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03/02/15
“All’umanità serve un archivio mondiale sugli UFO”
Un archivio mondiale nel quale raccogliere tutti gli avvistamenti UFO, correlati di video, fotografie, dati. È l’obiettivo del MUFON, il MUtual UFO Network, l’organizzazione statunitense che da decenni studia il fenomeno e che adesso cerca di fare un salto di qualità, utilizzando un metodo scientifico.
“Per fare scienza, c’è bisogno di collezionare e conservare osservazioni e misure ricavate da un determinato campo di studi- in questo caso, gli Oggetti Volanti Non Identificati- oltre che correlare queste informazioni in forma di analisi e se possibile di esperimenti”, ha detto Jan Harzan, direttore esecutivo del MUFON, con base a Newport Beach, in California. Il tutto, dice, per il bene dell’umanità, per capire cosa si nasconda realmente dietro questi oggetti misteriosiosservati in tutto il mondo.
“Ogni mese, riceviamo da 500 a 1000 segnalazioni. Molti di questi rapporti arrivano da fonti credibili, come piloti di linea, personale militare, ex funzionari d’ intelligence, medici, avvocati, oltre che gente comune”, ha spiegato a Science.Com. Sempre più spesso- grazie alla diffusione della tecnologia nella vita quotidiana- i racconti sono anche accompagnati da immagini che smart phone e tablet- sempre con noi- riescono a riprendere in formati di buona qualità.
Proprio questo elemento, secondo Harzan, rendeindispensabile la creazione di un database su scala globale. “Con l’esplosione di cellulari, videocamere, siti online- che si aggiungono alle migliaia di dossier cartacei che abbiamo raccolto prima del 2006- la necessità di trovare tutti questi dati in un unico contenitore facilmente fruibile è estremamente importante.” L’archivio digitale sarà lo strumento tramite il quale avere accesso, in modo semplice, a tutti i vari avvistamenti registrati nel mondo. Altrettanto semplice dovranno essere la ricerca e la possibilità di individuare episodi correlati secondo determinati parametri.
L’obiettivo finale è infatti ordinare le segnalazioni sulla base di grandezza, forma, caratteristiche di volo, data e luogo. Il lavoro sarà immenso, perché- ai resoconti direttamente inviati al MUFON – andranno aggiunti tutti gli articoli di giornale, le riviste, i blog, Twitter, Youtube…Ma grazie a questo ciclopico database, i ricercatori saranno in grado di scoprire correlazioni tra un caso e l’altro, forse persino di comprendere la reale natura di questi oggetti sconosciuti. “Solo allora emergerà il quadro completo per quanto riguarda la dimensione e la portata di questo fenomeno e come ci sta interessando come civiltà”, ha concluso Harzan.
La necessità di affrontare seriamente l’argomento- per troppo tempo ridicolizzato o quanto meno trattato in modo frivolo dagli organi di informazione- sembra incominciare a far breccia anche all’interno del mondo scientifico. Pur premettendo di parlare a titolo personale, si è espresso in questi termini, ad esempio, Larry Lemke, ex ingegnere aerospaziale e membro del comitato esecutivo del NARCAP, il National Aviation Reporting Center on Anomalous Phenomena- il centro dell’aeronautica che raccoglie le segnalazioni sui fenomeni aerei anomali.
“Penso che i rapporti sugli UFO rappresentino un rompicapoche merita una seria attenzione scientifica, senza sostenere nessuna particolare posizione sulla possibile risposta a quel puzzle, se sia di natura puramente psicologica, puramente fisica o una combinazione delle due”, ha detto al sito online. “Coloro che sono abbastanza anziani da ricordare la prima fase dell’era degli UFO hanno la chiara percezione di quanto la discussione sull’argomento abbia avutoun’involuzione. Come società, siamo collettivamente più stupidi in materia di quanto non lo fossimo una generazione fa.”
La critica di Lemke punta il dito proprio sulla tecnologia di massa che ha inquinato nel profondo la ricerca. Internet è sommerso da immagini di razzi spaziali spacciati per aviogetti misteriosi. O peggio, di video volutamente manipolati con Photoshop e altri programmi di grafica per computer,palesemente falsi. E chiunque oggi- lamenta l’ex ingegnere- si sente un esperto solo perchè commenta o analizza un avvistamento nei 140 caratteri massimi di un tweet…
“La sfida dell’ufologia è sempre stata quella di individuare un piccolo segnale in mezzo ad una grande quantità di frastuono. Ora, quello che ci serve, è elevare la discussione ad un livello di ricerca professionale da scienziato/ingegnere”- sostiene Lemke. “Finora, su questo fronte l’azione sembra possibile con alcuni gruppi privati, in Francia e in Cile, che hanno stretto un accordo di cooperazione per lo studio approfondito sugli UFO. Auguro loro successo negli anni a venire.”
