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14/04/15

PLEIADIANI



 Nell’ammasso delle Pleiadi esistono circa 50 sistemi stellari abitati e colonizzati dai Pleiadiani che si dividono principalmente in due grandi ceppi.

Il primo ceppo è di classico aspetto nordico, biondi e occhi chiari, derivato dagli Andromediani che a loro volta discendono dai Lyriani,  il secondo ceppo è simile alla nostra razza medio-orientale, molto scuri, derivato dallo stesso ceppo di Lyriani da cui sono poi discesi i Siriani.

Le Pleiadi che possiamo osservare oggi al telescopio, ci appaiono com’erano circa 400 anni fa, e le vediamo, comunque sempre sotto l’aspetto di terza Dimensione.

Per occuparci di come sono attualmente le Pleiadi bisogna innanzitutto dire che la vita è presente nelle dimensioni superiori alla 3°, e nella 4° in maniera specifica.

In queste dimensioni superiori le leggi dello spazio-tempo sono differenti, come anche molte altre leggi della nostra fisica.

In ogni sistema della Lega Stellare delle Pleiadi, che tra l’altro appartiene al Patto di Ferro stipulato con i Siriani ed i  Bellatrixiani, esiste più di un pianeta abitato o colonizzato. Per esempio: Evra, Lanusia, Pleias, Tedro, e molti altri.

La creazione delle città avviene sotto la superficie planetaria ed è in perfetto accordo con la natura, con l’anima del pianeta su cui la popolazione vive. Non vi è più alcun tipo di inquinamento perché nelle dimensioni superiori non si utilizza da molto tempo la tecnologia attuale, e molte azioni possono essere attuate con la semplice forza del pensiero.

Nessun essere vivente viene più sacrificato alla fame dell’uomo e la Verità assoluta data dalla piena consapevolezza dei Pleiadiani ha preso il posto delle nostre arcaiche religioni. L’architettura, la medicina, e ogni altra scienza che noi conosciamo sono molto differenti ed evolute.

Non si usano sistemi di pagamento in denaro, o di commercio, come sulla Terra: ognuno provvede equamente secondo le sue capacità evolutive al bene di tutti, essendo cosciente di essere Uno.

Ogni cittadino viene spinto a sviluppare appieno il proprio potenziale affinché possa aiutare meglio la Creazione e trovare la propria realizzazione nella felicità.


Di conseguenza, in caso di guerra, i Pleiadiani usano le armi più per difendersi che per attaccare, sebbene in passato siano stati uno fra i popoli più bellicosi delle galassia.

I Pleiadiani sono 22 milioni di anni più avanti di noi dal punto di vista spirituale/evolutivo, e circa 4,5 milioni di anni più avanti da quello di vista tecnologico.

Questa differenza è spiegata dal percorso evolutivo che le Pleiadi hanno compiuto, preferendo la crescita spirituale a quella tecnologica.

La Lega delle Pleiadi è governata da un Gran Consiglio di Maestri Pleiadiani, che a sua volta fa riferimento al Consiglio Supremo della Federazione Galattica.

Altri organi importanti di controllo sono l’Alto Comando della Milizia (La Flotta Pleiadiana è motivo di vanto, in senso positivo, per tutti i Pleiadiani), ed i vari  Sotto Consigli Planetari.  Da considerare che, nelle dimensioni superiori ogni persona riconosce la superiorità di un Maestro, ed accetta di buon grado di imparare sottostando alle sue decisione, che comunque non sono  mai mirate ad avvantaggiare un essere anziché un altro.

