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05/11/18

Ecco perché questo maltempo in Italia potrebbe essere di origine artificiale


Apocalisse maltempo ,non sarà vero la storia Ddell scie chimiche?: qualcuno sta bombardando l’Italia?


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Foto dimostrativa del maltempo in Italia

Siamo stati deliberatamente “bombardati” da nubifragi devastanti, scatenati da perturbazioni artificiali?
«Il prossimo che riparla di scie chimiche andrà sottoposto a un Tso», disse a mo’ di battuta Matteo Renzi, scoraggiando ulteriori interrogazioni parlamentari, sul fenomeno, da parte di esponenti del Pd.

Tutti hanno visto il cielo sereno “rannuvolarsi”, dopo l’emissione di una rete fittissima di migliaia di scie bianche rilasciate dagli aerei di linea. Follia? Complottismo da strapazzo?
L’unica vera certezza è la storica carenza (in Italia, non all’estero) di spiegazioni ufficiali, definitive ed esaurienti, sulla manipolazione del clima.
Si accumulano invece informazioni parziali, da fonti indipendenti, riguardo al presunto impiego clandestino della geoingegneria, inaugurata da Israele per far piovere sul deserto del Negev.
La stessa Cia, oggi, ammette che sono in corso vaste sperimentazioni. Nel saggio “Owning the wheather” (possedere il clima), l’economista canadese Michael Chossudowsky svela che la “guerra climatica” è ormai una realtà.
Un silenzio tombale è calato sull’applicazione delle rivoluzionarie scoperte del fisico Nikola Tesla, all’epoca emarginato dalla comunità scientifica, mentre l’ingegnere bresciano Rolando Pelizza ha raccontato a due docenti universitari, Francesco Alessandrini e Roberta Rio, che il geniale Ettore Majorana (ufficialmente scomparso nel 1938 ma in realtà nascosto in Calabria fino al 2005) progettò una “macchina” capace di mutare il clima all’istante.

Da Ighina alla Cina

«Dello sviluppo di questa “macchina”, costruita in 50 esemplari su istruzioni dello stesso Majorana – assicura Pelizza – fu incaricato direttamente il governo italiano tramite Giulio Andreotti, che poi passò il dossier alla Cia».
Un altro italiano, l’imolese Pier Luigi Ighina – assai meno celebre di Majorana, ma notissimo agli appassionati – riprodusse anche per le telecamere di “Report”, su Rai Tre, il suo straordinario esperimento, condotto con mezzi artigianali: Ighina era in grado di far piovere, creando nuvole nel cielo sereno (o a scelta, di far spuntare il sole tra i nuvoloni) semplicemente azionado, da terra, le pale di una sorta di ventilatore gigante, cosparse di alluminio.
Il trucco? Cambiare la consistenza elettromagnetica della bassa atmosfera, immettendo vortici di onde.
«La manipolazione climatica è realtà», sostiene il sito “Dionidream”, citando estati torride e mezze stagioni scosse da nubifragi e alluvioni di inaudita violenza, come quelli che hanno messo in ginocchio varie aree della Penisola, a cominciare dal Veneto, dove le trombe d’aria hanno divelto decine di migliaia di alberi, devastando storiche foreste alpine.
Fuori dall’Italia, il fenomeno della manipolazione climatica non è esattamente una novità: «Festa in Cina, vietata la pioggia», titolò il Tgcom24 di Mediaset il 23 marzo 2009, parlando di «aerei in cielo per disperdere le nubi» in occasione del settantesimo anniversario della “repubblica popolare” fondata da Mao.
«Per impedire che la pioggia rovini i grandiosi festeggiamenti in programma, si ricorrerà a una tecnica senza precedenti», raccontò il telegiornale: «L’aviazione impiegherà 18 apparecchi che disperderanno nell’atmosfera prodotti chimici per impedire che dal cielo sopra Pechino cada la pioggia».
Nello stesso anno, a novembre, sempre la Cina s’imbiancò fuori stagione, come raccontò “La Repubblica”: «Una nevicata precoce ha coperto con un’abbondante coltre bianca Pechino. Il tutto però ha avuto un aiutino dell’Ufficio Modificazione del Tempo della capitale cinese».

