Continuano ad essere registrati nel mondo numerosi casi di avvistamenti Ufo, gli ultimi due casi in Siberia ed in Ohio.
Guarda il video qui :
Lo,scorso 8 novembre un uomo avrebbe assistito all'atterraggio di un presunto Ufo nelle campagne di London, cittadina americana nello Stato dell'Ohio. La notizia è stata resa pubblica nelle scorse ore dal 'Mutual Ufo Network' (Mufon) e pubblicata su numerosi siti di informazione americani. L'avvistamento sarebbe avvenuto intorno alle ore 10 del mattino. Il testimone si stava recando al lavoro con la propria automobile, quando si è accorto di un oggetto volante, che stava atterrando su di un campo vicino. Inizialmente l'uomo ha pensato si trattasse di un piccolo aereo, ma avvicinandosi maggiormente si è accorto che si trattava di un oggetto dalla forma bizzarra e che si caratterizzava per la presenza di luci colorate nel fondo.
L'oggetto volante mi muoveva ad altezza uomo
L'uomo sostiene nel suo racconto che l'oggetto si muoveva a bassa quota volando quasi ad altezza d'uomo. Il testimone, che comunque non è mai sceso dalla sua auto guardando il fenomeno mentre si trovava alla guida, dichiara di non aver potuto fotografare quanto visto, ma di essere sicuro di quanto raccontato. Si tratta ovviamente di un caso molto strano, che certamente richiede maggiori approfondimenti e che ovviamente senza alcuna prova a parte la testimonianza diretta dell'unica persona che ha assistito al fenomeno, non può essere considerato un caso particolarmente attendibile.
L'ufo di Omsk
Si tratta comunque dell'ennesimo avvistamentoche si verifica negli ultimi giorni nel mondo.Il più eclatante sicuramente è quello che è stato registrato solo alcuni giorni fa in Siberia, terra non nuova a questi fenomeni, in cui una grossa scia luminosa è apparsa in cielo sopra la cittàdi Omsk. Ancora non si è ben capito se si sia trattato di un Ufo, una meteora o di un test missilistico. Certamente si è trattato di un episodio, che a differenza del caso americano, ha avuto moltissimi testimoni con tanto di video ed immagini sul web.L'ennesimo caso che si registra nel corso di questo 2015, un anno certamente ricco da un punto di vista ufologico.
Siamo soli nell'Universo? Ci sono altri pianeti come il nostro? Nei meandri più nascosti dello spazio è possibile trovare altre forme di vita? Queste le domande che affliggono l'uomo sin dall'alba dei tempi, quando per la prima volta alzò lo sguardo verso la volta celeste.
Il 2015 è un anno importante per la Nasa e per la ricerca di pianeti extrasolari, o esopianeti, perché si festeggia il 20esimo anniversario della scoperta del primo corpo celeste in orbita attorno a una stella simile al sole. Il nome del pianeta è 51 Pegasi B, la cinquantunesima stella, in ordine di brillantezza, nella costellazione di Pegaso. A scoprirlo due astronomi svizzeri, Michel Mayor e Didier Queloz, che decisero di fare l’annuncio nel corso di una conferenza a Firenze, il 6 ottobre 1995. La storia dello spazio, almeno quella conosciuta dal genere umano, subiva un ribaltamento epocale: il sistema solare non era più unico nell’Universo e questo rimetteva in discussione tutte le scoperte fatte fino ad allora.
Nasceva, così, una nuova branca dell’astronomia, che diede il via alla gara per la scoperta di nuovi sistemi planetari. La disciplina è in continua espansione e il tasso di crescita del numero dei pianeti extrasolari è sempre più accelerato: in 20 anni sono state effettuate 5608 scoperte, di cui 1904 presentano molti tratti in comune con la Terra.
La maggior parte delle scoperte è stata effettuata con Kepler, il telescopio spaziale della Nasa, ma, nel prossimo futuro, se ne aggiungeranno altre, grazie ai nuovi osservatori spaziali - tra cui il James Webb Space Telescope (JWST) e il Transit Exoplanet Survey Satellite (TESS) - che continueranno a studiare e a ricercare nuovi mondi.
La Nasa ci tiene particolarmente a questo progetto, tanto che ha creato Planet Quest, un sito che tiene aggiornati gli utenti sulle scoperte, anche minime, riguardanti altri pianeti. "Uno strumento - ha spiegato la stessa agenzia spaziale - che ci consente di entrare in una nuova era dell'astronomia, un'era in cui verranno finalmente fornite risposte a domande e dubbi che hanno migliaia di anni".