L’UNIONE DELLE DUE LEGHE PLEIADIANE

L’unione delle due leghe stellari delle Pleiadi è avvenuta circa 35.000 anni fa. Al tempo esistevano due “Imperi”: la Lega Stellare di Merope che comprendeva anche il sistema di Electra e la Lega stellare di Maya che comprendeva i sistemi stellari di Taygete e Sterope. I pleiadiani delle due Leghe Stellari erano di ceppo originario differente e provenivano rispettivamente da Andromeda e da Sirio. Quelli di Merope erano biondi con occhi chiari, mentre quelli di Maya avevano la pelle scura, simile ai Siriani. Un terzo ceppo, gli Annunaki, si distinse successivamente staccandosi dalla Lega Stellare di Merope. L’unione dei due ceppi e quindi delle due Leghe Stellari fu obbligatoriamente voluta e cercata già durante e subito dopo la guerra contro Sirio, per il possesso delle risorse di Gaia. I siriani vinsero la guerra riuscendo perfino a sferrare un attacco su Lanusia, capitale del vecchio impero di Merope, e costringendo i Pleiadiani alla resa. Questo accadde dai 40.000 ai 35.000 anni fa. Le due capitali cioè Lanusia su Merope e Tedro su Maya in seguito a questo attacco e alla crescente minaccia dei rettiliani, decisero di mettere da parte le loro antiche dispute, riconoscendosi parte di un unico popolo. Da allora e fino ad oggi, il grande Sole centrale delle Pleiadi nonché  la nuova capitale si trova su in pianeta nel sistema di Alcyone, un sistema con addirittura quattro soli.

Il sistema di Alcyone fu l’ultimo sistema ad essere colonizzato dai Pleiadiani, in poche parole i Pleiadiani di Alcyone vengono considerati “Il nuovo mondo” come per esempio gli Americani per gli Inglesi.

La guerraSirio-Pleiadiana caricò le Pleiadi di un amaro Karma da scontare, che attualmente i Pleiadiani stanno ancora vivendo. L’inizio della guerra fu infatti causato dall’iniziativa di un alto ufficiale delle flotta di Merope, il quale attaccò la capitale Siriana, il pianeta Nagal, decidendo di sua iniziativa che il tempo del negoziato con Sirio era finito. Ciò che ne scaturì fu una rapida ma violenta guerra, finché i Pleiadiani  rinunciarono al dominio sulla fiorenteAtlantide e alle sue preziosissime risorse. I Siriani vinta la guerra, popolarono Atlantide con la loro razza progenitrice Precetacea, originaria dalla Lyra.

Tuttavia esisteva ancora il terzo ceppo dei Pleiadiani, gli Annunaki che non avevano partecipato alla guerra, ma anzi si erano alleati alla Fratellanza Oscura di Orione. Essi costruirono la micidiale e invincibile Astronave/Pianeta Nibiru, e il loro capo Anu, venne considerato dal Consiglio Pleiadiano, un ribelle a tutti gli effetti .

13/04/15

Nasa e alieni: sappiamo dove sono..


Ellen Stofan NASA“Sappiamo dove cercare gli alieni ed abbiamo i mezzi per poterlo fare”.
Queste dichiarazioni incredibili arrivano dal capo ricercatore della Nasa, che afferma inoltre che tra circa 20 anni avremo le prove concrete e tangibili della loro esistenza.
Queste frasi sono state affermate durante una conferenza che si è tenuta in questi giorni a Washington.
Siamo finalmente pronti per la verità?
Gli alieni e le prove della loro esistenza
Martedì 7 Aprile 2015, si è tenuto a Washington un convegno, a cui hanno partecipato i leader scientifici della Nasa, che aveva come tema proprio la possibilità dell’esistenza della vita fuori dal nostro pianeta. Il verdetto è stato unanime: la vita c’è, e sappiamo anche dove andarla a cercare.
La più sicura di questo fatto è stata proprio Ellen Stofan, capo ricercatore della Nasa, che ha dichiarato che ci sono molte probabilità che nei prossimi 20 anni si riescano a trovare le prove certe dell’esistenza di altre forme di vita.
Vi riportiamo le dichiarazioni di Stofan: “Credo che riusciremo ad ottenere indizi molto chiari sulla presenza di forme di vita extraterrestri nel corso del prossimo decennio e probabilmente tra i 10 e i 20 anni nel futuro saremo in possesso di prove certe al riguardo”.

