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27/08/18

Alieni: incontri ravvicinati di... quale tipo? La nuova scala dei segnali extraterrestri


Si va verso una revisione della Scala di Rio, lo strumento che classifica significato e importanza dei radiosegnali extraterrestri (e capire se sono attribuibili ad alieni). L'idea è di renderla più adatta alle comunicazioni attuali, più veloci e globali rispetto a qualche anno fa.


milkyway

Gli scienziati dell'osservatorio di Parkes, in Australia, per 17 anni avevano registrato, per una o due volte all'anno, misteriosi radiosegnali. Nel 2015, la (deludente) soluzione del giallo: i segnali provenivano dal microonde della sala relax. Non è la prima volta che simili falsi allarmi fanno impennare le aspettative circa un possibile segnale alieno - poi puntualmente disilluse.

Per meglio indicare la portata di un radiosegnale captato (nelle sue varie sfumature: dall'interferenza di una radiosveglia a un possibile primo contatto extraterrestre) un gruppo di scienziati guidati dall'Università di St Andrews, in Scozia, e dal Seti Institute di Mountain View, California, ha proposto l'aggiornamento di uno strumento di classificazione già in uso da 17 anni, per adattarlo ai tempi che cambiano.

UN PASSO IN AVANTI. L'idea è di sviluppare, a questo scopo, una scala simile a quella Richter (che quantifica l'energia liberata da un terremoto), sia in quanto a precisione descrittiva sia per la possibilità di continui aggiustamenti "in corsa", mano a mano che aumentano le informazioni disponibili sui segnali captati.

Una base di partenza esiste già: è la Scala di Rio, nata nel 2001 per iniziativa dell'astronomo Iván Almár e di Jill Tarter, cofondatrice del Seti Insitute, in occasione di un congresso a Rio de Janeiro (da qui il nome). Essa quantifica, con un punteggio da 0 a 10, l'impatto sociale che un annuncio su un eventuale segnale alieno avrebbe, in relazione al grado di certezza che quel segnale sia un effettivo tentativo di contatto.

LINEE GUIDA. La nuova proposta, illustrata sull'International Journal of Astrobiology, è di rendere la scala esistente più compatibile con l'attuale modalità di diffusione delle informazioni, in rapido divenire e 24 ore su 24. Come la scala Richter, anche la "Rio 2.0" dovrebbe poter essere ricalibrata nel tempo mano a mano che nuovi dati diventano disponibili. La nuova versione mira inoltre a ottenere il consenso delle varie discipline accademiche coinvolte nell'identificazione dei segnali (nell'era dell'astronomia multimessaggero) e a esprimere in un linguaggio più chiaro e comprensibile al grande pubblico la portata di un'eventuale scoperta.

PIACERE, TERRESTRE. Si andrebbe dallo 0 che equivale a nulla, a 10 che vale come «un'astronave aliena in orbita attorno alla Terra, o un alieno che ti stringe la mano», spiega Duncan Forgan, alla guida del progetto. L'obiettivo è ottenere la fiducia dei non addetti ai lavori per comunicare quanto si sa su un tema così cruciale, nell'era delle fake news. Evitando così che notizie sensazionalistiche e affrettate possano screditare il paziente e complesso lavoro dei ricercatori, comunicando risultati fuorvianti.

La proposta sarà analizzata ad ottobre dal Seti Permanent Committee dell'International Academy of Astronautics (Iaa), che ha intanto pubblicato un calcolatore di Scala di Rio interattivo per aiutare scienziati e comunicatori della scienza a valutare l'entità dei segnali e a descriverla correttamente al grande pubblico.

09/01/18

UFO: IL 2017 È STATO L'ANNO DEI DISCHI VOLANTI IN ITALIA.