Il riferimento è ai francesi di Sigma/3AF, la commissione istituita dall’ Association Aéronautique et Astronautique , e alCEFAA, il comitato promosso dal Governo di Santiago del Cile per studiare i fenomeni aerei anomali, senza pregiudizi e senza ingenuità. Le analisi dei loro esperti- ingegneri, fisici, astronomi, piloti militari- hanno portato, nel corso degli anni, ad individuare più volte oggetti di apparente struttura metallica non riconducibili a nulla di conosciuto. Veri oggetti volanti non identificati.
Ipotesi respinte al mittente dal famoso scettico James Oberg, convinto che tutto possa essere spiegato in modo razionale. “Non devono essere per forza alieni e io non ho visto nessuna prova convincente in nessuno di questi casi. Potrebbero essere, il più delle volte, prodotti di attività aerospaziale segreta, specie in Russia e in Cina. Così, si spiega perfettamente l’interesse dell’intelligence militare americana sui resoconti di UFO all’estero”, ha dichiarato.
“Qualsiasi agenzia di sicurezza può aver trovato utile- e probabilmente, lo ha fatto- che il pubblico scambiasse i suoi mezzi per dei dischi volanti, anche se mi sembra in realtà un comportamento più opportunistico che deliberato. Possono aver agito così i Governi, le corporazioni, anche le imprese criminali: di tanto in tanto, qualche mistificatoreaggiunge un po’ di fango nell’acqua.” E tutto risulta ancora più torbido, ancora meno decifrabile.
Non meno tranchant il giudizio di un altro noto debunker, Robert Sheaffer, per il quale il problema è insito nell’ufologia stessa, che non sa separare la fiction dalla vera scienza. “La principale linea di faglia, oggi, è la divisione tra la cosiddetta “ufologia new age” e quella che si definisce scientifica, ma in realtà è fantascientifica. Entrambe sono spazzatura e fondamentalmente ignorano il rasoio di Occam: ovvero, quando ci sono due ipotesi, la più semplice è la migliore”.
Il principio metodologico formulato nel XIV secolo da Guglielmo di Occam, considerato alla base del pensiero scientifico moderno, viene spesso invocato da chi ritiene pura fantasia tutto ciò che riguarda gli avvistamenti di oggetti non identificati. Evitare la postulazione di entità inutili, escludere le ipotesi più complesse, preferire sempre quelle più semplici e plausibili, si traduce- in questo ambito- più o meno così: prima di immaginare visitatori alieni arrivati da mondi lontani, consideriamo fenomeni naturali e spiegazioni razionali.
Ma talvolta il rasoio può essere a doppio taglio. Ad esempio, ogni qual volta un pilota- magari un top gun con migliaia di ore di addestramento alle spalle- riferisce di aver osservato sul radar e magari di aver pure inseguito una luce misteriosa che poi, all’improvviso, è scomparsa a folle velocità, la causa è presto detta: lo sprovveduto ha scambiato il pianeta Venere o un meteorite per un UFO. A quanto pare, la spiegazione più semplice non sempre è anche la più plausibile.
L'MI5 e le indagini sui Crop Circle
Ebbene sì. Il Security Service di Sua Maestà- ovvero, laMilitary Intelligence, sezione 5, nota anche come MI5- durante la Seconda Guerra Mondiale ha indagato sui Crop Circle, i disegni impressi tra l’erba e le spighe. Emerge dai documenti conservati negli Archivi Nazionali ormai resi pubblici: tra quelle migliaia di pagine, ci sono anche foto e valutazioni sul fenomeno oggi da molti associato agli UFO. Ma all’epoca, l’interesse era motivato da ben altri problemi.
I dossier svelano infatti quale fosse la preoccupazione degli agenti, chiamati ad indagare nelle campagne inglesi: quei segni potevano essere messaggi in codice per guidare i bombardieri tedeschi su obiettivi britannici. Si temeva dunque che a disegnare cerchi, spirali e scritte tra le coltivazioni fossero dei simpatizzanti nazisti, una sorta di “Quinta Colonna” infiltrata nella società del Regno Unito. Per questo, l’ MI5 dedicava tempo e uomini nella decifrazione di quei glifi.