L’Iran accusa l’Occidente per la siccità

I tecnici, riferì tranquillamente l’agenzia “Xinhua”, «hanno riversato in cielo con degli aerei 186 dosi di ioduro d’argento, per approfittare delle nuvole e del brusco calo della temperatura».
Questo, scrisse “Repubblica”, «ha generato la nevicata», il cui scopo era «alleviare la persistente siccità».
Ammise Zhang Qiang, responsabile dell’ufficio meteorologico: «Non ci facciamo sfuggire occasione per provocare precipitazioni, da quando Pechino registra una persistente condizione di siccità».
Due anni dopo, nel 2011, l’allora presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad accusò l’Occidente di aver provocato una gravissima siccità per mettere in crisi l’economia agricola del paese.
«Secondo rapporti sul clima, accuratamente verificati, le potenze occidentali forzano le nuvole fino a far piovere», dichiarò Ahmadinejad, come confermato dal “Giornale”. «I nostri nemici distruggono le nuvole prima che arrivino sul nostro paese».
Ancora la Cina, già nel 2011, è tornata protagonista sul tema, annunciando un investimento da 120 milioni di euro per riuscire, entro il 2015, a far aumentare del 10% le precipitazioni nelle zone più aride.
«Un primo esperimento in tal senso era stato già condotto nel febbraio 2009, quando diverse regioni erano state irrorate da una pioggerellina leggera, generata da agenti chimici sparati nell’atmosfera con 2.392 razzi e 409 cannoni, in grado di creare nuvole cariche di pioggia», scrive il sito “Greenews”.
«Le nuvole ‘adatte’ alle precipitazioni vengono ‘seminate’ con ioduro d’argento, un agente chimico che favorisce l’aggregazione delle molecole d’acqua per creare grandi gocce abbastanza pesanti da cadere al suolo».
La tecnologia in realtà non è nuova, aggiunge “Greenews”: i primi esperimenti risalgono alla Guerra Fredda.

Grave inondazione artificiale causata in Usa

«Durante la guerra del Vietnam, gli Stati Uniti lanciarono l’Operazione Popeye per cercare di intensificare i monsoni sul Sentiero di Ho Chi Minh, la rete di strade che andavano dal Vietnam del Nord al Vietnam del Sud passando per Laos e Cambogia, usate dai Vietcong e dai loro sostenitori.
Nel 1978, però, gli esperimenti per far piovere artificialmente negli Usa furono interrotti, in seguito a una grave inondazione causata dal bombardamento chimico delle nubi».
Dal Sud-Est Asiatico al Medio Oriente: «Israele “stimola” le nuvole dal 1961 e riesce così a rendere fertili e rigogliose terre di per sé aride».
«Nel mondo ci sono diversi esperimenti in corso di questo tipo, ma siamo lontani dal poter dire di essere in grado di controllare la pioggia», disse nel 2012 a “Greenews” uno specialista come Sandro Fuzzi, climatologo del Cnr di Bologna, al quale allora sembrava remoto il rischio di gravi effetti collaterali, dato che gli interventi si svolgevano «su scala ridotta, al massimo di qualche decina di chilometri», mentre i fenomeni più distruttivi, come le alluvioni, «riguardano fronti di centinaia e anche migliaia di chilometri».
L’ultima frontiera, aggiunge ancora “Greenews”, consiste nel bombardare le nuvole dal basso con dei laser: esperimento condotto nel 2010 in laboratorio e poi «replicato a Berlino da un gruppo di ricercatori dell’università di Ginevra e pubblicato sulla rivista “Nature Photonics”».
Con un laser di grande potenza, una specie di “cannone energetico”, i ricercatori hanno colpito ed “eccitato” le molecole di gas presenti nell’aria.
«Il risultato è stata la formazione di nuclei di condensazione attorno ai quali si sono create piccole gocce di acqua».
Secondo il blog “Shivio news”, già nel 2012 erano oltre 20 i paesi impegnati nella sperimentazione di nuove tecniche per provocare precipitazioni.