La scoperta di un pianeta abitabile "ridefinirebbe tutto quello che sappiamo dell'Universo e il posto che noi occupiamo in questo", hanno spiegato gli astronomi. Scoprire altre forme di vita su superfici di pianeti che non sono il nostro, poi, "rivoluzionerebbe la storia dell'umanità".
Le ricerche di questi anni stanno mostrando che sono piuttosto frequenti i pianeti “potenzialmente abitabili”. Allo stato attuale della ricerca, il candidato a migliore "sostituto" del nostro corpo celeste è Kepler 438-b, che, come affermato dagli esperti, potrebbe presentare "alcune delle caratteristiche tipiche di un pianeta come il nostro". L'unico problema è la distanza che ci separa dal "fratello" della Terra, circa 472 anni luce.
Oltre ad avere le dimensioni giuste - ha recentemente scritto Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano (IASF) - il pianeta che cerchiamo deve anche trovarsi nella zona di abitabilità della sua stella, non troppo vicino per evitare di andare arrosto, come succede a Venere, e non troppo lontano per evitare di congelare, come succede a Marte". La zona di abitabilità, quindi, è fondamentale per garantire la possibilità di avere acqua liquida in superficie, anche se solo una dei numerosi parametri da considerare. "Non dobbiamo dimenticare - ha sottolineato il direttore dell'IASF - che gli oceani terrestri sarebbero perennemente gelati se l’atmosfera, con il suo effetto serra, non contribuisse ad alzare la temperatura media sulla superficie terrestre".
Quindi Kepler 438-b e gli altri esopianeti scoperti sino a ora ospitano degli “alieni”? E' impossibile affermarlo, come altrettanto impossibile è negarlo. Con la tecnologia in nostro possesso, se pure ci fossero, sarebbe impresa ardua riuscire a comunicarci. "Ammesso anche che fossero loro a inviarci dei segnali, questi viaggerebbero - stando alle ipotesi degli esperti della Nasa - alla velocità della luce, quindi arriverebbero da noi fra più di 400 anni. Contando altri 400 anni per la nostra risposta, si capisce quanto sarebbe difficile comunicare con loro".
In 20 anni, sono stati scoperti pianeti di ogni tipo: gioviani caldi in orbite strette, mondi rocciosi di diamante e altri dove piove ferro. "Quello che tutti cercano - ha concluso il direttore Caraveo - è un sistema planetario simile al nostro sistema solare, con un numero ed una distribuzione di pianeti paragonabili a quello nel quale abitiamo. Ovviamente, il fine ultimo è la scoperta di una nuova Terra. Sappiamo che ci stiamo avvicinando, forse l’abbiamo già vista ma non siamo ancora in grado di riconoscerla".
Camillo Michieletto, esperto del Centro Studi Ufologici, chiede l’aiuto di eventuali altri testimoni oculari
BELLARIA - Pochi ci credono, molti no. Premessa d’obbligo quando si parla di Ufo e di avvistamenti presunti tali. Camillo Michieletto, bellariese d’adozione, è uno dei massimi esperti nella nostra riviera di avvistamenti. E oggi ci segnala quello che si sarebbe (il condizionale è nostro, non suo perché lui si sente abbastanza sicuro) manifestato sulla spiaggia di Bellaria Igea Marina il 2 novembre scorso intorno alle 19,25 quando già le tenebre avevano preso possesso della battigia.
“Mi hanno segnalato - dice Michieletto - la presenza di un bolide in cielo della durata di 2-3 secondi. Sembrava un fuoco d’artificio di colore bianco e azzurro. Dalla spiaggia procedeva verso Nord-Est ed era anche abbastanza basso e dunque ben visibile. Aerei a quella quota sono da escludere, droni anche perché troppo piccoli rispetto alla figura che è stata descritta. Ma al momento non abbiamo altri elementi. Ed è per questo che cerco testimoni, ho bisogno di più informazioni possibili per arrivare a dire con certezza che potrebbe essersi trattato di un oggetto volante non identificato. Un Ufo”.
