In tema di Contatti Extraterrestri, un caso molto particolare ha interessato la nostra Penisola, e negli ultimi anni è divenuto noto in tutto il mondo a chi si occupa della materia: il caso Amicizia, di cui abbiamo avuto l'onore di pubblicare il libro-testimonianza Contattismi di Massa di Stefano Breccia. Una breve sintesi della vicenda a cura di Warren Aston, tratta daNEXUS New Times n.90. Buona lettura!
Ben al di là di avvistamenti e rapimenti UFO, l’annoso contatto – di recente divulgato – di centinaia di persone con alieni della Confederazione Akrij amplia in modo significativo la nostra comprensione della presenza extraterrestre sulla Terra nel corso della sua storia.
Il resoconto più attendibile di contatto alieno?
A partire dal 1956, in Europa all’incirca 200 persone di ogni ceto ed estrazione sociale hanno avuto un’estesa interazione con un gruppo di alieni dall’aspetto decisamente umano. Fra gli individui in questione si annoverano politici, docenti universitari, ingegneri, giornalisti, studenti e casalinghe.
Il livello del contatto variava da un singolo incontro a un intenso coinvolgimento della durata di oltre un quarantennio. Alcuni individui implicati si sono addentrati per vari giorni alla volta in basi aliene sotterranee e subacquee. Altri hanno avuto accesso nei loro velivoli, sui quali hanno persino volato. Nel corso degli anni si sono scattate centinaia di nitide fotografie, registrate voci e girati filmati, in cui si ritraevano gli stessi visitatori, ma numerosi documenti di questo tipo sono andati persi o non sono disponibili.
In virtù degli intensi sentimenti di amicizia ingenerati dagli alieni in tutti coloro che hanno incontrato, il vocabolo italiano Amicizia è diventato il termine principale impiegato per designare l’esperienza del contatto nel suo complesso. Spontaneamente, persone di altri paesi europei hanno utilizzato il medesimo vocabolo nelle proprie lingue per descrivere quanto stava accadendo, quantunque sia stata impiegata anche la dicitura W56 (“W” riferito a doppia vittoria, in italiano, e “56” all’anno in cui il contatto ebbe inizio). (1)
Gli stessi alieni hanno sostenuto di provenire da una varietà di pianeti a varie distanze dalla Terra, e facevano riferimento a sé stessi come Confederazione Akrij. (2) Sui pianeti di origine disponevano di singole lingue, ma anche di una lingua comune che agevolava la comunicazione.
Per molti anni, comunque, all’esterno del gruppo di persone implicate la storia non è stata particolarmente risaputa. Sebbene questa inedita saga si sia svolta per anni in vari paesi, in una traballante Europa postbellica nel loro complesso coloro che vi hanno preso parte hanno tenuto segreto il proprio coinvolgimento temendo lo scherno nonché la perdita della reputazione e del lavoro. Alcuni ricercatori UFO europei avevano percepito che era in atto “qualcosa di importante”, ma non riuscirono a svelarne il segreto. Da allora molti dei partecipanti sono deceduti, ma alcuni hanno sentito la necessità di assicurare che non andasse persa una qualche documentazione della loro esperienza ultraterrena. Alcuni sono tuttora in vita. Dal 1958 in avanti sono state pubblicate varie opere scritte da individui direttamente implicati oppure a conoscenza del caso W56, ma si limitavano ad accennare alla fonte delle informazioni.
A partire dal 2009, tuttavia, hanno iniziato a fare la loro comparsa libri che descrivono apertamente gli straordinari eventi in questione. Il Professor Stefano Breccia, ingegnere nonché docente universitario a contratto che vive [viveva,
ndr] in Italia Centrale ed è egli stesso implicato a fondo negli eventi di Amicizia, ha scritto il più celebre:
Contattismi di massa. (3) Con prefazione di Roberto Pinotti, presidente del Centro Ufologico Nazionale (CUN), il libro è principalmente il resoconto del leader del gruppo italiano: l’eminente teologo e psicologo Bruno Sammaciccia (fotografia 1).
