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20/12/14

Nasa


Non c'è pace a Cape Canaveral. Dopo le polemiche suscitate dalle esternazioni diEdward Aldrin che ha rivelato che l’Apollo 11 non era solo nello spazio, (dichiarazione poi ritrattata) e dopo la perdita dei preziosi nastri dello sbarco sulla Luna, ecco una nuova tegola che cade sull'Agenzia Spaziale Americana.
Apparentemente la situazione non è così grave, visto che la notizia è passata in sordina ripresa solo da alcuni media, ma la sostanza è molto compromettente e come buona abitudine della NASA le dichiarazioni hanno sempre rivolti inaspettati. Ma veniamo ai fatti. Una rivista americana specializzata in esopolitica e ufologia è riuscita a entrare in possesso di un nastro originale che custodisce alcuni segreti nascosti, almeno in apparenza.
Il 13 marzo 1989, Donald Ratsch (un membro americano della società radiofonica che controlla tutte le trasmissioni nello spazio della NASA) sta monitorando i dialoghi dello Shuttle Discovery.
 E sceglie il momento giusto per registrare, udendo questo messaggio dell'astronauta indirizzato alla base sulla Terra:“Houston qui Discovery, abbiamo ancora l'astronave aliena sotto osservazione". Una frase che non lascia spazio ad interprestazioni.
Inizialmente la NASA ha negato tutto, come da prassi, ma quando da Houston hanno realizzato che non si sarebbe potuta negare una registrazione "reale", hanno riconosciuto la veridicità dei dialoghi in questione legittimandoli, ma hanno aggiunto che era una alterazione della pellicola e che la frase pronunciata era stata fraintesa.
Ma qualcosa non torna. Chiunque abbia sentito la registrazione non ha  dubbi che l'astronauta fosse più che serio e che pronunciasse esattamente quelle parole. Naturalmente gli scettici non ci stanno e parlano di caso montato da nulla e parole alterate. Ma esistono diversi riferimenti in trasmissioni sentite ma non registrate, che vedono l'astronauta ripetere alla NASA “Fuoco...Fuoco". Si può pensare ad una parola in codice per identificare l'UFO. Ma questo rientra nelle ipotesi.
Poi, come successo altre volte  la Nasa cambia la frequenze di trasmissione. Ma perché tutta questa premura? Situazione già viste con i dialoghi dell'Apollo 11 e del Gemini. Infatti non è la prima volta che gli astronauti vengono uditi a parlare apertamente di navicelle aliene che spiano minuziosamente i loro spostamenti. Un funzionario della Cia interrogato sull'argomento ebbe a dichiarare: "L'organizzazione dei servizi segreti e la NASA sono  in possesso di numerose prove circa l'esistenza degli UFO ed il loro controllo da parte di esseri intelligenti".
Purtroppo la politica del silenzio in vigore nell'Agenzia Spaziale fatta di prerogative dedite alla censura impedisce ai cosmonauti di parlare troppo. Quando lo fanno sono subito costretti a ritrattare.

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