Controllo demografico ed energetico

In vetta alla classifica primeggiano i soliti cinesi: Pechino, letteralmente, «impiega nel “rainmaking” oltre 37.000 addetti, fra tecnici e ricercatori», mentre «una trentina di aerei, 4.000 rampe per razzi e 7.000 cannoni vengono usati per sparare in cielo nuclei di sostanze intorno alle quali stimolare processi di condensazione di gocce d’acqua o cristalli di ghiaccio».
Negli Stati Uniti, gli aerei «gettano nelle nuvole ghiaccio secco e ioduro d’argento». In Sudafrica si usa invece il cloruro di potassio: «I sali vengono diffusi da aerei che volano sotto le nubi in formazione, e servono ad aumentare il numero e la misura delle gocce».
Anche il Messico, aggiunge “Shivio”, sta sperimentando la tecnica sudafricana, che «sembra che sia in grado di aumentare di un terzo il volume delle precipitazioni».
Qualcuno poi ricorderà la primissima performance, in assoluto, della geoingegneria più spettacolare: il 9 maggio del lontano 2007, in occasione della fastosa celebrazione dell’anniversario della vittoria dell’Urss nella Seconda Guerra Mondiale, il Tg1 riprese lo spettacolo del sole riapparso “miracolosamente” tra le nubi nerissime del cielo di Mosca, grazie a una portentosa miscela a base di azoto, iodio e argento diffusa dagli aerei.
Dall’uso civile a quello militare, il passo è breve: «Almeno quattro paesi – Stati Uniti, Russia, Cina e Israele – dispongono delle tecnologie e dell’organizzazione necessaria a modificare regolarmente il meteo e gli eventi geologici per varie operazioni militari ufficiali e segrete, legate a obiettivi secondari, tra cui il controllo demografico, energetico e la gestione delle risorse agricole».
Lo disse già nel 2012 l’esperto aerospaziale Matt Andersson, allora in forza alla compagnia hi-tech Booz Allen Hamilton di Chicago. Continua su: Libreidee

03/11/18

Gli alieni hanno rapito mia sorella - Presenze Misteriose


Chi è Maurizio Biglino? Uno studioso della Bibbia. In base ai suoi studi, matti e disperatissimi, si suppone, poiché l’ebraico antico (come l’etrusco, il tocario, l’ittita e il lineare B) è un labirinto imperscrutabile ai più, afferma che il Testo Sacro par excellence non è, ahi, un testo sacro, bensì, per quel che si è potuto capire, il resoconto di una colonizzazione aliena. Elohim (gli Elohim), una civiltà avanzatissima, in grado di modificare geneticamente l’uomo (incrociandosi con esso). Yahweh fu il figlio di uno di tali Elohim: “comandante militare” che ebbe a subornare la casa di Giacobbe “onde conquistare lembi di terra e piccole aree del territorio palestinese”.


Come amava dire Gadda: “Io stupiva“.
Poi c’erano altri Elohim, un pochino più navigati e di larghe vedute: questi avevano in concessione gente un tantino meno rozza: Egiziani e Greci.
È forse un caso, leggo nel post del buon Bertani, che ci sia un elicottero Apache (almeno è quel che mi pare di intravedere tra le cisposità del primo mattino, ammammaloccuto, con il croissant stillante caffellatte davanti alla bocca semiaperta) tra i geroglifici di una stele egizia?
Voi penserete: ecco qui lo scettico. Ma, vedete, sono un essere complesso. Ciò non toglie ch’io scriva castronerie su castronerie, attenzione. E però, alle mie spalle, è una formazione culturale ricca e strana; accanito lettore di fantascienza mi dedicai, sin dall’adolescenza, all’acquisizione dei testi considerati più eretici: dalla politica alla scienza. Criptozoologia, fantarcheologia, medianismo, Rosa Rossa, retroscena storici alternativi, parapsicologia, teosofia. Le ho lette, eccome.
Alcune eresie sono convincenti, altre no. In tal senso: alcune stimolano a conoscere ancor più, altre si rivelano quali deliri o furbate commerciali. Il 2012 dei Maya? Tutto passato in giudicato? Il calendario Maya, l’Apocalisse, Roberto Giacobbo … tutto esatto naturalmente, come accade con le previsioni economiche della Confindustria.
Oppure Atlantide. Ho letto decine di saggi su Atlantide. L’unico che mi abbia convinto un poquito, se proprio devo sposare l’eresia, è quello di Sergio Frau, un giornalista di Repubblica, che situa Atlantide nella Sardegna (Le Colonne d’Ercole. Un’inchiesta). Il fatto che Frau, probabilmente, sia sardo non inficia la bontà delle sue conclusioni. Atlantide fu in Sardegna, prima dello sconvolgimento, una civiltà fiorentissima, abile a foggiare le torri nuragiche, tanto avanzata da colpire l’immaginario degli antenati di Platone … Atlantide, appena al di là delle Colonne d’Ercole … ma quelle non stanno a Gibilterra? diranno i miei piccoli lettori: apparentemente; in realtà, sono lì, oggi, poiché sono state spostate storicamente. Prima, ab ovo, le colonne erano nel Canale di Sicilia, porta marittima verso l’isola meravigliosa.