Lo afferma il presidente del Centro ufologico Mediterraneo (Cufom) Angelo Carannante. Gli avvistamenti, documentati da foto e filmati vagliati e sottoposti a indagine dagli specialisti del Centro provengono da tutte le regioni italiane

Ufo avvistato in Italia nel 2017 (Ansa)
Ufo avvistato in Italia nel 2017 (Ansa)


C'è stato un gran via vai di oggetti non identificati, i celebri Ufo o Ovni che dir si voglia, nei cieli d'Italia durante questo 2017. Lo afferma il presidente del Centro ufologico Mediterraneo (Cufom) Angelo Carannante che ha pubblicato il dossier 2017 ricco di immagini provenienti da tutto il territorio italiano e soprattutto dai cieli della Liguria.
Gli avvistamenti, documentati da foto e filmati che sono stati accuratamente vagliati e sottoposti a indagine dagli specialisti del Cufom provengono da tutte le regioni italiane "con immagini sorprendenti e eloquenti - ha detto Carannante -. Si tratta di Ufo di tutti i tipi: dischi volanti, sfere, squadriglie, ufo luminosi e di vari colori, stazionari, che viaggiano velocissimi a bassa o alta quota, piccoli e enormi.
A segnalarli sono state le persone più svariate e moltissimi stranieri". Sembra, ha detto ancora Carannante "che nel 2017 vi sia stato un salto di qualità negli oggetti avvistati, vista la inusitata chiarezza di alcuni oggetti volanti non identificati filmati o fotografati. Un dato molto significativo è costituito dai dischi volanti veri e propri che, dopo anni di assenza, sembrano essere tornati, come dimostrato dagli ufo ripresi a Lavagna (Genova), Arco Felice vicino Napoli e quello clamoroso di Civitavecchia", una specie di frittellone volante a una cinquantina di metri d'altezza sul mare.
Alcune volte, secondo gli specialisti del Cufom , "gli ovni hanno volato anche in squadriglia dando origine allo spettacolare fenomeno delle flotillas come capitato in tutta Italia nell'appena trascorsa estate 2017, quando hanno volato sulla verticale di Roma durante un concerto di Ennio Morricone. Non sono mancati dei veri e propri inseguimenti tra ufo e caccia militari - ha detto Carannante -, come capitato a Cosenza, fotografato, ripreso e testimoniato da molte persone". Il dossier pubblicato dal Cufom mostra foto davvero curiose e spettacolari ma non tutte quelle che ha a disposizione: ci sono tantissimi altri avvistamenti documentati da foto e filmati provenienti da Savona, Paestum, Brescia, Trieste, Cabella Ligure, Latina, Firenze, Napoli, Pomezia, Casalnuovo di Napoli, San Benedetto del Tronto, Vico Equense, Caserta, Ascoli Piceno, Guglionesi, Cassino, Vicenza.

04/01/18

Il Pentagono ammette esistenza di un programma sugli Ufo


Il Pentagono temeva che Cina e Russia avessero sviluppato un qualche tipo di sistema di propulsione ignoto: "registrati decine di avvistamenti inspiegabili"


Advanced Aviation Threat Identification Program. Era questo il nome del programma del Pentagono, supervisionato dal Congresso degli Stati Uniti che aveva l’obiettivo di indagare sugli oggetti volanti non identificati, meglio noti come UFO (Unidentified Flying Objects). L’esistenza del programma, chiuso nel 2012, è stata ufficialmente riconosciuta dal Pentagono.
“Gli oggetti volanti non identificati visti dai piloti e dal personale militare apparivano molto più avanzati di quelli presenti negli arsenali americani o stranieri. In alcuni casi, le loro manovre sembravano sfidare le leggi della fisica”.
L’esistenza dell’Advanced Aviation Threat Identification Program era nota ad un ristretto numero di funzionari. Ufficialmente avviato nel 2005 dall'allora leader della maggioranza al Senato Harry Reid, il programma aveva l’obiettivo di chiarire gli “incidenti inspiegabili registrati negli anni dall’Esercito degli Stati Uniti”.
“Il programma nasceva per identificare la possibile presenza di tecnologia di ultima generazione sviluppata da un paese straniero ed in che modo avrebbe potuto minacciare gli Stati Uniti”.
Alla base del programma vi erano i timori che Cina e Russia stessero sviluppando un qualche tipo di sistema di propulsione ignoto al Pentagono.

