I nuovi dati su una stella lontanissima da noi continuano a rendere inspiegabile il suo comportamento: salvo non abbia una gigantesca centrale elettrica intorno
Negli ultimi mesi gli astronomi hanno escluso diverse ipotesi circa il comportamento della stella, formulandone anche di affascinanti e difficili da verificare, come la possibilità che le oscillazioni nella luminosità siano dovute ad attività aliene di qualche tipo. Decenni fa il fisico Freeman Dyson formulò un’ipotesi molto curiosa: che cosa accadrebbe se costruissimo migliaia di pannelli solari giganti, larghi chilometri, e li mettessimo in orbita intorno a una stella? Potrebbero catturare l’energia solare in modo molto più efficiente degli attuali sistemi, fornendo molta più energia. Una civiltà avanzata potrebbe costruire milioni, forse miliardi, di pannelli intorno alla stella, che quindi si ritroverebbe in parte oscurata dalla megastruttura (Sfera di Dyson) per la raccolta dell’energia solare. L’ipotesi è che a 1.500 anni luce da noi stia accadendo, o sia accaduto, qualcosa di simile (la distanza implica che, osservando la stella oggi, vediamo ciò che le accadde 1.500 anni fa, il tempo che la luce ha impiegato per arrivare qui.)
Come scrive l’astronomo e divulgatore Phil Plait su Slate, negli ultimi giorni una nuova serie di dati raccolti da Bradley Schaefer della Louisiana State University fornisce qualche elemento in più a riprova dello strano comportamento di KIC 8462852. Schaefer ha messo insieme tutte le osservazioni disponibili della stella dal 1890 al 1989, ricostruendo i suoi livelli di luminosità nel corso del tempo. La serie di dati rivela qualcosa di sorprendente: tra le prime e le ultime misurazioni, lungo quasi un secolo, la luminosità complessiva della stella è diminuita del 20 per cento. Si tratta di qualcosa di anomalo, considerato che KIC 8462852 è una stella di classe F V: più calda, massiva e grande del nostro Sole, ma tutto sommato placida e con un’evoluzione che richiede milioni di anni per compiersi, non certo secoli. Due stelle simili, valutate da Schaefer, nello stesso periodo sono rimaste sostanzialmente invariate, cosa che conferma che KIC 8462852 ha un comportamento diverso.
I dati raccolti da Schaefer mostrano inoltre che la riduzione della luminosità non è costante: ci sono stati periodi nella storia in cui è diminuita pochissimo, altri in cui è tornata più intensa. KIC 8462852 cambia di continuo su scale temporali molto diverse, quindi: ore, giorni, settimane, decenni e secoli. Plait spiega che una cosa simile non era mai stata osservata e che pone grandi interrogativi cui è difficile dare risposta.
È comunque improbabile che la causa delle oscillazioni nella luminosità siano attività aliene, ma per quanto ne sappiamo ora non possiamo escluderlo categoricamente e in maniera definitiva. I nuovi dati forniti da Schaefer rafforzano l’ipotesi, per quanto fantasiosa, di una Sfera di Dyson costruita intorno a KIC 8462852: man mano che vengono aggiunti pannelli solari in un’orbita intorno alla stella, la struttura ne oscura porzioni sempre più grandi così che a un osservatore molto lontano (noi) diventino evidenti le oscillazioni di luminosità.
Assumendo per un momento che davvero ci sia l’attività degli alieni di mezzo, ci sono comunque alcune cose che non tornano. Negli anni Dieci del Novecento, per esempio, la stella perse molta della sua luminosità apparente per poi riguadagnarla qualche anno dopo: in quel periodo che cosa accadde alla Sfera di Dyson in costruzione? Il cambiamento così netto nella luminosità della stella, inoltre, potrebbe essere solo causato da una struttura gigantesca, considerato che KIC 8462852 di suoi ha un diametro che è 1,6 volte quello del Sole. Per bloccare il 20 per cento della sua luce emessa, gli alieni avrebbero dovuto costruire una porzione della Sfera con una superficie pari a 750 miliardi di chilometri quadrati, 1.500 volte l’area della Terra, calcola Plait. E questo se la sfera fosse molto vicina alla stella; nel caso in cui si trovasse in un’orbita più distante la sua area dovrebbe essere ancora più grande.