Sopra: Bruno Sammaciccia (al centro), con il suo amico nonché collega partecipante Giancarlo De Carlo, sua moglie Raffaella e la moglie di De Carlo, Aurora (dietro). (Fonte: Stefano Breccia, ristampata su Contattismi di massa, p. 397)
Prima della morte, avvenuta nel 2003, Sammaciccia incaricò Breccia di pubblicare alcune vicende della sua storia. Nel suo libro Breccia inserisce anche un breve resoconto di un ingegnere tedesco, tale Hans, deceduto anch’egli nel 2003, il quale faceva parte del gruppo. Un altro partecipante, il docente universitario
Paolo di Girolamo, ha di recente pubblicato la propria versione, (4) mentre un altro professore italiano ha optato per divulgare il proprio resoconto di prima mano tramite il ricercatore croato residente in Italia Nikola Duper. (5) Ci si augura che partecipanti di altri paesi si facciano avanti, poiché le esperienze di Sammaciccia sono state pubblicate solo in parte e lo stesso Breccia deve ancora raccontare la storia integrale del proprio coinvolgimento.
La rilevanza di questo caso sta appena iniziando a manifestarsi presso i ricercatori UFO. Con centinaia di attendibili testimoni oculari e abbondanza di prove a sostegno, per quanto riguarda i contatti “alieni”Amicizia rientra in una propria categoria a parte. A mio avviso, si tratta di una svolta decisiva nella ricerca ufologica e riecheggerà negli anni a venire. Ben più di ogni altro caso di mia conoscenza, potrebbe rivelarsi l’equivalente della Stele di Rosetta che ci aiuterà a sistemare al loro posto numerose tessere dell’enigmatico mosaico alieno.
In particolare, i ricercatori UFO rileveranno validi riscontri a sostegno della diffusa convinzione che molti decenni or sono il governo statunitense sia stato contattato a livello ufficiale da un gruppo alieno che si offriva di aiutarci a evolvere spiritualmente, a condizione che gli Stati Uniti ponessero termine al programma di armamento nucleare. Numerosi testimoni oculari e informatori sostengono da tempo che nel febbraio 1954 si tenne un incontro, con la presenza del Presidente Eisenhower, segretamente trasportato presso la Edwards Air Force Base in California, e di altri elementi selezionati in rappresentanza di uno spettro della società statunitense. (6) Gli Stati Uniti, naturalmente, rifiutarono di porre termine al proprio programma di armamento nucleare, tuttavia si sa altresì che in seguito stipularono trattati e accordi con altri gruppi alieni in cambio di tecnologie avanzate.
A quanto risulta gli alieni Akrij, solitamente definiti “Nordici”, erano il gruppo che aveva avanzato l’offerta al governo statunitense, di conseguenza il tempismo dei contatti Amicizia riveste un certo interesse; indica che gli Akrij, essendo stati snobbati a livello ufficiale, potrebbero aver modificato la loro strategia e iniziato, due anni dopo il contatto del 1954, a veicolare il loro messaggio a esseri umani comuni ma influenti in numerose località.
Nel corso di quattro decenni, a quanto viene riferito gli Akrij hanno comunicato dettagliate informazioni agli umani, che hanno agito da interfaccia per diffondere presso la società umana le concezioni degli Akrij, i quali a loro volta presso gli amici umani hanno posto l’accento su moralità, etica e amicizia – non sulla tecnologia, che per loro aveva una rilevanza decisamente secondaria.