Advanced Aviation Threat Identification Program

In sette anni, l’Advanced Aviation Threat Identification Program ha analizzato anche gli “eventi non verificati in fase di valutazione”: episodi attualmente inspiegabili. In base ai dati diramati dal Pentagono, il programma ha ricevuto fondi fino ad un massimo di 20 milioni di dollari l'anno dal Congresso degli Stati Uniti. Nella sua lettera di dimissioni indirizzata lo scorso ottobre al Segretario alla Difesa James Mattis, l'ufficiale dell'intelligence che ha diretto l'AATIP Luis Elizondo ha affermato che “le prove raccolte negli anni non sono state prese sufficientemente sul serio dal Pentagono”.
“Abbiamo registrato decine di avvistamenti inspiegabili, non ostili, dei piloti della Marina e di altri osservatori. Velivoli con capacità aerodinamiche mai osservate prima, al limite della tecnologia conosciuta. Gli incidenti sono spesso avvenuti nei pressi di impianti nucleari, centrali elettriche o navi. Non avevamo mai visto niente del genere. Qualcosa di inspiegabile è sempre considerata una potenziale minaccia fino a prova contraria. Per quanto riguarda il lato positivo, credo che oggi siamo più vicini che mai nel comprendere tale tecnologia”.
Sarebbe corretto affermare che il riconoscere l'origine sconosciuta di un oggetto non significa affermarne la sua origine extraterrestre. Molti fenomeni restano inspiegabili in base alle attuali conoscenze scientifiche.
Nella nota ufficiale del Pentagono si legge che "l’Advanced Aviation Threat Identification Program è stato chiuso nel 2012. Ben altre priorità meritavano finanziamenti nell’interesse del Dipartimento della Difesa che prende sul serio qualsiasi tipo di minaccia esistente o potenziale. In presenza di informazioni credibili, il Dipartimento della Difesa garantisce le risorse opportune”.
Le conclusioni del programma sono classificate. Molte le domande al riguardo come i finanziamenti: 20 milioni di dollari per sette anni per un programma che avrebbe dovuto valutare la possibile esistenza di tecnologia sconosciuta ostile, sembrano davvero pochi. Nulla a che vedere, ad esempio, con le risorse messe a disposizione del Progetto Bluebook che dal 1947 al 1969 ha studiato migliaia di avvistamenti di oggetti volanti non identificati. 701 dei dodicimila avvistamenti valutati dalla commissione del Progetto Bluebook restano ad oggi inspiegabili. Il Pentagono afferma che l’Advanced Aviation Threat Identification Program è stato chiuso nel 2012, ma potrebbe tranquillamente continuare ad esistere in forma classificata e finanziato con ingenti risorse.
Alimentare le teorie sui prototipi alieni è un’ottima copertura
L’opinione pubblica dimentica che il divario tra la tecnologia sperimentale segreta e quella nota è di circa 25/30 anni. E’ una finestra temporale evolutiva enorme, basti pensare ai progressi avvenuti nei trent’anni successivi al primo volo dei fratelli Wright nel dicembre del 1903. Da non sottovalutare la pista del camuffamento, utilizzata da decenni da ogni nazione: far credere all'opinione pubblica (o al nemico) di essere in possesso di chissà quale sistema d’arma per nascondere operazioni ombra o progetti segreti. Una scelta mirata quindi per distogliere l’attenzione da qualcos’altro (o far abbassare la cresta così come avvenne quando fu mostrato l’F-117). L'Area 51 ad esempio, negli anni al centro di ogni teoria complottistica . La base è divenuta negli anni uno specchietto per le allodole. In molti non sanno, per esempio, che negli USA esistono almeno altre dieci basi come l’Area-51 utilizzate per testare svarati asset classificati. Nessuno sa dove sono. In pochi sanno che esistono. Le restrizioni economiche non si applicano per le basi come l’Area 51, adibita per accogliere e testare i prototipi segreti nei programmi neri delle diverse agenzie e delle divisioni speciali dei principali appaltatori della difesa. Fin dagli anni '70, l'Area 51 ospita in rotazione la flotta MiG/Sukhoi ombra per sviluppare tattiche di volo non convenzionali