Manifestare un minimo di perplessità è comprensibile, ma conosciamo Michieletto e sappiamo quanto il Centro studi a cui appartiene studia la materia. Loro ci credono, eccome se ci credono. “Che sia qualcosa di molto simile a quello cui penso non ho dubbi - insiste - ma servono ulteriori particolari. Per questo metto a disposizione di chi mi voglia dare una mano il mio numero di telefono cellulare (327 6706177) e la mia casella di posta elettronica (camillo.michieletto@tiscali.it). Spero e confido nel contributo serio di qualcuno”. Intanto c’è un disegno, realizzato in base a quanto riferito da chi quella sera in spiaggia c’era davvero. Il bolide è ben evidente come la sua scia abbastanza lunga. Non c’è stato tempo di fotografarlo perché si è materializzato ed è scomparso nel giro di pochissimi secondi.
Questo è quanto. Ora sarà inevitabile il diluvio di critiche ed obiezioni da parte del popolo, specie quello dei social. Ci sta affrontando un argomento come questo. Ma quelli del Centro Italiano Studi Ufologici non sembrano curarsene più di tanto: vanno avanti convinti delle loro teorie e dal loro punto di vista fanno certamente bene. Anche di questo si parlerà il 21 novembre prossimo a Torino nel 30° Convegno nazionale di Ufologia.
Russia nuovo avvistamento nei cieli della Siberia, oggetti volanti non identificati visti da numerosi testimoni.
Uno strano fenomeno si sarebbe verificato in Russia nei cieli della cittadina siberiana Ulan-Ude. Secondo numerosi testimoni, alcuni oggetti volanti non identificati, simili ad anelli circolari, sarebbero stati avvistati sui cieli della città in Siberia. Il fenomeno è stato descritto dai numerosissimi testimoni come un qualcosa di simile a dei grandi anelli di luce. La popolazione della piccola cittadina siberiana si è divisa quasi subito sulla natura di questi fenomeni. Infatti, c'è chi pensa si possa trattare di qualcosa di spiegabile, ma si tratterebbe di una minoranza. Infatti sono stati davvero tanti coloro che hanno assistito alcune sere fa a questo strano fenomeno caratterizzato dall'improvvisa apparizione in cielo di questi enormi anelli di luce incandescente, che secondo alcuni sono spariti quasi subito, secondo altri si sono semplicemente spostati sopra il lago Baikal.
Una zona ricca di avvistamenti quella sopra il lago Baikal
Una dei testimoni, una donna che in quel momento stava passeggiando con il figlio in strada, dice di aver sentito dei forti rumori, una sorta di rombo che le ha subito fatto pensare ad un grosso drone o ad un aereo,ma si esclude possa trattarsi di quello visto che gli anelli di luce sono scomparsi dopo breve tempo non lasciando nessuna traccia in cielo.Tra l'altro avvistamenti di questo tipo non sono nuovi in quelle zone, già nel 2010 una ragazza aveva dichiarato di aver visto un Ufo nei cieli sopra la sua città. In particolare la zona sopra il lago Baikal sarebbe quella dove nel corso degli ultimi decenni gli avvistamenti di strani oggetti si sarebbero moltiplicati. Altri curiosi casi si sono verificati negli anni passati
Insomma certamente uno strano caso, al centro degli studi dei ricercatori di ufologia, che già negli scorsi anni avevano attenzionato laSiberia, una zona in cui le apparizioni di questo tipo sono più frequenti di molte altre zone del nostro pianeta. Negli scorsi anni si sono segnalati altri casi assai inquietanti, come quello di un uomo di 35 anni che dice di aver visto una palla infuocata lievitare in cielo a 200 metri di distanza.
Il video che vi mostriamo oggi, sta spopolando su YouTube ed è titolato “Alien on Moon | Proof of Apollo 11 cover-up”. Le immagini sarebbero tratte dalla pellicola del famoso “Project Blue Book” e mostrano qualla che sarebbe, la “prova definitiva di un alieno su Luna”. Secondo l’autore della pubblicazione, le immagini sarebbero state girate durante un periodo di silenzio radio di due minuti avvenuto durante la missione Apollo 11.
Gli astronauti Neil Armstrong e “Buzz” Aldrin, avrebbero testimoniato questo “incontro ravvicinato” definito poi “incidente”, poco dopo l’atterraggio dell’Apollo 11 sulla Luna. La trasmissione televisiva in diretta, poi, sarebbe stata interrotta per due minuti a causa di un surriscaldamento della telecamera. Sempre secondo l’utente MeniThings che conta oltre 8300 iscritti al suo canale YouTube), si tratta di una registrazione 16mm dell’originale trasmissione video dal vivo, inviata direttamente al governo degli Stati Uniti, che ne avrebbe bloccato la pubblica radiodiffusione.