Oppure Troia. Ragazzi, quante scemenze ho letto. La sola eresia di buona lega rimane quella escogitata da Felice Vinci in Omero nel Baltico. Gli Achei abitano le coste scandinave; elaborano proprie saghe (l’Iliade, Ulisse et cetera); discendono l’Europa attraverso il Dnepr, colonizzano l’Egeo adattando alla nuova conformazione fisica le antiche leggende …
E poi Ossendowski, col suo Bestie uomini e dei in cui rileva il Re del Mondo che decide, dal Tibet, se ricordo bene, le sorti mondiali. Un illuminato, insomma. E poi van Däniken coi suoi alieni-astronauti-dei. E Il Re del Mondo di René Guénon? Quante volte ho letto quel libro … mai capendoci davvero un’acca, ovviamente … si è sempre lì per carpire la rivelazione, ma quella, sul più bello, sfugge via come una saponetta indisponente … Vogliamo citare madame Blavatsky? Quel suo pout-pourri di orientalismo, filologia pericolante e misticismo da tinello? Quanta gioia mi ha dato. E come dimenticare i Tubi di Baigong? E il gigante del Wisconsin? I blocchi di Cuzco? Altro che la piramide di Cheope … E le giare di Baghdad? Pile, sicuramente. E quel teschio africano, antidiluviano, con un foro di proiettile sulla tempia? Mica male. E la dimora artica di Tilak? L’origine ariana è proprio lì: la Groenlandia, parliamoci chiaro, si chiama così perché v’erano praticelli. E gli etruschi indiani? Non avete mai notato che il sanscrito e l’etrusco sono gemelli? Se non l’avete fatto, studiate. Forse il sanscrito e l’etrusco no, ma l’indoeuropeo deriva dal sanscrito, poffarbacco. Certo, Alessandro Magno arrivò in India, fondò città, eresse monumenti … non sarà che il sanscrito, è solo un’illazione!, fu contaminato da elementi macedoni, abbondantemente già indoeuropei di suo? Sikander! La dea bianca di Graves? La Signora dell’Amore e della Morte precristiana, la Grande Madre dell’Europa … e di Bachofen ne vogliamo parlare? Gli Esseni? I Rotoli del Mar Morto? John Allegro e il suo Cristo-fungo allucinogeno? I tedeschi che discendono da una delle dodici tribù d’Israele? La Laura del Petrarca è il pi greco? Shakespeare era siciliano? Oppure Shakespeare, uno dei maggiori poeti di ogni tempo, fu l’invenzione di un alto dignitario e diplomatico inglese che, per occultare la propria identità, coniò il nom de plume William Shakespeare mutuandolo da quello d’uno zoticone di provincia, pessimo attore? Le mappe di Piri Reis? Il Manoscritto Voynich? Lingua aliena o presa per i fondelli? I rettiliani di Icke? Le fate di Conan Doyle? I cucchiaini di Uri Geller?
Voi potrete arguire ch’io voglia farmi gioco di tutto questo, ma non è così.
Mi piace conoscere, come già scrissi. Leggo per conoscere. Mai prenderei in mano un libro per il piacere della lettura (che non so cosa sia). Leggo Maupassant con gusto: non per il piacere di leggerlo: solo perché è uno degli psicologi più fini dell’Ottocento.
E, tuttavia, una volta letto un autore occorre tirare le somme. E a me Maurizio Biglino sembra un Valentino Compassi con una veste filologica più accentuata; più dotta; sostanzialmente impenetrabile e ingiudicabile. Chi ci capisce qualcosa di ebraico antico? Ricordo una diatriba sull’ebraico in cui rimase invischiato addirittura Beniamino Placido: per poco non ci rimaneva sotto. Valentino Compassi: Maestro Scrittore Cosmologo Ermeneuta. Filologo anche lui. Extraterrestri e carri di fuoco al Costanzo Show. Biglino è ingiudicabile, perso nell’iperuranio dell’antico ebraico, la prima lingua del mondo a detta dell’Alighieri, eppure non convince. No, non mi convince. C’è qualcosa che non torna. È lo scetticismo pagano che m’impone tale attitudine. L’umano troppo umano del mondo classico. Biglino è troppo lambiccato ed esclusivo per essere vero; gira in tondo; e poi la mancanza di cautela (ci hanno ingannati per 2000 anni!) … quell’acrimonia contro la Chiesa … come se una tradizione bimillennaria possa essere materiata da citrulli, impostori e pedofili. Ciò non esclude, certo, che Biglino sia un ottimo divulgatore di sé stesso. Anche Berlusconi lo era. Anche l’agente Tecnocasa del mio quartiere: riuscirebbe a venderti un monolocale in fondo all’Etna.
