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03/05/15

Incredibile avvistamento UFO a New York: decine di chiamate al 911


ROMA - Un nuovo caso di avvistamento UFO sta facendo il giro del mondo.
Questa volta siamo a New York City, precisamente nel Bronx, dove un oggetto volante non identificato è stato visto fluttuare nel cielo da diverse persone.
Il 911 è stato bombardato da almeno una decina di chiamate nella mattinata di sabato 25 aprile scorso, tra le quali quella di una donna terrorizzata per la presenza di un "disco volante".
La 'palla di fuoco' è sfrecciata sopra la Est 149 e Bruckner Expressway "da un lato all'altro del cielo, troppo veloce per un aereo" ha raccontato un testimone, Juan Marrero, al New York Post: "Alzo gli occhi e vedo questo bolide, 'Whoosh!' e poi un altro, 'Whoosh!'"
Andres Morales, 25 anni, ha catturato l'UFO sulla macchina fotografica.
ufo-new-york-bronx
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"Prima era immobile, poi sfrecciava via a velocità incredibile" ha detto al Post Ryan Sprague, appassionato UFO.
Un altro testimone ha teorizzato che i visitatori extraterrestri hanno scelto di sorvolare il Bronx per "imparare la break dance."

NYC è stata teatro di numerosi avvistamenti inspiegabili nel corso degli anni.
Nel 2012  un trio di luci su Prospect Heights, e nel 2014 è statoimmortalato in un video uno strano oggetto volante nei pressi della Statua della Libertà.
Anche John Lennon fu testimone di un avvistamento inspiegabile quando si trasferì nella Grande Mela negli anni '70.
Il Beatle aveva anche immpresso l'esperienza nella sua canzone del 1980 "Nobody Told Me", in cui proclama di "non essere troppo sorpreso" di aver visto un UFO sopra New York City.
Lennon aveva fatto riferimento a questo episodio già nell'album del 1974 Walls and Bridges con il messaggio: "Il 23 agosto 1974 alle 9:00 io ho visto un U.F.O. - J.L.".

29/04/15

Marte da giovane era il pianeta degli oceani




Marte da giovane era il pianeta degli oceani





A questo risultato, pubblicato sulla rivista Science, i ricercatori sono arrivati utilizzando i dati raccolti tra il 2008 e 2014 da 3 potenti telescopi terrestri, l'Eso Paranal in Cile, il Keck observatory e il Nasa Infrared telescope facilitiy delle Hawaii. Le mappe mostrano infatti che la distribuzione dell'acqua presente nell'atmosfera e degli elementi che la costituiscono (tra cui idrogeno pesante o deuterio) varia da stagione a stagione e anche da regione a regione. A far capire ai ricercatori che Marte è stato bagnato dalle acque per molto più tempo di quanto immaginato è stata l'analisi della proporzione tra l'acqua pesante (cioè ricca di deuterio) e quella normale, in alcune aree fino a 5-7 volte più alta di quella degli oceani terrestri.

"In sostanza, gli atomi di idrogeno dell'acqua normale si sono persi nello spazio, mentre quelli di deuterio sono rimasti su Marte", spiega Geronimo Villanueva. "Ciò significa che l'87% della sua acqua si è persa nello spazio, e che quella che è rimasta, pari al 13%, si trova immagazzinata nella sua calotta polare". Ma all'inizio della sua storia "abbiamo calcolato - continua - che sul pianeta ci fosse abbastanza acqua da coprire oltre il 20% della sua superficie. C'era un oceano profondo circa un chilometro, una profondità simile a quella del Mar Mediterraneo. Dati questi che aumentano la probabilità dell'abitabilità di Marte".

Grazie a questi risultati sarà possibile ricostruire la perdita di acqua che ha subito Marte nel tempo e cercare in modo più preciso le riserve acquifere sotto la sua superficie. "Le nostre mappe - conclude Villanueva - unite ai dati che si raccoglieranno con le prossime missioni su Marte ci permetteranno di capire cosa è successo. Per il lancio della missione dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ExoMars, nel 2016, stiamo infatti sviluppando uno strumento che misurerà la 'firma' e segni distintivi di processi biologici e geologici attivi"



