Il mese scorso, i residenti di Manitoulin Island, in Canada, hanno goduto di un tramonto mozzafiato, ma una canadese di nome Christine McNaughton ha visto qualcosa di straordinario e ha deciso di scattare qualche foto. Nelle immagini si vede il sole circondato da quattro anelli rossi, mentre si illumina il cielo di tutta l'area.
Dato che era qualcosa che non aveva mai visto prima, decise di
Abbiamo tutti avuto almeno una volta nella vita, la sensazione di sapere che qualcosa sarebbe successo prima che accadesse. Li chiamiamo sentimenti viscerali o un sesto senso. La Spiritual Science Research Foundation descrive il sesto senso come la capacità di percepire la dimensione sottile o il regno spirituale.
Non importa se sei un amante della fantascienza o una persona con una mente logica e razionale, la possibilità di viaggiare nel tempo ha sempre affascinato tutti.
I fisici russi rilevano l'inizio di un inverno solare "impossibile" di difficile durata da determinare. I fisici dell'Accademia Russa delle Scienze hanno osservato un calo record nell'attività del Sole che è durato diverse settimane e parlano già dell'arrivo di un "inverno solare".
Gli scienziati statunitensi hanno scoperto l'esclusivo asteroide AQ3 2019, che orbita molto vicino al Sole, completando la sua traduzione in soli 165 giorni. La sua strana orbita rende i planetologi alla ricerca di altri oggetti simili, secondo quanto riportato dal sito web del progetto ZTF.
Qualcosa non è giusto nell'universo. Almeno sulla base di tutto ciò che i fisici conoscono fin'ora. Le stelle, le galassie, i buchi neri e tutti gli altri oggetti celesti si allontanano a vicenda sempre più velocemente nel tempo.Misurazioni passate nel nostro vicinato locale dell'universo scoprono che l'universo sta esplodendo verso l'esterno più velocemente di quanto non fosse all'inizio.
Tra il 1952 e il 1969, l'US Air Force condusse una serie di studi sugli avvistamenti UFO chiamati Project Blue Book. Non solo c'è una nuova serie di History Channelsul programma, quest'anno segna anche il 50 ° anniversario della conclusione del progetto. Conosci meglio il programma segreto.
Lasciando da parte i profeti o i visionari che hanno predetto l'apocalisse, gli scienziati ritengono che i tempi finali possano accadere in qualsiasi momento.
La nostra atmosfera, la vicinanza al Sole e innumerevoli altre coincidenze non solo consentono agli esseri viventi di sopravvivere e evolversi, ma di prosperare.
I dati sono allarmanti, il campo magnetico terrestre sembra drasticamente ridotto. 10% negli ultimi 160 anni, ma ora hanno anche localizzato il punto esatto in cui c'è uno strano disturbo nel nucleo.Siamo sull'orlo di una inversione polare.
Scopri tutto su Apophis: Apophis (nome astronomico 99942 Apophis, in precedenza catalogato come 2004 MN4) è un asteroide che ha causato un breve periodo di preoccupazione nel dicembre 2004 a causa osservazioni iniziali indicavano una piccola probabilità (+ 2,7%), che potrebbe colpire la Terra nel 2029. note aggiuntive migliorate previsioni e ha eliminato la possibilità di un impatto sulla Terra o sulla Luna nel 2029.
Una nuova fessura fu aperta sul vulcano siciliano Etna, la prima per oltre un decennio. L'eruzione del "fianco sudorientale" avvenne a mezzogiorno della vigilia di Natale durante una fase di attività sismica anormalmente alta, che costrinse gli aeroporti a chiudere e provocò oltre 300 terremoti. La lava e la cenere lasciarono la fessura che si apriva vicino al cratere a sud-est dell'Etna, e erano visibili a miglia di distanza.
Per anni, gli scienziati che studiano i tratti superiori dell'atmosfera si sono rivolti a una struttura remota dell'Alaska conosciuta come il programma di ricerca ad alta frequenza Aurora Aurora (HAARP) per informazioni.
Una recente tempesta di grandine a Sydney, in Australia, ha portato il cielo a diventare verde.
Le foto sono state pubblicate online dalla tempesta, che ha mostrato un cielo con un tono verde spaventoso.Le immagini hanno scatenato un dibattito sul motivo del bagliore verde.