“Sappiamo dove guardare, sappiamo come guardare e in molti casi abbiamo anche a disposizione la tecnologia adeguata per farlo”. A sostegno di queste dichiarazioni è intervenuto anche Jeffery Newmark, direttore del dipartimento di eliofisica dell’Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche, che ha dichiarato che la questione è quando troveremo gli alieni e non se esistono.
Stofan ha inoltre affermato che il prossimo grande obiettivo della Nasa sarà quello di inviare astronauti su Marte nel 2030, per verificare concretamente la presenza di vita sul pianeta rosso. Un passo importante e fondamentale su una questione che da anni sta appassionando gli ufologi ed i ricercatori.
Riusciremo finalmente ad ottenere delle risposte sull’esistenza di razze aliene? Secondo la Nasa sembra proprio essere così.

12/04/15

Inizia da Palermo il lungo viaggio della sonda Dawn della Nasa: va verso il pianeta nano Cerere

Inizia da Palermo il lungo viaggio della sonda Dawn della Nasa: va verso il pianeta nano Cerere



ROMA. È iniziato da Palermo il lungo viaggio della sonda Dawn verso il pianeta nano Cerere: l'oggetto celeste scoperto nel 1801 da Giuseppe Piazzi dell'Osservatorio di Palermo svelerà i suoi segreti alla sonda della Nasa che, entrata da pochi giorni in orbita, riaccende i suoi strumenti tra cui lo spettrometro Vir (Visual and Infrared Spectrometer) realizzato da Agenzia spaziale italiana (Asi) e Istituto nazionale di astrofisica (Inaf). Per ricordare l'importanza della grande scoperta, Cerere fu il primo asteroide mai osservato, l'Inaf ospita a Palermo il convegno internazionale dedicato alla missione Dawn e una serie di iniziative per il pubblico.
Partita nel 2007, la sonda Dawn della Nasa ha effettuato un lungo viaggio, durante il quale ha anche fatto una 'sosta' per studiare l'asteroide Vesta, ed è finalmente arrivata a destinazione: Cerere. Classificato da pochi anni come pianeta nano, Cerere fu individuato per la prima volta da Piazzi e con l'arrivo di Dawn nella sua orbita da poco più di un mese sarà possibile aggiungere nuovi tasselli alla comprensione della nascita del nostro sistema solare.
«Da oggi - ha spiegato Giusi Micela, dell'Osservatorio di Palermo - Dawn riprenderà le attività scientifiche e grazie anche allo strumento italiano a bordo potremo analizzare in profondità la composizione di questo oggetto». Per ripercorrere questi due secoli di storia che da Piazzi hanno portato ai successi di Dawn, Palermo ospiterà fino al 14 aprile, presso la sede dell'Inaf, il convegno internazionale dedicato alla missione e una serie di eventi per il pubblico. Al termine della conferenza di apertura saranno inaugurate tre mostre, sul tema degli asteroidi, su Cerere e una raccolta storica di strumenti di lavoro dell'epoca.
«In programma ci sono varie conferenze - ha spiegato Micela - anche sui parallelismi del lavoro di oggi con quello dei primi dell'800. Una delle particolarità che ne emerge è osservare, con un certo stupore, come nella Sicilia borbonica ci fosse un interesse dei potenti e i politici verso la scienza e la ricerca maggiore di quello che esiste oggi».