Anche se il ricercatore navigato riscontrerà molti aspetti familiari, gli scritti di cui disponiamo al momento rappresentano una miniera di dati e nozioni da scandagliare. Disseminate nei resoconti si trovano rilevanti informazioni sulle concezioni degli Akrij inerenti a Dio, all’Universo e alla storia terrestre. Svariate asserzioni risultano particolarmente affascinanti e forse, in taluni casi, suscettibili di verifica; una di queste riveste un particolare interesse nel momento attuale. In una conversazione con un membro dei W56, registrata da Breccia nel 1967, costui gli riferì l’esistenza di un’altra stella più vicina alla Terra rispetto alle stelle Centauri. Di primo acchito tale asserzione appare ridicola, tuttavia gli scienziati hanno di recente annunciato che il telescopio a infrarossi WISE della NASA, lanciato nel dicembre 2009, potrebbe essere in procinto di scoprire una nana marrone – compagna binaria del Sole – che si sospetta eserciti un influsso su comete, asteroidi e planetoidi esterni nel nostro sistema solare. (7) Restate sintonizzati.
Un’altra asserzione molto pubblicizzata riguarda la nitida fotografia diurna raffigurante uno degli alieni Akrij, abbigliato in modo informale, riportata nel libro di Breccia (vedere foto 2).
Sopra: Kenio, membro dei W56. (Fonte: foto di Bruno Sammaciccia, da Stefano Breccia, ristampata su Contattismi di massa, p. 415)
La foto è stata scattata da Sammaciccia sui terreni della sua villa e ritrae quello che si sostiene sia un alieno chiamato Kenio, alto circa tre metri! Un’analisi dell’immagine a colori sembra confermarne la statura. (8) Non tutti gli alieni Akrij erano così alti: alcuni erano persino più alti, mentre altri di statura inferiore alla media umana.
Al momento il libro di Breccia rimane la più accessibile fonte di informazioni sul caso e, nonostante imperfezioni editoriali, riesce anche a cogliere le personalità e il senso dell’umorismo degli elementi implicati, tanto umani quanto alieni. Uno dei passaggi che prediligo, ad esempio, descrive il secondo incontro fisico con alcuni alieni nel contesto di un meeting organizzato. Era una sera di primavera del 1957, nei boschi circostanti un antico castello nei pressi della città di Ascoli Piceno, nelle Marche. Bruno Sammaciccia riferisce:
Ci incontrammo con tre nuovi arrivati; si avvicinarono a noi, sorridendo...la prima cosa che Romolo [il nome assegnato a uno degli alieni] mi disse, in perfetto italiano, fu: “Amici cari, cosa vi aspettavate? Di vedere mostri? Guardate come sono bello!” (9)
Gran parte del resoconto di Sammaciccia verte su Dimpietro, l’alto comandante della base principale in Italia, il quale sosteneva di essere vissuto in varie località della Terra almeno a partire dal diciassettesimo secolo e di essersi adattato alla perfezione a piaceri terrestri quali bere vino e caffè, nonché fumare sigari. Quando incontrò per la prima volta Raffaella, la moglie di Sammaciccia, Dimpietro se ne stava seduto sul pavimento della loro cucina onde evitare di spaventare la donna con la sua statura. Come altri del gruppo alieno, durante la sua lunga permanenza qui Dimpietro aveva imparato a padroneggiare non solo l’italiano, ma anche i relativi vari dialetti e le complessità culturali.
Una lunga tradizione di interesse alieno
Il quadro complessivo che si desume da quattro decenni di contatti con gli Akrij è alquanto articolato. Esistono alleanze fra mondi. Esistono alieni amichevoli e di alto profilo morale, nonché alieni malvagi. Alcuni hanno un’agenda prettamente scientifica e spassionata. Un gruppo nutre un particolare interesse per lo studio degli insetti
, che a quanto pare sono una forma di vita alquanto rara nell’universo. I più sono esseri fisici, ma alcuni sono entità interdimensionali incorporee, come la razza “Rossa” dalla pelle viola, la quale non fa parte del gruppo degli Akrij ma ne è alleata. Sammaciccia sosteneva di aver interagito con costoro (vedere foto 3).