Alcune informazioni sorprendenti sul grande collisore di Hadron costruito in Svizzera. Una persona che lavora per Large Hadron Collider è stata in contatto con me su alcune attività molto strane che stanno accadendo dentro e vicino alla tua struttura. Il grande collisore di Hadron era considerato l'apice del successo da parte di autorevoli riviste scientifiche. Il costo del progetto è stimato in circa $ 13,25 miliardi. È l'acceleratore di particelle più grande e potente al mondo.
Il 30 novembre un forte terremoto di magnitudo 7 ha colpito Anchorage, la più grande città dell'Alaska con una popolazione di quasi 300.000 abitanti. Come spiegato dal sindaco di Anchorage Ethan Berkowitz, la sua intensità è stata superata solo dal terremoto di magnitudo 9,2 del 1964,
All'inizio di novembre, strane vibrazioni sismiche sono state registrate nell'Oceano Indiano, ma gli scienziati non riescono a capire cosa le abbia provocate.
Gli scienziati hanno creato un nuovo e ingegnoso modo di combattere il riscaldamento globale: usare prodotti chimici per spegnere il sole.Se dobbiamo combattere (e fare tutto il resto) all'ombra, la ricerca non è molto chiara.
Poiché il mondo sembra incapace di trovare un accordo sulla riduzione delle emissioni di CO2, perché non affrontare il
Gli appassionati di fantascienza potrebbero non essere molto contenti delle recenti dichiarazioni di alcuni astrofisici.
Nei giorni scorsi è emerso uno studio di due ricercatori dell'Università di Harvard secondo cuiOumuamua, strano corpo spaziale a forma di sigaro proveniente da oltre il sistema solare, sarebbe potuto essere un vela solare indirizzata verso le "nostre parti" alla ricerca di vita. A giustificare la teoria vi era un'inspiegabile accelerazione nella velocità di Oumuamua, forse dovuta alle radiazioni solari. Ciò avrebbe portato gli studiosi a ipotizzare la vera natura dell'oggetto: una vela solare aliena.
Altri esperti di astronomia, tuttavia, non sposano questa idea. Alan Fitzsimmons, astrofisico presso la Queens University di Belfast, dichiarazioni
Come la maggior parte degli scienziati, mi piacerebbe che ci fossero prove evidenti della vita aliena, ma non è questo il caso. È già stato dimostrato che le caratteristiche dell'oggetto osservate sono coerenti a quelle di una cometa proveniente da un altro sistema stellare. Oltretutto, alcuni argomenti di questo studio si basano su numeri con grandi incertezze.
Anche Katie Mack, nota astrofisica del North Carolina, ha screditato la teoria sugli alieni:
Dovreste capire che gli scienziati sono estremamente felici di pubblicare un'idea stravagante se hanno anche la più minima percentuale di possibilità di non sbagliare.
Uno degli autori, Avi Loeb, difende il suo (fantascientifico) studio dicendo che non si potrà mai sapere la verità su Oumuamua senza ulteriori dati. Un briciolo di speranza, insomma, per tutti coloro che sono già entrati in modalità "We want to believe"
Chi di noi non ha pianto vedendo E.T. di Spielberg? Bè, dimenticate l’adorabile extraterrestre con gli occhioni azzurri, il collo telescopico e la punta del dito luminosa. Perché, dice uno studio di tre zoologi di Oxford, non è affatto detto che il modo migliore (o comunque l’unico) per immaginare una forma di vita aliena sia quello di fare delle predizioni basate sull’osservazione di quanto accade sulla Terra.Ma gli alieni hanno gli occhi?
Nella nostra galassia ci sono 100 miliardi di pianeti. Nel 20 per cento dei casi si presume che essi si collochino in una zona dello spazio capace di produrre una biosfera. Anche nel caso in cui solo lo 0,001 per cento di essi avesse sviluppato una qualche forma di vita, vorrebbe dire che ci sono 200 mila pianeti abitabili nella nostra Galassia. Recentemente in America e in Europa si stanno facendo investimenti di centinaia di milioni di dollari per cercare di immaginare come potrebbe essere un’ipotetica forma di vita aliena. Ma il solo esempio che i ricercatori hanno a disposizione è la Terra. Partendo da quanto è accaduto sul nostro pianeta, si fanno delle previsioni statistiche sul grado di probabilità che gli stessi fenomeni siano accaduti altrove. Per esempio, siccome la maggior parte degli animali dispone di occhi, immaginiamo che anche gli extra-terrestri debbano averli. E siccome il carbonio è un elemento fondamentale della materia vivente (in un uomo che pesa 70 chili sono presenti circa 14 kg di carbonio) ipotizziamo che anche le forme di vita aliena siano a base di carbonio. Ma chi l’ha detto - dicono gli autori dello studio - che invece non siano fatti di silicone e senza occhi?