La ricerca Usa: 100mila galassie e nessun segno di vita aliena












NELL'UNIVERSO ANALIZZATO dal satellite della Nasa Wise non c'è vita aliena, non evoluta almeno. Ma ci sono insospettati fenomeni che interessano proprio il 'nostro territorio', ovvero la Via Lattea. Seguendo la teoria proposta negli Anni 60 dal fisico teorico Freeman Dyson, infatti, un gruppo di astrofisici ha condotto un'analisi a tappeto su 100.000 galassie in cerca di segnali emessi dalle tecnologie di civiltà molto evolute, capaci di colonizzare un'intera galassia. Non è venuto fuori nessun segno di 'imperi alieni'.Pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal, il risultato si deve al gruppo di ricerca coordinato da Roger Griffith dell'università americana Penn State. "L'idea alla base della nostra ricerca", rileva uno degli autori, Jason Wright,
"è che, se in una galassia ci fosse una civiltà avanzata, l'energia prodotta dalle sue tecnologie, sarebbe rilevabile alle lunghezze d'onda del medio infrarosso". Computer, sistemi di comunicazione, tecnologie spaziali o qualcosa che non possiamo ancora immaginare, emettono energia nelle lunghezze d'onda del medio infrarosso come quelle che può rivelare il satellite della Nasa Wise.Guidati da Roger Griffith, i ricercatori hanno analizzato quasi l'intero catalogo delle galassie osservate da Wise, individuando le 100.000 galassie 'più promettenti'. Anche se la ricerca indica che nessuna di queste è popolata da una civiltà aliena, in 50 di esse, sottolinea Wright "sono stati trovati livelli di radiazioni nel medio infrarosso insolitamente più alti, da analizzare con futuri studi".Nella nostra galassia, invece, è stata scoperta una nebulosa luminosa, che circonda la stella 48 Librae, e un gruppo di oggetti invisibili ai telescopi ottici. Secondo gli autori, probabilmente questi oggetti sono stelle che si stanno formando in una nube in precedenza sconosciuta, mentre la nebulosa che circonda la stella è probabilmente dovuta a un'enorme nube di polveri.

26/04/15

UFO avvistato in una foto della NASA di 55 anni fa


ROMA - Una foto di 55 anni fa scattata durante la missione Mercury ha riacceso il dibattito sul web su avvistamenti UFO e astronavi aliene.
Scott C. Waring ha pubblicato sul portale UFO Sightings Daily l'immagine presa dagli archivi della NASA affermando che nello scatto è visibile "qualcosa di estremamente insolito".
La foto è stata scattata dalla capsula senza equipaggio Mercury-Redstone 1A, un progetto iniziato nel 1958 e concluso nel 1963.
Secondo Waring l'oggetto inspiegabile sullo sfondo è una astronave aliena, che galleggiava nello spazio per osservare la capsula Mercury.
"Perché gli alieni non avrebbero dovuto essere interessati a guardare un momento storico nella storia umana? Tanto più che la capsula era senza equipaggio, non c'erano preoccupazioni che sarebbero stati visti" ha scritto sul suo blog.
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In breve, la serie di scatti incriminata, sarebbe la prova che gli alieni ci stanno osservando da tempo.
L'immagine è stata presa come parte del Progetto Mercury, la prima missione degli Stati Uniti per testare la possibilità di mandare l'uomo nello Spazio.

Gli obiettivi del programma erano quelli di mandare in orbita un veicolo spaziale con equipaggio umano intorno alla Terra, indagare sulla capacità dell'uomo di rimanere nello Spazio, e recuperare sia l'astronauta che la navetta in modo sicuro.
Il primo astronauta degli Stati Uniti fu Alan Shepard, il cui volo suborbitale della capsula spaziale Freedom 7 del 5 maggio 1961, è stato il primo successo del programma Mercury.
ufo-nasa-missione-mercury-foto-1960

Questa non è la prima volta che i cacciatori di UFO hanno perlustrato le vecchie immagini della Nasa, nella speranza di trovare prove di vita aliena.
All'inizio di quest'anno, Waring ha affermato di aver visto due misteriosi oggetti luminosi in una foto della missione Gemini nel 1966.
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Molti scienziati ritengono che avvistamenti UFO come questi, siano riconducibili ad un fenomeno psicologico chiamato pareidolia.
Si tratta di una propensione del cervello a vedere oggetti significativi in luoghi casuali.

"La maggior parte di queste immagini sono vaghe e sfuggenti come quelli pubblicate da testimoni UFO sulla Terra, e molte hanno una spiegazione piuttosto banale," ha detto Nigel Watson autore del Manuale Indagini UFO al DailyMail.com
"Il problema è che il più NASA nega queste cose o le spiega, più la gente pensa che ci sia una cospirazione per nascondere la verità che gli alieni stanno visitando il nostro pianeta".

24/04/15

Il selfie della Terra e altre immagini spettacolari della Nasa


La Nasa ha raccolto un po' di immagini spettacolari della Terra e realizzato un mega selfie composto da oltre 36mila volti di persone che la abitano.
La Nasa è l’Agenzia spaziale americana ed è da sempre molto attiva nel monitorare, difendere e celebrare le meraviglie del pianeta Terra. In occasione dell’Earth Day, la Giornata della Terra del 2015 che si celebra ogni anno il 22 aprile, la Nasa ha rilasciato una serie di immagini davvero incredibili del nostro pianeta. Nella gallery che potete sfogliare qui sotto ci sono le fotografie più belle che gli astronauti e i satelliti hanno scattato negli ultimi mesi.

L’immagine che apre questo articolo, invece, è una sorta di selfie globale della Terra composto da 36.422 foto di volti di persone che vivono in 113 paesi. Un mosaico che dà vita alla superficie terrestre. L’obiettivo di entrambe queste iniziative della Nasa è sempre lo stesso: aumentare la consapevolezza sulle tematiche ambientali nell’anno in cui la comunità internazionale deve raggiungere un accordo globale per ridurre le emissioni di CO2 e contrastare i cambiamenti climatici.