Gli UFO del Pentagono: il programma Aurora
Il Long Range Strike-Bomber è considerato una priorità assoluta per l'Air Force. Il progetto è classificato dal 2011, ma almeno due prototipi dell’USAF solcherebbero i cieli da tempo. C’è poi il drone stealth RQ-180 e la versione avanzata (sebbene più grande) dell’X-47B. Tra gli anni ’80 e ’90, la Skunk Works ottenne fondi per alcuni Black Projects che diedero vita all’F-117 come anche al velivolo spia U-2. La Black Aircraft Production della Lockheed, ottenne finanziamenti per svariati miliardi di dollari, erano 5 negli anni ’90, per la produzione di un sistema coperto da segreto militare mai reso noto. Non è mai stato identificato, ma negli anni abbiamo visto numerosi ufo nel cielo. Nel marzo dello scorso anno con un annuncio “inaspettato”, Lockheed Martin comunicò al mondo di aver maturato la tecnologia per realizzare la prima piattaforma ipersonica operativa del pianeta. Che le specifiche delle piattaforme di sesta generazione riguardassero espressamente la velocità ipersonica, era noto da tempo.
“La nostra configurazione aerodinamica è stabile in tutti i profili di volo: subsonico, transonico, supersonico ed ipersonico”. Leggendo tra le righe, Lockheed ammise di aver quindi ultimato lo sviluppo di una tecnologia, ancora sperimentale nel resto del mondo. Nello specifico, un profilo superiore a Mach 6 prevede l’implementazione di nuovi sistemi di protezione termica così come il disegno aerodinamico. Quest’ultimo, considerando l’assenza delle superfici mobili, è stato ottimizzato per ottenere la stabilità a diversi regimi di velocità.
Fino ad oggi, almeno nei processi di sviluppo noti, la piattaforma ipersonica veniva sganciata ad alta quota da una piattaforma di supporto. Ciò perché un velivolo ipersonico non potrebbe sfruttare le piste convenzionali per il decollo e l’atterraggio. L’SR-72, invece, avrebbe superato queste limitazioni. La Skunk Works, divisione per i progetti speciali della Lockheed, avrebbe consegnato un progetto finale in grado di raggiungere la Corea del Nord in 90 minuti, sorvolare l’intera penisola in due, effettuare rilevazioni ad altissima risoluzione e comportarsi come un velivolo standard, senza la necessità di un velivolo di lancio o di richiamo.
Il concetto di motore a ciclo combinato, aggira le limitazioni tradizionali di reattori, statoreattori e scramjet, che possono operare soltanto a diversi regimi di velocità. Il nuovo sistema propulsivo mira a risolvere questo problema utilizzando un motore a turbina per la bassa-velocità ed uno scramjet a velocità elevate. Il dimostratore della Lockheed costerà meno di un miliardo di dollari ed avrà le dimensioni di un F-22 Raptor. Lockheed, in realtà, ha confermato che i prototipi degli SR-72 volano da tempo grazie a programmi classificati. E' anche conosciuto come Programma Aurora.
L’UFO della Russia