Un caso riguarda, ad esempio, una grande G apparsa nella primavera del 1941 in un campo di mais. Il marchio, lungo 30 metri, sembrava puntare verso una fabbrica di munizioni di Glascoed, nel Monmouthshire. Il dettaglio, scoperto grazie ad alcune fotografie aeree, allarmò l’Intelligence che volle verificare direttamente. Nel documento dattiloscritto, si legge: “Il contadino, persona di buon carattere, venne ascoltato e ammise di aver seminato il campo lui stesso.
Spiegò di averlo poi venduto in aprile. Poco dopo, avendo ancora un po’ di orzo rimasto nella macchina per la semina, per svuotarla prima di riconsegnarla al contadino che gliela aveva prestata, fece girare il suoi cavalli nel campo e forò il terreno in profondità per liberarsene. Lo fece perché era molto difficile rimuovere a mano i chicchi dalla macchina, mentre seminarli era il modo più rapido per disfarsene. Accettò di arare quella parte del terreno. Essendo stata raggiunta unaspiegazione soddisfacente, il caso non è stato ulteriormente indagato.” Mistero risolto, dunque.
Altri segni sospetti vennero scoperti e analizzati anche in un campo vicino a Newquay, in Cornovaglia, mentre nelle campagne di Staplehurt apparve un cerchio bianco con all’interno la scritta “Marden”. I timori dei servizi segretibritannici non erano infondati: sapevano che in Polonia, Olanda, Francia e Belgio i piloti della Luftwaffe avevano colpito obiettivi indicati proprio da indicazioni lasciate sul terreno da loro agenti in incognito.
“Iniziarono ad investigare sulla Quinta Colonna dopo l’invasione dei Paesi Bassi e della Francia, dove le spie tedesche avevano utilizzato le luci per l’atterraggio per guidare gli aerei sui luoghi da attaccare”, ha detto al Mailonline David Clarke, docente di Giornalismo alla Sheffield Hallam University che da anni studia i documenti messi a disposizione dalMinistero della Difesa. Molti sono contenuti nel suo libro “Britain’s X-traordinary Files” .
“Nel 1940, tutti in Gran Bretagna pensavano:’ora tocca a noi’ e che la Germania avrebbe reclutato delle spie anche in Inghilterra, per mandare messaggi ai Tedeschi ed indicare i punti ideali per uno sbarco. L’Operazione Leone Marino ( il nome in codice dell’ invasione della Gran Bretagna pianificata da Hitler) indusse la popolazione, la polizia, Winston Churchill e l’MI5 a sospettare che ci fosse una Quinta Colonna attiva e i file degli Archivi Nazionali mostrano le assurdità che vennero portate alla loro attenzione.”
Come appunto, quella grande lettera G avvistata da un pilota della RAF. Il contadino- prima di essere creduto- se la vide brutta: venne scambiato per una spia e circondato dagli agenti dei servizi segreti. Analogamente, anche gli altri strani segnitrovarono una spiegazione: quello a Newquay era stato prodotto dall’uso di calcare per scopi agricoli, mentre la parola scritta nel cerchio a Staplehurt era ciò che rimaneva di una pista di atterraggio d’emergenza della compagnia aerea Imperial (oggi, la British Airways)
La quantità di energie destinate dal Security Service per indagare su questi fatti è sorprendente. C’erano tre funzionari, con base nelle contee più orientali, impegnati a tempo pieno nell’osservazione del cielo, per scrutare eventuali segnali luminosi interpretati come messaggi delle spie all’aviazione tedesca per indicare la strada verso Norwich. “In quei documenti ci sono molti episodi che oggi la gente interpreterebbe come attività aliena, come luci e crop circle. Ma negli anni ’40, nessuno si preoccupava degli Extraterrestri, tutti si preoccupavano dei Nazisti”, ha aggiunto Clarke.
Vero. L’attenzione era tutta concentrata su un nemico reale e tutti i fenomeni inspiegabili venivano studiati e monitorati in quest’ottica di difesa. Col passare degli anni, però, gli Inglesi hanno appurato che non si trattava di velivoli tedeschi; gli Americani che non erano aerei spia sovietici; i Russi che non erano aerei sperimentali alleati. La guerra, nel frattempo, è finita. I fenomeni inspiegabili invece continuano. Che sia il caso di approfondire l’argomento?
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