta rispettando i limiti di tempo e di budget: lo hanno dichiarato i rappresentanti della NASA al Congresso degli Stati Uniti la settimana scorsa. Costato 8,8 miliardi di dollari, il JWST è uno degli osservatori astronomici più potenti e ambiziosi mai costruiti, e verrà lanciato regolarmente nel 2018, secondo John Grunsfeld, amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA.

La Northrop Grumman, principale contraente per la costruzione del telescopio, negli ultimi tempi ha dovuto combattere con problemi al criocongelatore, il dispositivo destinato a impedire al calore di interferire con la sensibile camera a infrarossi, che ha bisogno temperature molto basse per catturare la radiazione a lunghezze d'onda così ampie.

I problemi avevano fatto temere che l'osservatorio potesse avere ulteriori ritardi o, peggio, difetti di funzionamento, come accadde al suo predecessore, il telescopio spaziale Hubble, che all'inizio non funzionò correttamente e fu riparato dagli astronauti dello Shuttle.

A differenza di Hubble, però, il James Webb Telecope non è progettato per consentire interventi di manutenzione nello spazio. “Qualunque cosa mandiamo lassù deve funzionare al primo colpo”, ha detto il deputato repubblicano Frank Lucas in un'audizione del sottocomitato per lo spazio della Camera dei Rappresentanti.



La NASA rassicura: il James Webb Telescope partirà nel 2018
Una fase dei test sui segmenti esagonali che compongono il gigantesco specchio primario del James Webb Telescope (Cortesia NASA/MSFC/David Higginbotham/Emmett Given)
I responsabili del progetto hanno assicurato i deputati che i problemi del criocongelatore sono sotto controllo e che le difficoltà sono nell'ordine delle cose, dato che lo strumento dovrebbe operare a temperature molto più basse rispetto ai precedenti dispositivi di raffreddamento. “Le sfide di questo progetto sono ardue, molto più di quanto si potesse prevedere all'inizio, ma abbiamo fatto grandi progressi”, ha spiegato Jeffrey Grant, vicepresidente di settore e general manager dei sistemi spaziali della Northrop Grumman.

Il James Webb Telescope è progettato per guardare più lontano di quanto è mai stato fatto, osservando alcune delle stelle e galassie che si sono formate per prime nell'universo, circa 13 miliardi di anni fa. Prima del 2000, la NASA stimava che il costo del telescopio sarebbe stato di un miliardo di dollari, e che il lancio sarebbe avvenuto tra il 2007 e il 2011. Dopo ripetuti ritardi sulla tabella di marcia, il Congresso ha minacciato di cancellare del tutto il progetto, ma nel 2011 una revisione dei piani e della gestione l'ha salvato, fissando una nuova scadenza al 2018.

A soli tre anni dal lancio del JWST, che partirà a bordo di un razzo Ariane 5 dell'Agenzia spaziale europea dalla base di Kourou, nella Guyana Francese, la NASA ha previsto 10 mesi di margine nel programma per assorbire i ritardi senza modificare la data di lancio. È più tempo di quanto ne abbia la maggior parte dei progetti della NASA a questo stadio, ha spiegato Grunsfeld, ma non rimarrebbe comunque molto spazio per altri problemi come quello del criocongelatore.



La NASA rassicura: il James Webb Telescope partirà nel 2018
Rappresentazione artistica del James Webb Telescope in orbita, completamente dispiegato  (Cortesia NASA)
“Anche se 10 mesi sono ancora molto tempo e ben entro i limiti del programma, i motivi di preoccupazione rimangono”, ha spiegato Cristina Chaplain, del Government Accountability Office (GAO) degli Stati Uniti, che ha seguito i progressi del James Webb Telescope. “La maggior parte dei progetti spaziali incontra ostacoli imprevisti in questa fase”.

In definitiva, i manager della NASA non esitano a sostenere che il James Webb Telescope non subirà ulteriori ritardi. “Sono stati fatti progressi eccezionali”, ha detto Grunsfeld. “Ho fiducia che saremo pronti per lanciare questo ambizioso progetto nel 2018.”

Il lancio del telescopio libererà inoltre la più grossa fetta del budget della NASA - i fondi per lo sviluppo del James Webb Telescope - per gli anni successivi. I sostenitori di altri progetti hanno già messo gli occhi sul denaro, e i legislatori hanno chiesto alla NASA come intende suddividere il denaro.