E però le mie son sensazioni, non critiche puntuali, ovvio. Le critiche puntuali nonché i mortaretti dell’entusiasmo li lascio a quelli più intelligenti di me.
Tutto queste chiacchiere portano alla considerazione principale.
Non esiste una verità vera completa come, del pari, non esiste una pura falsità. Tutto rimanda a tutto. E però la storia, pur disseminata di complotti, non è un complotto. Aprirsi a ogni ipotesi equivale, nell’era dell’alluvione informativa e tecnica, a credere a Babbo Natale. Il filosofo Maurizio Ferraris lo dice chiaro e tondo: si possono avere le competenze tecniche per guidare un jet e credere all’oroscopo ovvero: che un pezzo di roccia perso nel Sistema Solare influisca su 1/12 di popolazione mondiale.
La scienza ufficiale complotta? Certo, ma tutto è umano, troppo umano. La scienza in mano alla politica in mano all’alta finanza incorporea complotta. Risultato: malattie di massa. Non dimostrabile, ma credibile. Gli elicotteri sul palinsesto di pietra ad Abydos, però, non sono credibili: sono fanfaluche. La Storia non è una serie di trucchi per occultare la Verità benché Questa pulluli di false piste, impostori e Signori dell’Inganno. Gli Egiziani hanno costruito le loro piramidi senza energia nucleare, questo è certo, e privi di gru da ottanta tonnellate così come Appio Claudio lastricò, senza imperfezioni, la regina viarum grazie a qualche artigiano di genio e Van Eyck dipinse quello stramaledetto lampadario ne I coniugi Arnolfini. Ignorare la loro tecnica non equivale a supporne una anacronistica e ridicola. Umano, umanissimo: Marco Polo riferì di aver visto l’unicorno, stoffe intangibili dal fuoco e fontane inesauribili di olio; e parecchi giù a ridere. Poi si scoprirono il rinoceronte, l’asbesto e il petrolio. Van Eyck, dal canto suo, possedeva quasi certamente una camera oscura, come il Canaletto e il Caravaggio. Leonardo, no, non ce l’aveva e, infatti, il Sommo sbaglia prospettiva, a volte. Neanche Piero della Francesca aveva una camera oscura, ma lui è più di un genio: non sbaglia mai, come Dante o Leopardi. Basta aspettare, insomma. Il primo metafisico dell’Occidente, Anassimandro, fu un ecista: comandava uomini, navi, fondava città, erigeva mura, combatteva, uccideva, aveva figli. Avrebbe mai perso tempo con tali scemenze? In due righe, ben più di Platone, costruì la cornice conoscitiva dell’Occidente. Non ci sono doppi fondi, tutto è chiaro, adamantino: classico.
Resecare noi stessi dal passato ci sta recando verso territori sterili, sciocchi, infantili, senza sbocco, antiaristotelici. Una sommatoria di sottoculture, sospettose, rissosissime, fanatiche, ognuna fiera della propria microscopica indipendenza; piccole mode che vanno e vengono come certe teorie economiche abbandonate per strada come un balocco usato dopo essere state sostenute col coltello fra i denti. Ciò che manca è lo sguardo generale sulla vita, sul mondo e sulla Storia che solo il mondo classico (e gli autori moderni che a quel mondo si ispirano) possiede. Il disincanto, il pathos della distanza. Lo scetticismo fruttuoso. Il nulla di troppo. La Scienza, insomma. La Scienza che, proprio per essere tale, tutto deve dominare con lo sguardo. Una scienza decaduta a tecnica, al saper fare qualcosa in un unico determinato campo. Come Sherlock Holmes, il primo imbecille moderno, che ignorava l’eliocentrismo e acciuffava assassini calcolando “quanto un gambo di sedano era affondato in un panetto di burro durante una giornata particolarmente calda” (citazione da Vita privata di Sherlock Holmes di Billy Wilder).
I complotti esistono. Son orditi dagli uomini per dominare altri uomini. In tutta evidenza anche se la trama sottesa, spesso, è difficile da seguire.
Lasciamo stare le astronavi di Yahweh e tale sottocultura da fumetto se vogliamo salvare un minimo di credibilità, altro che uscire dalla caverna di Platone.