Il Project Blue Book, diretto all’epoca dal famoso Prof. J. Allen Hynek, fu l’ultimo di una serie di studi condotti dell’aeronautica militare statunitense (USAF), tra il 1947 e il 1969, sugli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO) nel territorio statunitense e in buona parte delle Americhe e dell’Europa. Una parte degli archivi del Blue Book è stata resa pubblica e consultabile liberamente su internet. Le immagini contenute in questo video sarebbero state “rubate” da una località segreta del governo americano.
Rammentiamo i lettori la misteriosa figura fotografata dalla NASA nel 1967. L’immagine denominata “The Shard” si riferiva ad un misterioso alieno che era apparso in un’immagine statica acquisita dalla sonda Lunar Orbiter III. Beh quella figura somiglia molto all’alieno registrato dai due astronauti. Anche su Google Moon è stato documentata la stessa figura aliena e che avrebbe una certa somiglianza a quella visto dalla sonda Lunar Orbiter. Si tratta di un’ombra oppure di una figura umanoide? Per quanto riguarda il filmato del Blue Book, sono in corso indagini approfondite sul video. Attendiamo l’esito!
Ci sono nella Storia (quella con la S maiuscola) dei momenti di passaggio fondamentali, delle fasi che segnano la svolta, delle epoche che cambiano il futuro dell’Umanità. Talvolta chi li vive si rende conto di essere all’inizio di una nuova era. Probabilmente è quello che sta accadendo alla nostra generazione, sul punto di scoprire- al di là di ogni ragionevole dubbio- l’esistenza di altre forme di vita nella galassia attorno a noi
Sembra davvero questione di tempo ormai e la scienza non vuole arrivare impreparata al grande giorno. Ecco perché la NASA e la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti hanno riunito astronomi, storici, filosofi, fisici e teologi di tutto il mondo per un simposio dal tema significativo:”Prepararsi alla scoperta”. Ovviamente, degli altri esseri viventi del cosmo. Tra i punti del dibattito: valutare come dovremmo predisporci in vista dell’inevitabile individuazione di vita extraterrestre, sia essa in forma batterica oppure intelligente.
La NASA si prepara alla scoperta di vita aliena
“Stiamo considerando ogni possibilescenario in merito. Se si scoprono dei microorganismi, è un conto. Ma se si trovano creature intelligenti, è un altro. E secomunicano, è un altro ancora e in base a quello che ci dicono, se ne profila uno diverso!”, ha detto all’Huffington Post l’astrobiologo Steven J. Dick, ex della Nasa ed organizzatore di questa due-giorni diWashington. “L’idea non è stare ad aspettare fino al giorno in cui arriveremo ad una scoperta, ma tentare di preparare il pubblico a tutte lepotenziali implicazioni in vista della scoperta.” Insomma, il punto non è se, ma quando ciò si verificherà. E anche l’ente spaziale americano ne è ben consapevole e vuole giocare d’anticipo. “Credo che a spingere la Nasa in questa direzione siano tutti i nuovi esopianeti individuati e i progressi dell’astrobiologia in generale. La gente considera molto probabile che troveremo qualcosa ed è un’opinione sostenuta anche dalla scienza: ad un certo momento, nel futuro, scopriremo la vita”, ha spiegato Dick.