“Con un budget complessivo invariato, una delle decisioni più importanti che devono prendere la NASA e il Congresso è in che modo riallocare, dopo il lancio, oltre 600 milioni di dollari all'anno”, ha spiegato il deputato repubblicano Steven Palazzo, presidente del sottocomitato per lo spazio, che si augura vengano distribuiti tra i vari programmi, in particolare nel campo delle scienze planetarie, che sono state sacrificate per convogliare fondi verso il James Webb Telescope.


  • Per il bene dei futuri progetti, oltre che del travagliato telescopio, legislatori e scienziati terranno le dita incrociate fino al 2018.

04/04/15

La NASA sta progettando per deviare un asteroide nel 2022 - per imparare a proteggere la Terra




Un esempio del pennacchio e cratere lasciato dalla sonda dardo della NASA dopo la brutta caduta in un asteroide -. Un test di tecnologie destinate ad aiutarci deviare asteroidi in futuro(ESA-Science Office)
Nel 2022, la NASA prevede di inviare una sonda si schianta contro un asteroide a più di 13.000 miglia all'ora a deviare fuori il suo corso.

Questo particolare asteroide non è una minaccia per noi. Ma la NASA sta cercando di capire come potrebbe difendere la Terra dagli asteroidi più in generale - in caso di un grande davvero andare la nostra strada in futuro.
Tutto questo fa parte di una missione di pianificazione congiunta della NASA con l'Agenzia spaziale europea denominato Asteroid Impact & Flessione Assessment (AIDA). Si inizierà con il lancio di un mestiere europea nel 2020 per studiare e mappare l'asteroide prima. ESA è entrato nella fase preliminare di progettazione di tale ricognizione iniziale all'inizio di questa settimana.
L'obiettivo è quello di sviluppare la tecnologia e l'esperienza che potrebbe essere necessario spostare un asteroide dalla sua orbita se mai scoperto una voce per la Terra. Può sembrare inverosimile, ma la verità è che gli asteroidi sono una potenzialmente grave minaccia - e missioni lungimiranti come questo potrebbe in teoria essere la differenza tra un disastro strettamente scongiurato e la catastrofe.

Il piano di crash in un asteroide


Nel 2020, l'Agenzia spaziale europea ha in programma di lanciare la sua missione asteroide, o AIM sonda. Sarà viaggiare a un asteroide chiamato Didimo , che orbitava da un relativamente piccolo (largo circa 550 metri) asteroide chiamato Didymoon.
Nel corso di un anno o giù di lì, AIM orbiterà Didymoon, mappando la sua superficie e la raccolta di dati sulla sua massa e la struttura complessiva. I piani attuali chiedono inoltre che per l'invio di un paio di piccoli satelliti per raccogliere più dati, così come un lander che atterrare su Didymoon stesso - diventare solo il quarto mestiere (se la corrente del Giappone missione Hayabusa-2 è un successo) a fare un atterraggio controllato su un asteroide.

missione asteroide

AIM sarebbe raccogliere dati sull'impatto DART. (ESA)
Poi, nel 2021, la NASA avrebbe lanciato un'altra sonda, chiamatodoppio Asteroid Test di rinvio , o DART. Quando arriva alla fine del 2022, la sonda 660-pound avrebbe schiantarsi Didymoon ad una velocità di oltre 13.000 chilometri orari, probabilmente creando un cratere e cambiando leggermente il percorso dell'orbita dell'asteroide. AIM avrebbe continuato a raccogliere dati su Didymoon, fornendo preziose informazioni sulla fisica di riorientare asteroidi nello spazio.

La NASA sta cercando di evitare una reazione a catena di asteroidi


sistema di asteroidi

Il sistema binario Didimo. (ESA-Science Office)
Nessuno di questi asteroidi rappresenta alcun rischio per la Terra (quando fanno un relativamente vicino passaggio alla Terra nel 2022, che sarà ancora oltre 6,8 milioni di chilometri). Ma gli scienziati li hanno scelto per questa missione perché sono un sistema binario - una coppia di rocce che orbitano l'un l'altro. E che limiterà i potenziali effetti collaterali negativi.
Ciò significa che se DART altera l'orbita di Didymoon, l'orbita del più ampio Didimo sarà in gran parte compensare esso. Sebbene Didymoon stessa viaggerà in una nuova orbita, il sistema complessivo (cioè, la coppia) continuerà ad orbitare intorno al sole tanto come prima. Quindi c'è poco rischio di nuovo il percorso di uno dei due asteroidi facendolo collidere con altri asteroidi, potenzialmente innescando una reazione a catena che potrebbe mettere in pericolo la Terra.
L'intera missione è ancora in fase di pianificazione primi, così come per tutte le missioni spaziali finanziati dal governo, non è garantito per accadere. Ma entrambe le sonde sono relativamente a buon mercato: AIM è proiettata a costare circa 194 milioni dollari e DART $ 150 milioni. La missione sopravvissuto a un recente abbattimento dei progetti scientifici dell'ESA , e in questo momento, sembra probabile procedere.