Sopra: Uno degli essere alieni interdimensionali “Rossi” con cui Sammaciccia interagiva. Notate l’enfasi sulla regione del cuore (Fonte: foto di Bruno Sammaciccia, da Stefano Breccia)
Sammaciccia e gli altri hanno appreso che le razze Akrij non sono le uniche a visitare la Terra: vengono menzionati almeno altri sei gruppi alieni. (10)
Di fondamentale importanza nella vicenda sono i Weiros – robot biologici clonati essenzialmente indistinguibili dagli esseri umani e intenti alla loro agenda, in guerra con il gruppo W56. Se la loro descrizione o le loro attività servono come eventuali indizi, i Weiros, o CTR, come di solito vi si fa riferimento nel libro di Breccia, probabilmente daranno una risposta al fenomeno dei “Men in Black”. (“CTR” è una sorta di acronimo di “contrari” coniato da Sammaciccia.)
Nel cosmo vi è altresì una definita gerarchia di esseri. Le stesse razze aliene Akrij sono sorvegliate da un altro gruppo che Sammaciccia ha definito UTI, sebbene non abbia documentato il significato di tale appellativo. Anche gli UTI dispongono di rappresentanti umani che lavorano con essi, fra cui un generale austriaco.
I visitatori sono presenti sin dall’inizio dell’esperienza umana, da eoni, interagendo con noi e stimolandoci a progredire. Secondo gli Akrij, essi e altre razze hanno rivestito determinati ruoli nell’interagire con la Terra da tempi immemori, molto più a lungo di quanto non riconosca la nostra scienza. La loro attuale missione qui prevede di badare alla Terra e alla nostra sicurezza senza interferire apertamente. Hanno parlato di precedenti civiltà sulla Terra, alcune delle quali avevano conseguito traguardi scientifici persino più avanzati dei nostri, ma si sono tutte autodistrutte – più di recente culminando in quella che definiamo l’“Età della Pietra”.
Contrariamente ai recenti atteggiamenti della scienza comunemente accettata, secondo cui il nostro pianeta è probabilmente un assai ordinario mondo insignificante in uno sperduto angolino della galassia, spesso gli Akrij parlavano della Terra come di un mondo eccezionale, fra i più belli e, a quanto ne sapevano, uno della cinquantina di “pianeti madre”. Inoltre, hanno reso evidente che anche innumerevoli altri mondi sono abitati, quasi tutti da esseri con fattezze simili agli umani.
Un’interessante ‘perla’ è l’asserzione che sulla o nella Terra vive anche un’altra razza intelligente: elfi o gnomi, ovvero il piccolo popolo delle leggende. Descritta come “gente semplice e innocua”, di statura pari a 35-40 centimetri, questa razza sa di noi ma paventa il contatto con gli umani, il che è stato confermato dallo stesso Breccia, il quale aveva aiutato uno degli Akrij che viveva apertamente nella società umana. In un’intervista registrata a Bologna nel 1967, l’alieno ha altresì rivelato che sulla Terra esistono “umani” i quali vivono in differenti “livelli dimensionali”.
La fede in Dio o in un’entità suprema sembra essere universale e gli Akrij la danno per scontata. In qualche modo, molti di essi sono geneticamente correlati a noi, riescono agevolmente a vivere in incognito sulla Terra e persino a incrociarsi con esseri umani. Alla luce di questo fatto, risulta allettante ipotizzare che alcune di queste razze “aliene” possano aver avuto origine sulla Terra ed essere state implicate nella “seminagione” dell’umanità. Ad ogni modo, dobbiamo costantemente interpretare i brandelli di informazione in quanto tali: collimano sorprendentemente bene, tuttavia sussistono alcune rilevanti lacune che dovrebbero stimolare un atteggiamento prudente. Molto altro della storia deve essere ancora raccontato.