Alceste
Fonte: http://alcesteilblog.blogspot.com

02/11/18

IRRORAZIONI CHIMICHE E TERREMOTI COLLEGATI,LO AFFERMA UN EX COMANDANTE DELLA NATO (INTERVISTA)






29/10/18

Nasa : ammette di spruzzare ai cittadini con scie chimiche velenose - Presenze Misteriose


Per anni il governo federale e non solo hanno etichettato come complottisti coloro che manifestavano preoccupazione per le sostanze chimiche spruzzate sulle popolazioni, le scie chimiche, ma l’agenzia spaziale nazionale ha appena ammesso che i “complottisti” avevano ragione al 100 percento.



Come riporta The Waking Times, uno scienziato della NASA ha ammesso che la sua agenzia sta mettendo nei gas di scarico dei razzi il litio (ascoltate qui ), che successivamente viene disperso nell'atmosfera. Non solo, il rilascio di litio è in corso sin dagli anni settanta, come ammette Rowland nel video, che è la registrazione di una telefonata.

Benché secondo Rowland il litio non sia dannoso per l'ambiente, questa sostanza è stata usata per decenni come farmaco psichiatrico. Funziona alterando i livelli di serotonina e di norepinefrina che sono secreti dal sistema endocrino umano. Il litio altera fortemente gli schemi cerebrali, ma nella registrazione Rowland afferma che "non è pericoloso."

La realtà è che anche i medici che lo prescrivono regolarmente per ragioni psichiatriche non capiscono come funzioni, o quali siano i dosaggi ottimali. Perciò come si può pensare che spruzzare grandi quantità di questa sostanza in modo indiscriminato nell'atmosfera possa essere una cosa positiva?
Tutto in nome della scienza

Ecco la spiegazione della NASA. Sul sito web dell'agenzia, si dichiara che la NASA effettua il rilascio del litio per studiare il movimento del vento nell'alta atmosfera, al fine di analizzare i dati sul gas caricato o ionizzato (chiamato plasma) e sul gas neutrale attraverso il quale transita.

L'agenzia afferma che le variazioni contano, poiché tutti i GPS e i satelliti per le telecomunicazioni inviano i propri segnali attraverso la ionosfera, e "una ionosfera disturbata si traduce in segnali disturbati," per questo è necessario sapere cosa fa agire la ionosfera in determinati modi.

Oltre al litio psicotropo, altri hanno provato la somministrazione di vaccini via aerosol — l'irrorazione di vaccini per via aerea sulle popolazioni a loro insaputa e senza la loro autorizzazione — come riporta questo abstract. Diverse migliaia di persone sono state vaccinate tramite aerosol "per molti anni" in Russia con "ceppi vivi attenuati contro molte malattie." Inoltre, sono state condotte vaste sperimentazioni sul campo in Sudamerica usando il vaccino vivo attenuato del morbillo, definite molto positive. 

Buoni risultati sono stati riportati anche utilizzando un aerosol per vaccinare contro l'influenza A.
© AFP 2018 / BRENDAN SMIALOWSKI

"L'introduzione del vaccino per via aerea, che ripercorre meglio la via naturale di molte infezioni, potrebbe portare allo sviluppo dell'immunità al portale d'ingresso, e potrebbe anche indurre una difesa più generalizzata," sostengono i ricercatori.

Lo studio ha anche rilevato che il metodo ottimale di vaccinazione per aerosol è attraverso il naso, che è considerato migliore per le popolazioni pediatrica e geriatrica.
"In conclusione possiamo affermare che l'immunizzazione tramite aerosol appare un metodo di vaccinazione promettente," concludono gli autori dello studio.

Quanto al litio, non è un farmaco che dovrebbe essere spruzzato nell'atmosfera perché, ribadiamo, medici e scienziati non sanno realmente quali dosi siano efficaci e quali siano eccessive.

Rowland, nella sua conversazione registrata, ha promesso di rispondere alle domande specifiche che dovesse ricevere via email. Ha anche detto che l'agenzia spaziale accoglie con favore queste richieste provenienti da cittadini comuni visto che informare la gente è una delle missioni fondamentali della NASA.

Se questo è vero, allora perché gli altri funzionari governativi che lavorano presso agenzie chiave hanno obbligo di silenzio sulle discussioni riguardanti le scie chimiche?

Se non siete ancora pronti per credere che il governo americano sia capace di spargere litio attraverso le scie chimiche, questo documento pubblico — Codice 840 RMMO dal Range and Mission Management Office della base di Wallops — dovrebbe mettere a tacere ogni vostro dubbio
Esso definisce espressamente in una dichiarazione di missione del 2013 che lo "scopo" del lancio è "testare i metodi di caricamento dei fusti di litio" da trasportare in missioni successive.