Elementare Watson, elementare
Moderni Sherlock Holmes, i tre ricercatori di Oxford, invece di applicare il calcolo statistico, hanno scelto di servirsi del metodo deduttivo. Sono partiti da un’assunzione: che qualunque forma di vita possa essersi sviluppata nello spazio debba aver subito una selezione naturale come quella teorizzata dall’evoluzionismo darwiniano. Perché? Perché, a meno che non ci si affidi alla teoria del disegno intelligente, il meccanismo di selezione naturale è il solo che permetta di spiegare la vita, ovvero l’esistenza di organismi che hanno lo scopo apparente di riprodurre se stessi. I ricercatori oxoniensi fanno l’esempio della giraffa. All’inizio vi erano esemplari con il collo di diverse lunghezze, ma quelli col collo più lungo, potendo arrivare a a mangiare anche le foglie dei rami più alti, avevano più chance di sopravvivere e quindi più tempo per riprodursi. Di conseguenza gradualmente la popolazione delle giraffe finì per essere dominata da esemplari con il collo lungo.
Gli organismi e le società evolute? Sopprimono i conflitti
L’evoluzione di forme di vita complessa sulla Terra - dicono ancora i tre zoologi - sembra essere dipesa da un ristretto numero di quelle che si definiscono «transizioni maggiori». In ogni processo di transizione un gruppo di individui che prima potevano riprodursi da soli si mettono insieme per costituire una organismo di livello superiore, una nuova e più complessa forma di vita in cui le singole parti cooperano e si sacrificano per il successo dell’insieme. Prendiamo il corpo umano. Perché le cellule della mano o del cuore non cercano di riprodursi da sole ma «si affidano» agli spermatozoi e agli ovuli? La stessa cosa succede nelle comunità di insetti sociali come le api che invece di riprodursi fra loro aiutano la regina madre a riprodursi. La ragione di questo apparente sacrificio da parte delle singole parti (mano, cuore) o dei singoli individui (api operaie) sta in quello che viene definito un allineamento di interessi. La mano ha tutto l’interesse a riprodursi ma «sa» che delegando gli spermatozoi/ovuli (o la regina madre nel caso delle api) ha più chance di ottenere l’effetto desiderato. La teoria evolutiva insomma dimostra che affinché si verifichi un processo di transizione da un singolo individuo a una realtà più complessa deve essere eliminato ogni elemento di conflitto. Lo stesso vale per qualsiasi forma di vita aliena immaginabile che sia più complessa di una semplice molecola che si autoreplichi o di un gigantesco blob.
«Ora non ci resta che trovarli»
Supponendo che anche gli extraterrestri siano passati attraverso fasi di transizione maggiori si possono fare un serie di ipotesi sulla loro natura: deve trattarsi di entità composte da sottoentità più piccole che collaborano fra loro avendo eliminato ogni conflitto interno oppure di un’organizzazione complessa e solidale come gli insetti sociali (termiti, formiche, api e vespe) o gli Ewoks di Star Wars. Nel disegno realizzato dall’illustratrice Helen Cooper appare un esemplare battezzato «The Octomite» composto da una serie di organi disposti in ordine gerarchico che svolgono ciascuno un compito diverso e che dipendono l’uno dall’altro. «Certo - ammette Sam Levin, primo firmatario dello studio - non siamo ancora in grado di dire se gli alieni camminano su due gambe o hanno grandi occhi verdi. Tuttavia possiamo affermare che esiste un livello di prevedibilità nell’evoluzione che potrebbe portarli ad avere un aspetto simile al nostro». Il che ridà qualche speranza agli appassionati di E.T., anche se il disegno dell’Ottomita non somiglia granché al simpatico extraterrestre realizzato da Carlo Rambaldi. Il modo migliore di immaginare come potrebbero essere fatti gli alieni, conclude lo studio, è combinando l’approccio meccanicistico basato sull’osservazione degli organismi terrestri con quello basato sula teoria evolutiva. «Ora non ci resta che trovarli».
Siamo soli nell'Universo? Ci sono altri pianeti come il nostro? Nei meandri più nascosti dello spazio è possibile trovare altre forme di vita? Queste le domande che affliggono l'uomo sin dall'alba dei tempi, quando per la prima volta alzò lo sguardo verso la volta celeste.