Alieni, per la Nasa solo microbi ET


La notizia delle dichiarazioni Ellen Stofan, capo scienziato della Nasa, rilasciate martedì 7 aprile a Washington: “Gli alieni? Fra 20 anni prove certe. Sappiamo dove cercare e abbiamo i mezzi per farlo”, rafforzate dal suo collega Jeffery Newmark, che ha perentoriamente affermato: “Ormai la domanda da porsi non è più “se” troveremo vita su altri pianeti, ma piuttosto “quando” la troveremo” ovviamente “parlando di microrganismi e non di omini verdi”, non stupisce più di tanto il mondo della ricerca esobiologica.
In realtà sono molte le scuole di pensiero che dichiarano come imminente la scoperta a breve, di forme di vita extraterrestre. Solamente che le differenziazioni sono molteplici. Per lo scopritore del Dna il Nobel F. Crick,“L’origine della vita appare quasi un miracolo, tante sono le condizioni che hanno dovuto essere soddisfatte perché essa potesse avere inizio”. Un miracolo? Sì, ma grazie ai “microrganismi inviati in una qualche navicella spaziale da una civiltà extraterrestre” (F. Crick, “Life itself”).
Ricordiamo le varie ipotesi previste dagli scienziati per la classificazione delle civilizzazioni galattiche, dalle probabilità di Isaac Asimov, dalla scala di Shklovskii, alla scala di Kardashev per finire con quella di Michio Kaku. Ed il numero ipotetico di 
8 miliardi di pianeti abitabili nella nostra “via lattea” come dichiarato dai recentissimi convegni della Nasa. Quindi parlare di imminenti scoperte di tracce microbiotiche extraterrestri lascia molto perplessi. Fino a pochi anni fa era eresia parlare di esopianeti o di acqua nel nostro sistema solare… Oggi invece si teorizza addirittura che la stessa Via Lattea, sia una specie di Wormhole, come ha affermato l’astrofisico Paolo Salucci della Sissa Scuola Internazionale Superiore si Studi Avanzati di Trieste e pubblicato su Annals of Physics, dove si introduce anche il concetto di Zoo galattico. Il nostro universo con le sue 300 miliardi di galassie, ed ogni galassia contenente altrettanti miliardi di stelle, moltiplicato per il numero di pianeti orbitanti, compresi quelli della legge Titius Bode(cioè quelli non osservabili direttamente per le loro dimensioni di tipo terrestre) ed essendo comuni, almeno per adesso sia le costanti che gli elementi, fa crescere esponenzialmente e statisticamente, da ipotesi a certezza, l’esistenza di vita extraterrestre. Probabilmente l’enfasi data dalle dichiarazioni della scienziato Nasa Ellen Stofan, sembrano affermazioni ad effetto per il rilancio e rifinanziamento della nuova corsa all’esplorazione spaziale, in tempi di tagli ai bilanci, come il previsto ritorno sulla Luna e l’impresa della missione su Marte, alla ricerca di forme di vita.Per il Seti, si è in attesa di un segnale intelligente captato dai radiotelescopi. PerPaul Davies invece bisogna cercareevidenze come strutture estrattive minerarie preistoriche create dagli alieni sulla nostra Luna, su alcuni asteroidi, oppure trovare un messaggio inserito nel nostro Dna. Per il Setv variante del Seti si cercano gigantesche strutture spaziali lasciate come segnali o radiofari di ipotetiche civiltà galattiche. Tutte forme di vita intelligente e tecnologicamente avanzata. Solo la Nasa insiste come scoperta certa entro un decennio, di vita extraterrestre ma riducendone la portata a tracce biologiche di microrganismi. Persino la teoria della “Panspermia cosmica”, cioè la vita portata sulla terra da comete e meteoriti “inseminatori spaziali” come sostenuto dagli astrofisici come Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe sembra in confronto fantascienza. La nostra giovane scienza astronautica parte dagli anni ’60 del secolo scorso. Facendo la comparazione con sistemi stellari di qualche milione o addirittura miliardo di anni più vecchio del nostro, probabilmente l’evoluzione astronautica di altre civiltà avvenuta su altri pianeti, potrebbe sembrarci magia e forse senza possibilità di confronto o contatto perché considerati noi terrestri una civiltà estremamente primitiva, non interessante o pericolosa. Semmai non saremmo noi a stabilire il contatto ma “loro” cioè gli eventuali extraterrestri, nel caso decidessero di palesarsi. Per non parlare degli Ufo, non accettati dalla scienza ufficiale ma testimoniati anche da molti astronomi di fama mondiale, compreso leindagini svolte da apparati di Intelligence e militari con dossier ben documentati comprendenti eventuali misure di ingaggio. Basterebbe accettare un solo avvistamento del milione e mezzo di segnalazioni Ufo per risolvere il problema della Eth.
Ma chissà cosa accadrebbe veramente all’annuncio ufficiale e improvviso della scoperta di vita extraterrestre? Vedremo gli eventi futuri.