I risultati? "I dati termistore sono risultati nominali. Rapporto positivo dalla piattaforma ottica aerea delle immagini video e delle nuvole di litio visibili anche tramite osservazione da terra."
Il governo degli Stati Uniti ha trattato gli americani come cavie nel passato; sarebbe semplicemente ingenuo pensare che questa prassi sia stata interrotta.

26/10/18

Discovery Channel : trovato un Ufo - Uso nel Triangolo Delle Bermuda - Presenze misteriose

Ufo triangolo bermuda discovery channel

DARRELL MIKLOS, UN CACCIATORE DI TESORI DI DISCOVERY CHANNEL, SOSTIENE DI AVER SCOPERTO UN UFO ADAGIATO SUL FONDO DEL TRIANGOLO DELLE BERMUDA.


Il cacciatore di tesori nascosti di Discovery Channel Darrell Miklos sostiene di aver trovato tracce di un’astronave extra-terrestre, mentre esplorava antichi relitti sotto il Triangolo delle Bermuda. Lo riporta il Daily Mail.
L’esploratore si è servito di alcune mappe segrete del famoso astronauta della NASA, Gordon Cooper. Cooper fu il primo astronauta a viaggiare da solo, e si ritiene sia stato anche il primo americano a dormire nello spazio. Nel 1963 la sua navicella, la Faith 7, circumnavigò la Terra 22 volte, stabilendo un nuovo record di volo. Per 34 ore, senza potersi muovere, Cooper ebbe l’incarico di cercare dall’alto dei siti per un lancio nucleare, ma finì per imbattersi in un ammasso di rottami metallici in fondo all’oceano.
ufo triangolo bermuda

IL TESORO SOMMERSO

Che fosse un “tesoro sommerso”? Se sì, di quale tipo di “tesoro” avrebbe potuto trattarsi? La trasmissione Cooper’s Treasure condotta dallo stesso Darrell Miklos, infatti, sta tentando di verificare puntata dopo puntata se le anomalie riscontrate dall’astronauta possano davvero essere legate a un “tesoro”.
Ora la rivelazione sconvolgente: durante la sua esplorazione, Miklos si è imbattuto in un enorme oggetto sommerso non identificato (USO), riguardo cui ha dichiarato che si trattava di una “formazione diversa da qualsiasi altro relitto da naufragio mai visto”. La presunta navicella spaziale, infatti, era lunga quasi 100 metri (300 piedi) e presentava delle lunghe protuberanze sui lati.

UN UFO SUL FONDALE

Insomma, si tratterebbe di un vero e proprio mistero nel mistero. Il Triangolo delle Bermude, infatti, negli anni è stato protagonista della scomparsa di 75 aerei e di centinaia di navi. Nel tempo, sono state avanzate diverse teorie per spiegare le cause di tali catastrofi: forze paranormali, interferenze elettromagnetiche capaci di rompere le bussole, maltempo, correnti del Golfo o influenza di enormi depositi sottomarini di metano. Ma adesso a quella serie di interrogativi se ne aggiunge un altro: nei pressi delle Bermuda è finito anche un UFO?
Ufo triangolo bermuda discovery channel
Fonte:Alieni mistero 
Il presunto relitto ufo nel servizio di Discovery Channel

19/10/18

Sicilia : volano gli Ufo: le immagini diffuse dal Centro Ufologico Mediterraneo




A Catania un ufo sul mare è stato fotografato da due ragazzi: era bianco e scintillante ed è rimasto sospeso per alcuni minuti ruotando su stesso ed emanando luce
Ufo su Catania (foto diffusa dal Centro Ufologico Mediterraneo)
Sono state inviate subito al Centro ufologico Mediterraneo le immagini degli avvistamenti di oggetti volanti non identificati su Catania: secondo il presidente del Centro, Angelo Carannante, le analisi sarebbero positive.

Nella notte tra il 18 e il 19 settembre due ragazzi afferma di aver avvistato un oggetto bianco scintillante sul mare a media quota, che emanava una luce intensa mentre roteava su se stesso.

I due ragazzi hanno poi raccontato di aver visto l'oggetto sparire dietro un edificio: non è la prima volta.

Un altro straordinario avvistamento di ufo è stato l'anno scorso sempre a Catania e sempre a settembre (guarda sul sito del Centro).

La maggior parte degli avvistamenti sono avvistamenti di sonde spaziali o satelliti: ma questa esperienza di Catania è considerata dagli esperti meritevole di approfondimenti.