Il 2015 è un anno importante per la Nasa e per la ricerca di pianeti extrasolari, o esopianeti, perché si festeggia il 20esimo anniversario della scoperta del primo corpo celeste in orbita attorno a una stella simile al sole. Il nome del pianeta è 51 Pegasi B, la cinquantunesima stella, in ordine di brillantezza, nella costellazione di Pegaso. A scoprirlo due astronomi svizzeri, Michel Mayor e Didier Queloz, che decisero di fare l’annuncio nel corso di una conferenza a Firenze, il 6 ottobre 1995. La storia dello spazio, almeno quella conosciuta dal genere umano, subiva un ribaltamento epocale: il sistema solare non era più unico nell’Universo e questo rimetteva in discussione tutte le scoperte fatte fino ad allora.
Nasceva, così, una nuova branca dell’astronomia, che diede il via alla gara per la scoperta di nuovi sistemi planetari. La disciplina è in continua espansione e il tasso di crescita del numero dei pianeti extrasolari è sempre più accelerato: in 20 anni sono state effettuate 5608 scoperte, di cui 1904 presentano molti tratti in comune con la Terra.
La maggior parte delle scoperte è stata effettuata con Kepler, il telescopio spaziale della Nasa, ma, nel prossimo futuro, se ne aggiungeranno altre, grazie ai nuovi osservatori spaziali - tra cui il James Webb Space Telescope (JWST) e il Transit Exoplanet Survey Satellite (TESS) - che continueranno a studiare e a ricercare nuovi mondi.
La Nasa ci tiene particolarmente a questo progetto, tanto che ha creato Planet Quest, un sito che tiene aggiornati gli utenti sulle scoperte, anche minime, riguardanti altri pianeti. "Uno strumento - ha spiegato la stessa agenzia spaziale - che ci consente di entrare in una nuova era dell'astronomia, un'era in cui verranno finalmente fornite risposte a domande e dubbi che hanno migliaia di anni".
La scoperta di un pianeta abitabile "ridefinirebbe tutto quello che sappiamo dell'Universo e il posto che noi occupiamo in questo", hanno spiegato gli astronomi. Scoprire altre forme di vita su superfici di pianeti che non sono il nostro, poi, "rivoluzionerebbe la storia dell'umanità".
Le ricerche di questi anni stanno mostrando che sono piuttosto frequenti i pianeti “potenzialmente abitabili”. Allo stato attuale della ricerca, il candidato a migliore "sostituto" del nostro corpo celeste è Kepler 438-b, che, come affermato dagli esperti, potrebbe presentare "alcune delle caratteristiche tipiche di un pianeta come il nostro". L'unico problema è la distanza che ci separa dal "fratello" della Terra, circa 472 anni luce.
Oltre ad avere le dimensioni giuste - ha recentemente scritto Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano (IASF) - il pianeta che cerchiamo deve anche trovarsi nella zona di abitabilità della sua stella, non troppo vicino per evitare di andare arrosto, come succede a Venere, e non troppo lontano per evitare di congelare, come succede a Marte". La zona di abitabilità, quindi, è fondamentale per garantire la possibilità di avere acqua liquida in superficie, anche se solo una dei numerosi parametri da considerare. "Non dobbiamo dimenticare - ha sottolineato il direttore dell'IASF - che gli oceani terrestri sarebbero perennemente gelati se l’atmosfera, con il suo effetto serra, non contribuisse ad alzare la temperatura media sulla superficie terrestre".
Quindi Kepler 438-b e gli altri esopianeti scoperti sino a ora ospitano degli “alieni”? E' impossibile affermarlo, come altrettanto impossibile è negarlo. Con la tecnologia in nostro possesso, se pure ci fossero, sarebbe impresa ardua riuscire a comunicarci. "Ammesso anche che fossero loro a inviarci dei segnali, questi viaggerebbero - stando alle ipotesi degli esperti della Nasa - alla velocità della luce, quindi arriverebbero da noi fra più di 400 anni. Contando altri 400 anni per la nostra risposta, si capisce quanto sarebbe difficile comunicare con loro".
In 20 anni, sono stati scoperti pianeti di ogni tipo: gioviani caldi in orbite strette, mondi rocciosi di diamante e altri dove piove ferro. "Quello che tutti cercano - ha concluso il direttore Caraveo - è un sistema planetario simile al nostro sistema solare, con un numero ed una distribuzione di pianeti paragonabili a quello nel quale abitiamo. Ovviamente, il fine ultimo è la scoperta di una nuova Terra. Sappiamo che ci stiamo avvicinando, forse l’abbiamo già vista ma non siamo ancora in grado di riconoscerla".