Interazione continua con gli Akrij
Sammaciccia e un crescente numero di individui del luogo hanno continuato ad assistere gli alieni W56 nella loro missione volta a sorvegliare la civiltà della Terra e a diffondere il loro messaggio. Spesso tale assistenza si concretizzava nel procurarsi e consegnare ingenti quantitativi di ortaggi e frutta fresca per le basi sotterranee. Breccia riconosce che i visitatori disponevano certamente della tecnologia utile a svolgere tale compito senza assistenza, ma ritiene che essi stessero semplicemente consentendo agli umani di avere la percezione di apportare un proprio contributo. Talvolta gli alieni smaterializzavano queste derrate a distanza in presenza di molteplici testimoni, per poi rimaterializzarle all’interno della base.
Alcuni membri del gruppo di Sammaciccia avevano avvistato di persona UFO e alieni, quindi si erano uniti al gruppo. La vicenda più nota al riguardo è quella del giornalista scientifico Bruno Ghibaudi, attivo nella carta stampata e in televisione. Incaricato, nel 1961, di indagare sui numerosi avvistamenti avvenuti in Italia, Ghibaudi – che sino a quel momento non aveva alcun interesse per l’argomento – rimase stupito dalla coerenza dei rapporti resi da equilibrati comuni cittadini. Egli stesso ebbe varie occasioni di avvistare velivoli non terrestri e scattare fotografie a distanza ravvicinata. (11) Alla fine venne invitato a conoscere i visitatori Akrij ed entrò a far parte del gruppo di Sammaciccia. Intervistato, nel 1963, dalla rivista Le Ore, Ghibaudi, invitato a descrivere le proprie dettagliate conoscenze degli alieni in visita, confermò il proprio contatto:
Come mai è a conoscenza di tutto questo?
Per la semplicissima ragione che anch’io li ho incontrati, non molto tempo fa.
Ha parlato con loro?
Certo.
Sono simili a noi?
Assolutamente. Alquanto stranamente, l’idea che la forma umana sia universale è stata spesso scartata in quanto improbabile. Il più delle volte la verità risulta troppo semplice da accettare. (12)
Nel frattempo, affrontando ingenti spese, Sammaciccia fece costruire una grande villa a Montesilvano, sulla costa adriatica nei pressi di Pescara, dove fosse possibile divulgare gli insegnamenti degli Akrij. Di conseguenza il gruppo aumentò ben presto in consistenza. Tuttavia le cruciali prerogative di amore, armonia e fiducia (uredda nella lingua dei W56) richieste in tale situazione alla fine iniziarono a disintegrarsi e il gruppo si separò.
A partire dal 1978, il gruppo dei W56 subì gli attacchi dei “fratelli nemici” CTR, e in un periodo successivo dell’anno le sue basi più estese vennero distrutte. Nei due mesi seguenti furono ampiamente documentati fenomeni di turbolenza nel Mare Adriatico. Dopo il disastro, molti fra i partecipanti ripresero a condurre la rispettiva vita precedente, spesso negando le strane esperienze che avevano così a lungo impegnato la loro esistenza.
In realtà la storia non finisce qui. Anche se apparentemente nel dicembre 1986 gli alieni W56 avevano tutti abbandonato l’Italia, prove in quantità crescente evidenziano che non solo alcuni sono rimasti sulla Terra e hanno attivato altre basi altrove, ma stanno operando anche in Italia, sebbene su scala apparentemente minore. Secondo Breccia gli incontri con Akrij e CTR proseguono; gli episodi più recenti risalgono a gennaio 2010. (13)
Bruno Sammaciccia espresse la speranza che coloro che avessero letto la sua storia avrebbero “contemplato il cielo notturno con occhi diversi, persuasi che a distanze al di là di ogni immaginazione vivono esseri amici di tutti noi”. (14)
La storia dell’Amicizia Akrij è ben lontana dalla conclusione.