La NASA alla ricerca della vita nello spazio

É ufficiale , la NASA sta lanciando un nuovo programma per la ricerca della vita su pianeti al di fuori del sistema solare. IlNexus for Exoplanet System Science (NExSS) sarà il nuovo programma scientifico della NASA che avrà l’obbiettivo di studiare e meglio comprendere la natura degli “Exoplanet” ovvero dei pianeti che si trovano al di fuori del sistema solare per verificare quali siano le condizioni che favoriscono la presenza della vita.
UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE
Non una missione spaziale diretta verso un pianeta preciso con lo scopo di colonizzarlo quindi, e nemmeno un remake di SETI, il programma lanciato per trovare prove dell’esistenza di forme di vita intelligente nello spazio in grado di mettersi in contatto con noi. Come spiega Jim Green, il direttore del dipartimento di Planetary Science della NASA si tratta di un campo di ricerca relativamente nuovo e l’ambizione di NExSS è di mettere assieme un team composto da studiosi proveniente da diversi ambiti scientifici in modo da garantire una visione d’insieme rispetto alla questione della vita su altri pianeti simili al nostro «This interdisciplinary endeavor connects top research teams and provides a synthesized approach in the search for planets with the greatest potential for signs of life. The hunt for exoplanets is not only a priority for astronomers, it’s of keen interest to planetary and climate scientists as well».  Dalla scoperta del primo pianeta extrasolare nel 1995 in orbita attorno ad una stella gli astronomi hanno confermato l’esistenza di altri 1.831 pianeti e di 465 sistemi planetari composti da più pianeti. Il team di scienziati che prenderanno parte al progetto NExSS si occuperà di classificare gli exoplanet già scoperti cercando di capire quali sono quelli in grado di ospitare una qualche forma di vita e di rispondere alla fatidica domanda: “siamo da soli nell’Universo?”.
A partecipare al progetto ci saranno studiosi provenienti dalle più prestigiose università: Berkley/Stanford, UCLA, Yale, Penn State e l’Arizona State University. A queste si aggiungono tre centri di ricerca della NASA: il Goddard Institute for Space Studies, l’Ames Research Center e il Jet Propulsion Laboratory. Ciascuno dei team avrà un compito ben preciso all’interno dell’ambizioso progetto. Ci sarà chi si occuperà di studiare la genesi dei pianeti extrasolari e dei sistemi planetari e chi invece avrà il compito di studiare i processi di formazione e di evoluzione dell’esosfera (la parte più “esterna” dell’atmosfera) attorno ai pianeti.
Ovviamente una parte rilevante del lavoro di ricerca sarà quella riguardante lo studio delle condizioni di abitabilità e di supporto all’esistenza di forme di vita dei pianeti. Non ci si aspetta che tutti i pianeti extrasolari possano ospitare una qualche forma di vita ed i dati raccolti saranno utili anche per capire la storia dei pianeti vicini alla Terra. Grazie allo studio condotto sui pianeti extrasolari sarà forse possibile sapere qualcosa di più sul passato di Venere e di Marte e capire se in passato i nostro due vicini di casa abbiano ospitato una qualche forma di vita. Allo stesso tempo si spera che NExSS sarà in grado di farci comprendere la genesi di pianeti come la Terra e di come la vita e i composti organici vengano “disseminati” sui pianeti.

21/04/15

UFO nei cieli di Roma, filmato insieme ad un aereo [FOTO e VIDEO]



L’ovni era di colore più scuro rispetto al cielo azzurro, sembrava ruotare e aveva delle curiose luci che ora si vedevano da un lato ora dall’altro della sua sagoma


Il fotografo professionista era sul terrazzo di casa a rilassarsi nel suo tempo libero. Un ufo movimentava la sua giornata. Erano intorno alle ore 11,50 del 12 aprile 2015 e come spesso è d’uso fare riprendeva un aereo che si librava prospetticamente verso il centro di Roma. Aveva una fotocamera in modalità video e con uno zoom molto potente piazzata su di un cavalletto. Nella ripresa si accorgeva di un ufo con traiettoria ascendente sul bordo sinistro del campo visivo. Il fatto curioso e che aveva una messa a fuoco simile a quella dell’aereo con scia che riprendeva. Non avvertiva alcun suono e/o rumore complice anche la distanza.
Ufo Roma in primo pianoL’ovni (oggetto volante non identificato), era di colore più scuro rispetto al cielo azzurro, sembrava ruotare e aveva delle curiose luci che ora si vedevano da un lato ora dall’altro della sua sagoma. Il C.UFO.M. interessato dal testimone, prima di rendere pubblico il caso ha effettuato le dovute indagini postate sul sito www.centroufologicomediterraneo.it e su youtube canale CUFOMTV, con tanti approfondimenti, immagini e video dell’avvistamento. Il dr. Angelo Carannante invita alla calma e moderazione anche se non nasconde la rilevanza del caso che per ora sfugge ad ogni spiegazione: un pallone meteorologico? Un palloncino sfuggito di mano ad un bambino o di una festa? Un satellite? Per ora e fin qui resta un ufo.

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