Nel settembre dello scorso anno Mosca ammise l’esistenza di un drone sperimentale a bassa osservabilità, basato su una configurazione aerodinamica non convenzionale. Progettato dalla Irkut Corporation, presenterebbe uno schema geometrico strutturale contenente soluzioni aerodinamiche uniche e mai utilizzate. È stato progettato per la ricognizione e l’attacco in ambienti A2/AD. Il Ministero della Difesa russo investe da anni copiosi fondi nella tecnologia UAV. Secondo indiscrezioni, non confermate, il gap con gli americani sarebbe stato ormai colmato. Alla memoria ritorna un precedente avvenuto nel luglio dello scorso anno, quando un drone di qualche tipo violò uno degli spazi aerei più protetti al mondo: quello di Israele. Con un certo imbarazzo, gli israeliani affermarono che il drone non è stato intercettato nonostante contro di esso fossero stati lanciati tre missili. Il drone proveniva dalla Siria. Non sarà mai identificato.
L’UFO europeo: Taranis
Taranis è stato progettato per la guerra asimmetrica e per il combattimento aria-aria ed aria-terra. Taranis ha completato con successo un volo di prova, registrato e pubblicizzato il 10 agosto del 2014 nel poligono militare di Woomera, nel sud dell’Australia. Ha volato per 15 minuti, compiendo manovre a varie quote ed a differenti velocità prima di atterrare. Una settimana dopo, il 17 agosto, è stato effettuato un altro volo di prova. La fase due dovrebbe essersi conclusa con altri quattro voli. Non si conoscono i dettagli della fase tre. Il programma (in realtà potrebbero essere due i Taranis operativi) costato ad oggi 350 milioni dollari, mira a sviluppare un velivolo a bassa osservabilità senza pilota per missioni C4ISTAR per la sorveglianza, la raccolta di informazioni e la guerra elettronica in territorio nemico. Le ali del Taranis presentano un elevato angolo di freccia positiva con un'apertura che misura 33 metri di larghezza. Secondo BAE Systems il Taranis è il non plus ultra dell’ingegneria e progettazione aeronautica. Nella seconda serie di voli di prova, gli operatori hanno valutato le capacità di guerra elettronica, i sistemi di comunicazione criptati, l'integrazione tra il motore e la firma del velivolo per eludere i rilevamenti radar. Taranis, nome del dio celtico del tuono, rientra nel programma anglo-francese noto come Future Combat Air System (FCAS). FCAS ha l'obiettivo di sviluppare un nuovo drone da combattimento stealth, con paesi membri che contribuiscono in parti uguali alla metà del bilancio del programma. Sappiamo che la maggior parte della tecnologia del drone è stata sviluppata in Inghilterra, ma diverse aziende americane, tra cui General Electric e il Gruppo Triumph, hanno progettato gran parte dei sistemi di volo. Il primo volo del Taranis si è svolto tra l’ottobre 2013 ed il marzo del 2014. Il drone ha dimostrato la sua capacità di rullare autonomamente verso la pista per il decollo, decollare e volare sino alla zona di destinazione. Taranis sarebbe quindi in grado di generare un piano di volo fino al bersaglio, individuarlo e ritornare alla base. Il velivolo inoltre ha compiuto una valutazione simulata dei danni arrecati al target prima di eseguire un atterraggio: il tutto senza l’intervento umano. L’investimento per il Taranis è coperto per il 30% dalla BAE e dal Ministero della Difesa britannico per il restante 70 per cento. Le informazioni sulle reali capacità del Taranis sono classificate, così come il numero delle missioni fino ad oggi compiute. E’ stato confermato solo un dato: tutti i voli della seconda e terza fase del dimostratore tecnologico sono stati condotti in configurazione stealth finale. La terza fase dovrebbe essersi svolta in Australia, la seconda in Europa.
Nel 98% dei casi quello che si vede nel cielo risponde alla fisica terrestre. Nel restante 2% potremmo anche dare ragione all’equazione di Drake.