Questo scontro potrebbe aiutarci a scongiurare disastri futuri


Questa non sarà la prima volta che un veicolo spaziale era volutamente schiantato contro una roccia in orbita: nel 2005, della NASA la sonda Deep Impact si scontrò con una cometa, per gettare i detriti per aiutare gli scienziati a capire meglio il suo interno.
Ma AIDA sarebbe la prima volta che una tale collisione è stata condotta esclusivamente per aiutarci a capire come muoversi asteroidi intorno nello spazio. La ricchezza dei dati raccolti da AIM, prima e dopo la collisione avrebbe permesso agli scienziati di costruire modelli di miglioramento come asteroidi rispondono a tali impatti.
Questo potrebbe essere un giorno estremamente utile, perché se abbiamo rilevato un grosso asteroide diretto verso la Terra, il modo più semplice per evitare il disastro sarebbe quello di spingere leggermente fuori del nostro modo.
"La quantità di moto avresti bisogno di trasferire ad un asteroide di cambiare la sua traiettoria leggermente - per evitare un impatto futuro - è davvero molto piccolo", il fisico ed ex astronauta della NASA Ed Lu, che ora dirige una organizzazione che cerca di proteggere la Terra dagli asteroidi, mi ha detto in una recente intervista . "E 'un paio di millimetri al secondo. Ciò significa che è possibile eseguire in esso con un piccolo veicolo spaziale."

Abbiamo ancora bisogno di trovare tutti gli asteroidi pericolosi là fuori


tungsuka

Alberi abbattuti dalla asteroide che esplose sopra la Siberia nel 1908. (Sovfoto / UIG via Getty Images)
Anche se facciamo sviluppare la tecnologia per deviare asteroidi, questo non è ancora sufficiente. Avremmo anche bisogno di individuare un asteroide pericoloso con sufficiente anticipo per lanciare una missione. E in questo momento, non c'è alcuna certezza che saremo sempre in grado di farlo.
Gli scienziati hanno individuato oltre il 90 per cento delle grandi o più grandi a livello km asteroidi vicini alla Terra in grado di causare una catastrofe globale, e nessuno di loro , per fortuna, sono sulla buona strada per colpire noi. Ma asteroidi di medie dimensioni ha colpito la Terra molto più regolarmente (una volta ogni qualche secolo o giù di lì) e possono causare danni significativi, e abbiamo ancora solo macchiato una piccola percentuale di essi. Un esempio terrificante è l' evento di Tunguska : un 30- a 60 metri di larghezza asteroide che esplose in un angolo remoto della Siberia nel 1908, l'esecuzione di una quantità di energia mille volte superiore a quella della bomba atomica di Hiroshima e abbattendo circa 80 milioni di alberi .

carta del rischio di asteroidi

NASA Ufficio di Ispettore Generale )
Nel 2005, il Congresso assegnato NASA il compito di individuare il 90 per cento di tutti gli asteroidi vicini alla Terra a livello maggiore di 140 metri entro il 2020, ma una relazione dello scorso anno ha stabilito che abbiamo trovato solo il 10 per cento . Il rapporto ha accusato una mancanza di coordinamento e di struttura organizzativa, non finanziando i problemi, per il difetto.
Ma c'è anche un problema di hardware: i telescopi attualmente utilizzati per individuare asteroidi sono sulla Terra, ma il modo migliore per vedere quelle più piccole è quello di utilizzare telescopi nello spazio, perché non hanno a che fare con interferenze da l'atmosfera e la luce abbagliante del sole .

sentinella

Una rappresentazione del Sentinel telescopio proposto. (B612 Foundation)
La NASA ha proposto di lanciare uno di questi, chiamato NEOCam , e l'organizzazione di Ed Lu (chiamata Fondazione B612 ) sta alzando 450.000.000 $ per una missione complementare, chiamato Sentinel, che sorvegliare una zona diversa del cielo.
OROLOGIO: 'Come possiamo atterrato su una cometa 300,000 mila miglia di distanza'


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