11/04/15

Avvistamenti UFO ad alta quota: ex pilota di Obama rivela un “segreto” in volo sull’Iowa



Avvistamenti UFO e piloti di linea, una casistica che a distanza di anni va arricchendosi di nuovi misteri e rivelazioni. Le ultime, decisamente suggestive e che hanno avuto ampio risalto su diversi mass media internazionali, sono ad opera diAndy Danziger. Quest’ultimo è un pilota veterano dei voli commerciali negli Stati Uniti d’America, un professionista di provato valore che nel decennio precedente ha pilotato anche aerei che trasportavano Barack Obama durante la sua prima campagna elettorale. Danziger ha rivelato come, nell’ormai lontano 1989, fu protagonista di un clamoroso caso di UFO Sightings, mentre si trovava in volo dal Kansas City International Airport e diretto a Waterloo, in Iowa. Danziger ha rivelato come lui e l’altro pilota individuarono un velivolo di natura sconosciuta e vagamente di forma discoidale. Nessuno dei due piloti fu in grado di riconoscerlo come un velivolo di natura convenzionale. Andy Danziger ha rivelato come altri suoi colleghi, informalmente, abbiano ammesso di aver vissuto esperienze simili alla sua.



Sul canale tematico YouTube di Cosmos News (dedicato diffusamente alle notizie a carattere ufologico, scienze non convenzionali e misteri) è presente una video news con immagini di Andy Danziger ed i dettagli della sua storia. L’avvistamento UFO di cui fu protagonista è invece presente in un report del New York Daily News.
Per approfondire l’argomento:
Lo speciale su Open Minds Tv.
Il report sul New York Daily News.

10/04/15

NASA ISS in orbita Stato 8 aprile 2015



© NASA
NASA ISS in orbita Stato 8 aprile 2015.
I sei membri dell'equipaggio Expedition 43 speso Mercoledì condurre più la scienza medica e la formazione più tardi per una emergenza simulata praticare le loro abilità di risposta.
Gli astronauti Terry Virts e Samantha Cristoforetti hanno partecipato a un altro giro di controlli occhio per il corso di studio oculare Salute . Membro dell'equipaggio di un anno Scott Kelly scansionato le gambe utilizzando un ultrasuono per laSprint ad alta intensità, studio esercizio a basso volume.
Cosmonauta Anton Shkaplerov continuato a studiare modi per rilevare perdite di pressione all'interno della stazione per l'esperimento Bar. Quattro volte stazione spaziale residente Gennady Padalka studiato la formazione di cristalli di Coulomb e liquidi da macroparticelle intrappolate in un campo magnetico.Compagno di un anno membro dell'equipaggio di Kelly Mikhail Kornienko ha lavorato per tutta la manutenzione segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale.
Lunedi 13 aprile è il giorno di lancio per operativa sesta missione cargo di rifornimento di SpaceX per la Stazione Spaziale Internazionale. Il lancio è previsto per 16:33 EDT from Space Launch Complex 40 a Air Force Station di Cape Canaveral. 



