Uno dei due starà in orbita
per una missione di un anno, al suo rientro saranno confrontati
i parametri biologici con quelli del
fratello rimasto a terra
per una missione di un anno, al suo rientro saranno confrontati
i parametri biologici con quelli del
fratello rimasto a terra
Si chiamano Scott e Mark Kelly, sono americani e fanno entrambi lo stesso mestiere: l’astronauta. Caratteristica principale: sono gemelli, come tanti altri. Si somigliano molto, sono entrambi calvi e uno dei due porta i baffi, anche per farsi riconoscere dall’altro. Scott e Mark da molti anni prestano servizio come astronauti della NASA, l’ente spaziale americano, e sono entrambi veterani dello spazio: Mark è un astronauta pilota, che ha già preso parte a quattro missioni dello space shuttle, la celebre navetta spaziale americana, che ha effettuato voli spaziali fino al 2011. Scott è decollato per la quarta missione questa sera dalla base spaziale di Baijkonur, nel Kazakhstan.
La partenza del Sojuz
Il lancio dalla stessa base da cui è partita Cristoforetti
Un anno nello spazio Scott è partito per una missione davvero particolare. A differenza della durata standard delle lunghe permanenze sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, che è di circa sei mesi, resterà in orbita per un anno. Stessa cosa farà il suo compagno di missione, il cosmonauta russo Mikhail Kornienko, che assieme a Scott è partito a bordo della Sojuz Tma-16M, comandata dal russo Gennadij Padalka. Il lancio è avvenuto alle 20.43 ora italiana, come di consueto dalla stessa area di lancio dalla quale partì 54 anni fa il primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, e le successive missioni russe con equipaggio. La stessa dalla quale è partita lo scorso 23 novembre anche la nostra Samantha Cristoforetti, che assieme ai suoi compagni di missione, Shkaplerov e Virts, attende l’arrivo del nuovo equipaggio, che riporterà così nuovamente a 6 il numero di coloro che abiteranno la Stazione.
365 giorni nello spazio
Solo in una precedente occasione, nel 1988, due cosmonauti erano rimasti in orbita per 365 giorni di fila: i russi Titov e Manarov sulla stazione russa “Mir”. In seguito, il solo Valerij Poliakhov, anch’egli cosmonauta russo, vi restò per 14 mesi (ed è tutt’ora il record assoluto). Ma la missione del gemello astronauta Scott, oltre alla permanenza di un anno, presenta aspetti scientifici importanti, che si realizzeranno per la prima volta in questa nuova “Spedizione” verso la ISS. Dopo un anno in orbita, i medici della NASA vogliono capire e confrontare quanto gli effetti del lungo periodo in relativa assenza di gravità abbiano influito sul gemello che starà in orbita, in particolare sulla debilitazione ossea e muscolare, e anche quanto la dose di radiazioni abbia inciso su Scott rispetto ai parametri biologici del gemello Mark che sarà rimasto a Terra.
Le radiazioni, com’è noto, in dose massiccia sono nocive, sulla Terra come nello spazio, e incidono alterando la composizione genetica del corpo umano. Le pareti del veicolo o stazione spaziale comunque, forniscono un’ottima protezione, ma soprattutto in vista dei futuri, lunghi viaggi nello spazio, come le missioni a Marte, gli scienziati vogliono comprendere sempre meglio quanto, e come, la radiazione viene assorbita. Senza dimenticare, gli altri effetti dell’assenza di peso in lunghe permanenze.
La sperimentazione
I gemelli astronauti Gli esperimenti a cui si sottoporranno sia Kornienko che Scott Kelly saranno più di trenta, un terzo dei quali coinvolgeranno anche il fratello Mark che farà da “cavia” di riferimento a terra. Fra questi ci saranno studi sull’efficienza cardiovascolare, misurazioni dei livelli di ossigenazione del sangue e di volumetria del sangue stesso, monitoraggio della densità ossea, dell’invecchiamento cellulare. Scott Kelly (che ha 51 anni) e Kornienko (quasi 55), torneranno sulla Terra il 3 marzo 2016, dopo 342 giorni in orbita, mentre Padalka rientrerà prima, dopo soli (si fa per dire) 168 giorni. Mark e Scott Kelly, sono nati il 21 febbraio 1964, e sono stati selezionati entrambi come astronauti dalla NASA nel 1996.
Mark, il gemello veterano di quattro voli shuttle rimasto a terra, è un ufficiale e pilota di Marina, con grande esperienza di volo. La sua prima missione shuttle, avviene con il ruolo di pilota nel 2001, con la missione STS 108. Il successivo, con STS 121 e sempre come pilota, è del 2006. In seguito, volerà come comandante dell’ STS 124, che portò sulla Stazione Spaziale il modulo laboratorio giapponese JEM. Infine, nel 2011, ha comandato la STS 134, penultima missione shuttle, del cui equipaggio faceva parte anche l’astronauta italiano dell’ESA Roberto Vittori. In quell’occasione, Mark comandò le operazioni di attracco alla Stazione del grande apparato scientifico AMS-02, un progetto internazionale che vede, tra i suoi uomini-guida, il fisico italiano Roberto Battiston attualmente presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Mark ha accumulato in totale 54 giorni nello spazio.
Piloti esperti
Anche Scott Kelly, come Mark ha una formazione militare e di pilota ufficiale della Marina, volando su 30 diversi tipi di velivoli, con molte esperienze soprattutto su F 14 modificati e migliorati. Il suo primo spaziale, sullo shuttle, lo ha effettuato da pilota con la missione STS 103 nel 1999, per andare a riparare il Telescopio Spaziale Hubble. Poi, nel 2007, comanda lo shuttle della missione STS 118. Nel 2010, fa il suo “esordio spaziale” su una capsula russa Sojuz, la TmA-01M, con la quale raggiunge la Stazione Spaziale Internazionale, dove vi resta per cinque mesi e mezzo. Questa sera è iniziato il suo quarto viaggio, per un’impresa molto impegnativa (tra l’altro effettuerà anche tre passeggiate spaziali) che per adesso rappresenta un record, e che indirizzerà verso risvolti scientifici che guardano al futuro delle esplorazioni spaziali.
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