L’astronomo del vaticano, padre guy consolmagno
Tra gli esperti chiamati a confrontarsi su queste tematiche c’era anche l’ astronomo del Papa,
Padre Guy Consolmagno, neopresidente del Vatican Observatory Foundation, noto per le sue affermazioni in merito alla possibilità di catechizzare anche gli Alieni. La sua frase “qualsiasi entità- non importa quanti tentacoli possa avere- possiede un’anima” lo ha portato alla ribalta internazionale, insieme alla sua dichiarata disponibilità a somministrare il battesimo ad E.T.- ma solo su richiesta… Al Simposio, il gesuita ha ribadito il concetto mentre al quotidiano online ha spiegato il suo approccio all’argomento. “Credo che la vita aliena esista, ma non ne ho le prove. Ne sarei davvero entusiasta e renderebbe la comprensione della mia religione più profonda e ricca, in modo che ancora non so neppure immaginare, ed è per questo che sarebbe tanto esaltante”, ha affermato. “Essere un bravo scienziato significa ammettere che non possediamo tutta la verità, c’è sempre da imparare”. E a suo avviso, l’ annuncio epocale -non siamo soli nell’ Universo, anzi, siamo circondati da forme di vita…- non scatenerebbe affatto il panico. “Penso che in realtà ci sarebbero tre giorni di stupore, ma poi torneremmo a preoccuparci dei programmi Tv o delle follie che accadono a Washington. Perché l’umanità è fatta così. E la maggior parte delle persone sono come me: noi ce l’aspettiamo che là fuori ci sia qualcosa. E la nostra reazione sarebbe: wow, grazie al cielo, era ora…” A rendere così sicuri gli scienziati che sia ormai partito il conto alla rovescia, sono i numeri-enormi,
impressionanti- relativi alle stelle e ai sistemi planetari attorno a noi. Certo, sono solo stime perché nessuno sa con esattezza quante copie della Terra, dotate delle medesime caratteristiche adatte alla vita, esistano realmente, ma la statistica non è un’opinione e i potenziali mondi abitati sono davvero innumerevoli- proprio come diceva, quattro secoli fa, Giordano Bruno. “I pianeti del genere, nella nostra galassia, sono decine di miliardi, senza parlare delle lune. E il numero delle galassie che siamo in grado di vedere è circa 100 miliardi”, ha affermato Seth Shostak, astronomo del SETI Institute. Solo nella parte di universo che noi riusciamo ad osservare, ci potrebbero essere 10 mila miliardi di stelle.
Solo nella via lattea potrebbero esistere miliardi di gemelli della terra
“Sappiamo che la maggior parte ha dei pianeti, per il 70-80 per cento. Se tutti questi pianeti sono privi di vita e l’uomo è l’unica cosa interessante del cosmo, bè, allora è un miracolo. Sarebbe un’eccezione a livelli estremi. Un approccio più pragmatico è invece dire: no, l’uomo non è unmiracolo, è solo uno dei tanti nell’elenco. Il punto di arrivo è ipotizzare che una stella su 5 possa avere un omologo della Terra. E questo significa un sacco di mondi abitabili. Anzi, il numero delle copie della Terra nella sola nostra galassia potrebbe essere nell’ordine di 50 miliardi.” Quante potrebbero ospitare civiltà così evolute da possedere una tecnologia a noi ancora sconosciuta in grado di compiere viaggi interstellari? La scoperta della vita extraterrestre passerà anche dall’individuazione di un’ astronave in volo in un punto della galassia? Sarà il James Webb Space Telescope, in orbita dal 2018 per analizzare le atmosfere dei pianeti lontani, a trovare anche la prova dell’esistenza degli Ufo? Domande che l’ Huffington Post ha rivolto a Steven J. Dick e alle quali l’astrobiologo non si è sottratto. Anzi, ha dato una risposta che dovrebbe far riflettere i tanti scettici ad oltranza che per principio ritengono l’argomento UFO una baggianata da non prendere neppure in considerazione. “Io cerco di tenere la mente aperta”, ha detto Dick. “ Il 90 e passa per cento di avvistamenti è spiegabile come fenomeni naturali. Il punto è cosa dobbiamo fare del restante 3 o 4 per cento. Secondo me, andrebbe ulteriormente studiato. Per definizione, gli UFO sono qualcosa che non sappiamo cosa sia. Potrebbero essere fenomeni fisici, psichici o sociali che ignoriamo. Certo, è un bel salto concludere che siano extraterrestri, non ne vedo la dimostrazione. Non ho analizzato da vicino i dati per poter affermare che ci sia una forma di intelligenza dietro ad essi, ma ho visto abbastanza per sapere che ci sono delle realtà non spiegate che dovremmo osservare meglio e per il momento il governo degli Stati Uniti non lo sta facendo.”
Moltissimi quotidiani internazionali ne danno conferma. L’asteroide 86666, identificato 16 anni fa e classificato come un “oggetto potenzialmente pericoloso” – come riporta l’agenzia spaziale statunitense – si sta avvicinando alla Terra. Tuttavia, la NASA ha anche detto che ci sono poche possibilità che l’impatto di un asteroide o cometa possa avvenire nel prossimo futuro con la Terra.