On-Orbit Status Report
Resistenza integrata e Studio allenamento aerobico (Sprint) Ultrasuoni: Kelly, con l'assistenza di Cristoforetti, indossato segni di riferimento sulla coscia e polpaccio e eseguito una ecografia con la guida a distanza da parte del team a terra. L'indagine Sprint valuta l'uso di alta intensità, esercizio fisico basso volume per ridurre al minimo la perdita di muscoli, ossa, e la funzione cardiovascolare in uomini dell'equipaggio della ISS durante missioni di lunga durata. Al termine di questo studio, i ricercatori si aspettano di fornire una resistenza integrata e protocollo di allenamento aerobico capace di mantenere muscoli, ossa e la salute cardiovascolare, riducendo il tempo totale di esercizio nel corso di un volo spaziale di lunga durata. Ciò fornirà preziose informazioni a sostegno dell'obiettivo del ricercatore a lungo termine della protezione fisica umana per missioni di esplorazione dello spazio più lunghi.
Salute oculare: Virts e Cristoforetti hanno completato la prima di 3 giorni dalla loro Return-30 (R-30) Attività oculare salute. Oggi entrambi i membri dell'equipaggio eseguiti tonometria e la visione test, ognuno agisce come il Crew Medical Officer (CMO) per l'altro membro dell'equipaggio. Il protocollo oculare salute è una raccolta sistematica di dati fisiologici per caratterizzare il rischio di microgravità indotta visive / pressione intracranica in membri dell'equipaggio della ISS. I ricercatori ritengono che la misura dei cambiamenti del sistema nervoso visivo, vascolari e centrale nel corso di questo esperimento e durante la successiva ripresa volo post verrà contribuire allo sviluppo di contromisure, strategie di monitoraggio clinico, e le linee guida di pratica clinica.
Roditore Research (RR) preparati: Virts eseguita una calibrazione del densitometro osseo (BD), una nuova funzionalità per le prossime indagini RR. La densità ossea misure payload BD utilizzando Mineralometria ossea computerizzata (DEXA). Il portatile BD e integrata è un densitometro completamente integrato progettato per la stima della densità minerale ossea (BMD) in unità di g / cm2, e la composizione corporea con DEXA.
Japanese Experiment Module Airlock (Jemal) Spostare tabella delle disfunzioni: Dopo l'installazione della missione di rifornimento Robotics (RRM) -2 Taskboards sul tavolo scorrevole Jemal a fine marzo, l'equipaggio aveva inizialmente difficoltà a ritrarre completamente la slitta e la chiusura del portello e segnalato un rumore raschiante. Oggi Virts ispezionato varie porzioni del meccanismo di traslazione nel tentativo di trovare la fonte del rumore. Nessuna condizione anomala è stata osservata durante il controllo visivo, tuttavia, un rumore stridente è stato sentito a quasi lo stesso tempo durante il rientro slitta (nessun rumore è stato sentito durante l'estrazione tabella). Il team di ingegneri JAXA sta valutando i risultati di oggi.
On-Board Training (OBT) Emergency Response: Tutti i 6 membri dell'equipaggio hanno partecipato a questa simulazione di emergenza quando fisicamente tradotte attraverso la ISS nelle posizioni di risposta adeguate; esecuzione procedura praticata e il processo decisionale associato; e praticato la comunicazione / coordinamento con centri di controllo della missione (MCC) -Houston e Mosca per un determinato scenario di emergenza.Dopo la sessione, i team dell'equipaggio e di terra hanno tenuto una conferenza per discutere i risultati.
Nodo 3 (N3) di anidride carbonica Removal Assembly Fault (CDRA) Hardware: Questa mattina la N3 CDRA guasto durante il funzionamento a causa di valvola selettrice Air (ASV) 104 non riuscendo a passare tra la metà del ciclo 2 e mezzo ciclo 1. ASV 104 è stato recuperato a seguito di un Attivo raffreddare. N3 CDRA è attualmente in funzione.
Avanzata Resistive Exercise dispositivo (ARED) Apace Stazione Computer (SSC) Deploy: Cristoforetti trasferito un computer portatile T61p in N3 che sarà dedicato ad uso ARED e hardware associato. Il software ARED caricato su questo SSC verrà utilizzato per registrare il carico e il numero di ripetizioni per ogni serie di sessione di esercizio di un membro dell'equipaggio e permettere il terreno per accedere a questo dati tramite orbitale adattatore Communications (OCA).
Attività previste di oggi 
Tutte le attività sono state completate, se non diversamente indicato.