02/01/18

Consapevolezza di noi stessi e A chi sta attorno a noi..


Per intraprendere il viaggio nel potere di Adesso abbiamo bisogno di lasciare da parte la nostra mente ed il falso sé che questa ha creato: l'ego.
Sebbene il viaggio sia pieno di sfide, Eckhart Tolle ci guida con un linguaggio semplice. Per molti di noi, lungo la via, vi sono nuove scoperte da fare: noi non siamo la nostra mente. Possiamo trovare l'uscita dal dolore psicologico.
L'autentico potere umano si trova arrendendosi all'Adesso. Scopriamo anche che il corpo è in effetti una delle chiavi per entrare in uno stato di pace interiore, così come lo sono il silenzio e lo spazio intorno a noi.
Infatti l'accesso è disponibile ovunque. I punti di accesso, o portali, possono tutti essere usati per portarci nell'Adesso dove i problemi non esistono.

Un capolavoro ..
da leggere e rileggere, inevitabile ed indimenticabile, essenziale per ciascuno

15/12/17

La NASA è pronta per annunciare una nuova scoperta (e potrebbe riguardare mondi alieni)

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La NASA ha annunciato un'eccezionale conferenza stampa, che potrebbe fornire delle risposte a grandi interrogativi su vita e mondi extraterrestri. L'evento, programmato per il 14 dicembre alle 19 (ora italiana), avrà come protagonista la nuova scoperta effettuata dal telescopio spaziale Kepler, il "cacciatore di pianeti", lo stesso che dal 2009 compie osservazioni alla ricerca di mondi alieni.
Poco è stato rivelato sul contenuto: ciò che sembra abbastanza certo è che l'annuncio riguarderà la scoperta di nuovi esopianeti, ovvero mondi più o meno della dimensione della Terra che orbitano intorno alla loro stella e che potrebbero - o almeno questa è la speranza di molti - ospitare la vita.
L'agenzia spaziale americana ha affermato che la scoperta è stata fatta grazie all'aiuto dell'intelligenza artificiale di Google, che ha permesso di analizzare i dati inviati sul nostro pianeta dal telescopio.
A spiegare la ricerca saranno quattro ingegneri e scienziati, che prenderanno parte alla conferenza stampa: Paul Hertz, direttore dell'Astrophysics division al quartier generale NASA a Washington, D.C., Jessie Dotson, scienziata specializzata nella missione di Kepler, presso l'Ames Research Center NASA presso Moffett Field, California, Christopher Shallue, senior software engineer presso Google AI a Mountain View, California e Andrew Vanderburg, astronomo della NASA.
A solleticare l'attenzione intorno a questo annuncio è proprio la possibilità che possa trattare argomenti da sempre affascinanti, come la ricerca di vita extraterrestre. Il telescopio Kepler è stato lanciato nel 2009 e, come riporta la NASA, è stato "specificatamente progettato per monitorare una porzione della nostra regione della Via Lattea e scoprire dozzine di pianeti simili alla Terra vicino o nella zona abitabile e determinare quante delle miliardi di stelle della nostra galassia posseggano pianeti". Il suo funzionamento prevede dunque l'impiego di un fotometro che monitora costantemente la luminosità di più di 145mila stelle. I dati sono poi trasmessi sulla Terra, dove vengono analizzati in cerca di periodiche diminuzioni di luminosità delle stelle causate da pianeti extrasolari che transitano di fronte alla loro stella.
Nell'aprile 2013 il team di Kepler aveva individuato 2740 candidati pianeti e confermato altri 121, mentre nel gennaio 2013 un gruppo di astronomi dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha stimato dai dati di Kepler che nella Via Lattea risiedano "almeno 17 miliardi" di esopianeti simili alla Terra".

25/11/17

Aviazione Danimarca: declassificati dati sugli alieni

UFOLa Danimarca ha declassificato i dati sul monitoraggio degli ufo.

La Danimarca ha declassificato i dati sul monitoraggio degli ufo.
Si è scoperto che nella banca dati ufficiale ci sono circa 15 mila casi di incontri dei piloti con strani oggetti. Il database è pieno di quarant'anni di osservazioni. Gli ufficiali dell'aeronautica in molti casi sottolineano: l'esistenza degli alieni è realmente dimostrata.
Solo a metà del 2017 sono riportati tre casi di approssimazione di oggetti volanti non identificati ai velivoli. Gli ufologi di tutto il mondo hanno subito raccolto i dati, i sostenitori della teoria del complotto da tempo credono che gli alieni usano la Groenlandia come base.

21/11/17

Gli alieni? Meglio non incontrarli

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Il giudizio dell’astrofisico inglese Stephen Hawking arriva da un nuovo documentario che verrà trasmesso da Discovery Channel quest’anno. Ci sono voluti 3 anni per farlo e si intitola: "Stephen Hawking's Universe". Nella trasmissione, il celebre astrofisico e matematico britannico offre
il suo punto di vista su cosa potrebbe celarsi nello spazio profondo. La sua deduzione, stando a quanto dichiara al
 Times, è che gli alieni possono realmente esistere, ma è meglio per noi se non li incontriamo.
“Stephen Hawking afferma che gli alieni esistono, ma è meglio non incontrarli...”
Logica matematica - Innanzitutto è matematicamente impossibile che non esistano altre forme di vita nell’immensità dell’Universo, su questo lo scienziato non ha dubbi. E nel documentario Hawking non è certo ottimista sul livello evolutivo di questi extraterrestri: molte forme di vita aliene potrebbero non essere troppo intelligenti, altre nemmeno troppo pericolose. 
Come nel 1492 - Ma il contatto diretto con queste forme di vita potrebbe essere una mezza catastrofe per il genere umano: "Se gli alieni venissero davvero a farci visita, penso che sarebbe come quando Cristoforo Colombo è approdato in America, cioè un momento tragico per i nativi americani”. Hawking illustra perché potenzialmente questo incontro potrebbe avere risvolti negativi per gli Uomini: “per compiere un viaggio simile, dovrebbero usare astronavi enormi, costruite sfruttando tutte le risorse del loro pianeta natio. Questi esseri evoluti potrebbero trasformarsi in nomadi, alla ricerca di pianeti da conquistare e colonizzare.

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