Nella storia della Sicilia non sono mancati altri avvistamenti: nel 2000 si sono registrati 436 casi.

Il primo che si ricordi è avvenuto il 
18 marzo del 1950 a Caltagirone (Ct): "Visto disco volante che svolazzava - si fermò per diverse volte. infine, allontanandosi, si diresse verso nord".

Nel 1962 a Catania due fattorini in servizio notturno videro un individuo alto circa un metro e ottanta che indossava una tuta bianca e portava in testa un casco rosso e ovale ma, tolto il casco, l’individuo "non presentava caratteristiche umane".

Nel '97 a Siracusa due adolescenti hanno scattato alcune foto a un oggetto a forma di disco e nel 2004 nei pressi dell’isola di Vulcano, da un mezzo militare, vengono fotografati due oggetti volanti e lo scatto è stato giudicato dagli esperti non ritoccato in alcun modo (fonte).

27/08/18

Alieni: incontri ravvicinati di... quale tipo? La nuova scala dei segnali extraterrestri


Si va verso una revisione della Scala di Rio, lo strumento che classifica significato e importanza dei radiosegnali extraterrestri (e capire se sono attribuibili ad alieni). L'idea è di renderla più adatta alle comunicazioni attuali, più veloci e globali rispetto a qualche anno fa.


milkyway

Gli scienziati dell'osservatorio di Parkes, in Australia, per 17 anni avevano registrato, per una o due volte all'anno, misteriosi radiosegnali. Nel 2015, la (deludente) soluzione del giallo: i segnali provenivano dal microonde della sala relax. Non è la prima volta che simili falsi allarmi fanno impennare le aspettative circa un possibile segnale alieno - poi puntualmente disilluse.

Per meglio indicare la portata di un radiosegnale captato (nelle sue varie sfumature: dall'interferenza di una radiosveglia a un possibile primo contatto extraterrestre) un gruppo di scienziati guidati dall'Università di St Andrews, in Scozia, e dal Seti Institute di Mountain View, California, ha proposto l'aggiornamento di uno strumento di classificazione già in uso da 17 anni, per adattarlo ai tempi che cambiano.

UN PASSO IN AVANTI. L'idea è di sviluppare, a questo scopo, una scala simile a quella Richter (che quantifica l'energia liberata da un terremoto), sia in quanto a precisione descrittiva sia per la possibilità di continui aggiustamenti "in corsa", mano a mano che aumentano le informazioni disponibili sui segnali captati.

Una base di partenza esiste già: è la Scala di Rio, nata nel 2001 per iniziativa dell'astronomo Iván Almár e di Jill Tarter, cofondatrice del Seti Insitute, in occasione di un congresso a Rio de Janeiro (da qui il nome). Essa quantifica, con un punteggio da 0 a 10, l'impatto sociale che un annuncio su un eventuale segnale alieno avrebbe, in relazione al grado di certezza che quel segnale sia un effettivo tentativo di contatto.

LINEE GUIDA. La nuova proposta, illustrata sull'International Journal of Astrobiology, è di rendere la scala esistente più compatibile con l'attuale modalità di diffusione delle informazioni, in rapido divenire e 24 ore su 24. Come la scala Richter, anche la "Rio 2.0" dovrebbe poter essere ricalibrata nel tempo mano a mano che nuovi dati diventano disponibili. La nuova versione mira inoltre a ottenere il consenso delle varie discipline accademiche coinvolte nell'identificazione dei segnali (nell'era dell'astronomia multimessaggero) e a esprimere in un linguaggio più chiaro e comprensibile al grande pubblico la portata di un'eventuale scoperta.

PIACERE, TERRESTRE. Si andrebbe dallo 0 che equivale a nulla, a 10 che vale come «un'astronave aliena in orbita attorno alla Terra, o un alieno che ti stringe la mano», spiega Duncan Forgan, alla guida del progetto. L'obiettivo è ottenere la fiducia dei non addetti ai lavori per comunicare quanto si sa su un tema così cruciale, nell'era delle fake news. Evitando così che notizie sensazionalistiche e affrettate possano screditare il paziente e complesso lavoro dei ricercatori, comunicando risultati fuorvianti.

La proposta sarà analizzata ad ottobre dal Seti Permanent Committee dell'International Academy of Astronautics (Iaa), che ha intanto pubblicato un calcolatore di Scala di Rio interattivo per aiutare scienziati e comunicatori della scienza a valutare l'entità dei segnali e a descriverla correttamente al grande pubblico.

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