Gli alieni? Per la Nasa li troveremo entro il 2025


Per la Nasa, entro 10 anni sapremo con certezza

se c'è vita da qualche parte nello spazio vicino a noi 

ed entro 20 potremmo anche riuscire a "incontrarla".

encelado
Getti di ghiaccio, vapore e forse composti organici dal polo sud di Encelado, luna di Saturno.|NASA/JPL/SPACE SCIENCE INSTITUTE

Forti indicazioni di una qualche forma di vita extraterrestre potrebbero arrivare entro 10 anni. Un soffio, per la storia dell'umanità, e a dirlo è una fonte di tutto rispetto: niente meno che la Nasa e i suoi scienziati.

Per le prove definitive potremmo dover aspettare una manciata di anni in più: 20 o 30 anni, ha spiegato Ellen Stofan, ricercatore capo alla Nasa, durante un panel di discussione il 7 aprile 2015.

IL FUTURO È GIÀ QUI. «Siamo probabilmente a una generazione di distanza da forme di vita aliene nel Sistema Solare, siano esse su una luna ghiacciata o su Marte, e a una generazione di distanza da forme di vita aliene su un pianeta in orbita attorno a una stella vicina» ha aggiunto l'astrofisico statunitense ed ex astronauta della Nasa John Grunsfeld.

CHI SCAVA, TROVA. Dove cercare i vicini extraterrestri? Non sulla superficie, come ha chiarito l'astrobiologo della Nasa Chris McKay, in un'intervista rilasciata il mese scorso al sito di Business Insider. È più facile che le prove si trovino sotto alla superficie di lune e pianeti, ma realizzare rover in grado di scavare in profondità è un'impresa estremamente costosa, riuscita finora soltanto su Marte.

SORVEGLIATO SPECIALE. Anche per questo motivo è Encelado a offrire le prospettive più entusiasmanti. La piccola luna di Saturno ospita un oceano sotto a uno strato di ghiaccio: sul fondale di questo mare si troverebbero vulcani attivi (con possibili camini idrotermali, sorgenti di acqua calda associate alla presenza di primitive forme di vita).

Di più: la sonda Cassini ha individuato geyser di polveri di ghiaccio e vaporifuoriuscire dal polo sud della luna. Se esiste vita al di fuori di quella terrestre, il primo luogo dove potremmo trovarla è proprio all'interno di questi getti.
Megacanyon, geyser, fontane di polvere di ghiaccio: 8 meraviglie del Sistema Solare
CHE COSA CERCARE. L'ideale sarebbe poter cercare nei geyser la presenza di aminoacidi, e capire se questi siano il risultato di un processo biologico, compatibile con la vita: un'operazione che la sonda Cassini non è predisposta a compiere.

CAMBIO DI PROSPETTIVE. Per McKay, comunque, la vera domanda da porsi non è se esistano forme di vita aliene, ma: "esiste una seconda generazione di vita su questi mondi"? E cioè, quanto la vita extraterrestre si discosta da quella che conosciamo?

GLI ALTRI SIAMO NOI. La risposta potrebbe gettare nuova luce anche sull'origine della vita sulla Terra. Se, per esempio, si trovassero su Marte forme di vita con un DNA analogo a quello terrestre, si potrebbe ipotizzare che siamo "cugini", e che la vita viaggiò da Marte (un tempo ricoperto di oceani) alla Terra, magari "a cavallo" di un meteorite.

Più ci allontaniamo nelle nostre ricerche, conclude McKay, oltrepassando i confini del Sistema Solare, maggiori saranno le probabilità di trovare forme di vita molto diverse da quella terrestre.

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