Chi è Maurizio Biglino? Uno studioso della Bibbia. In base ai suoi studi, matti e disperatissimi, si suppone, poiché l’ebraico antico (come l’etrusco, il tocario, l’ittita e il lineare B) è un labirinto imperscrutabile ai più, afferma che il Testo Sacro par excellence non è, ahi, un testo sacro, bensì, per quel che si è potuto capire, il resoconto di una colonizzazione aliena. Elohim (gli Elohim), una civiltà avanzatissima, in grado di modificare geneticamente l’uomo (incrociandosi con esso). Yahweh fu il figlio di uno di tali Elohim: “comandante militare” che ebbe a subornare la casa di Giacobbe “onde conquistare lembi di terra e piccole aree del territorio palestinese”.
Poi c’erano altri Elohim, un pochino più navigati e di larghe vedute: questi avevano in concessione gente un tantino meno rozza: Egiziani e Greci.
È forse un caso, leggo nel post del buon Bertani, che ci sia un elicottero Apache (almeno è quel che mi pare di intravedere tra le cisposità del primo mattino, ammammaloccuto, con il croissant stillante caffellatte davanti alla bocca semiaperta) tra i geroglifici di una stele egizia?
Voi penserete: ecco qui lo scettico. Ma, vedete, sono un essere complesso. Ciò non toglie ch’io scriva castronerie su castronerie, attenzione. E però, alle mie spalle, è una formazione culturale ricca e strana; accanito lettore di fantascienza mi dedicai, sin dall’adolescenza, all’acquisizione dei testi considerati più eretici: dalla politica alla scienza. Criptozoologia, fantarcheologia, medianismo, Rosa Rossa, retroscena storici alternativi, parapsicologia, teosofia. Le ho lette, eccome.
Alcune eresie sono convincenti, altre no. In tal senso: alcune stimolano a conoscere ancor più, altre si rivelano quali deliri o furbate commerciali. Il 2012 dei Maya? Tutto passato in giudicato? Il calendario Maya, l’Apocalisse, Roberto Giacobbo … tutto esatto naturalmente, come accade con le previsioni economiche della Confindustria.
Oppure Atlantide. Ho letto decine di saggi su Atlantide. L’unico che mi abbia convinto un poquito, se proprio devo sposare l’eresia, è quello di Sergio Frau, un giornalista di Repubblica, che situa Atlantide nella Sardegna (Le Colonne d’Ercole. Un’inchiesta). Il fatto che Frau, probabilmente, sia sardo non inficia la bontà delle sue conclusioni. Atlantide fu in Sardegna, prima dello sconvolgimento, una civiltà fiorentissima, abile a foggiare le torri nuragiche, tanto avanzata da colpire l’immaginario degli antenati di Platone … Atlantide, appena al di là delle Colonne d’Ercole … ma quelle non stanno a Gibilterra? diranno i miei piccoli lettori: apparentemente; in realtà, sono lì, oggi, poiché sono state spostate storicamente. Prima, ab ovo, le colonne erano nel Canale di Sicilia, porta marittima verso l’isola meravigliosa.
Oppure Troia. Ragazzi, quante scemenze ho letto. La sola eresia di buona lega rimane quella escogitata da Felice Vinci in Omero nel Baltico. Gli Achei abitano le coste scandinave; elaborano proprie saghe (l’Iliade, Ulisse et cetera); discendono l’Europa attraverso il Dnepr, colonizzano l’Egeo adattando alla nuova conformazione fisica le antiche leggende …
E poi Ossendowski, col suo Bestie uomini e dei in cui rileva il Re del Mondo che decide, dal Tibet, se ricordo bene, le sorti mondiali. Un illuminato, insomma. E poi van Däniken coi suoi alieni-astronauti-dei. E Il Re del Mondo di René Guénon? Quante volte ho letto quel libro … mai capendoci davvero un’acca, ovviamente … si è sempre lì per carpire la rivelazione, ma quella, sul più bello, sfugge via come una saponetta indisponente … Vogliamo citare madame Blavatsky? Quel suo pout-pourri di orientalismo, filologia pericolante e misticismo da tinello? Quanta gioia mi ha dato. E come dimenticare i Tubi di Baigong? E il gigante del Wisconsin? I blocchi di Cuzco? Altro che la piramide di Cheope … E le giare di Baghdad? Pile, sicuramente. E quel teschio africano, antidiluviano, con un foro di proiettile sulla tempia? Mica male. E la dimora artica di Tilak? L’origine ariana è proprio lì: la Groenlandia, parliamoci chiaro, si chiama così perché v’erano praticelli. E gli etruschi indiani? Non avete mai notato che il sanscrito e l’etrusco sono gemelli? Se non l’avete fatto, studiate. Forse il sanscrito e l’etrusco no, ma l’indoeuropeo deriva dal sanscrito, poffarbacco. Certo, Alessandro Magno arrivò in India, fondò città, eresse monumenti … non sarà che il sanscrito, è solo un’illazione!, fu contaminato da elementi macedoni, abbondantemente già indoeuropei di suo? Sikander! La dea bianca di Graves? La Signora dell’Amore e della Morte precristiana, la Grande Madre dell’Europa … e di Bachofen ne vogliamo parlare? Gli Esseni? I Rotoli del Mar Morto? John Allegro e il suo Cristo-fungo allucinogeno? I tedeschi che discendono da una delle dodici tribù d’Israele? La Laura del Petrarca è il pi greco? Shakespeare era siciliano? Oppure Shakespeare, uno dei maggiori poeti di ogni tempo, fu l’invenzione di un alto dignitario e diplomatico inglese che, per occultare la propria identità, coniò il nom de plume William Shakespeare mutuandolo da quello d’uno zoticone di provincia, pessimo attore? Le mappe di Piri Reis? Il Manoscritto Voynich? Lingua aliena o presa per i fondelli? I rettiliani di Icke? Le fate di Conan Doyle? I cucchiaini di Uri Geller?
Voi potrete arguire ch’io voglia farmi gioco di tutto questo, ma non è così.
Mi piace conoscere, come già scrissi. Leggo per conoscere. Mai prenderei in mano un libro per il piacere della lettura (che non so cosa sia). Leggo Maupassant con gusto: non per il piacere di leggerlo: solo perché è uno degli psicologi più fini dell’Ottocento.
E, tuttavia, una volta letto un autore occorre tirare le somme. E a me Maurizio Biglino sembra un Valentino Compassi con una veste filologica più accentuata; più dotta; sostanzialmente impenetrabile e ingiudicabile. Chi ci capisce qualcosa di ebraico antico? Ricordo una diatriba sull’ebraico in cui rimase invischiato addirittura Beniamino Placido: per poco non ci rimaneva sotto. Valentino Compassi: Maestro Scrittore Cosmologo Ermeneuta. Filologo anche lui. Extraterrestri e carri di fuoco al Costanzo Show. Biglino è ingiudicabile, perso nell’iperuranio dell’antico ebraico, la prima lingua del mondo a detta dell’Alighieri, eppure non convince. No, non mi convince. C’è qualcosa che non torna. È lo scetticismo pagano che m’impone tale attitudine. L’umano troppo umano del mondo classico. Biglino è troppo lambiccato ed esclusivo per essere vero; gira in tondo; e poi la mancanza di cautela (ci hanno ingannati per 2000 anni!) … quell’acrimonia contro la Chiesa … come se una tradizione bimillennaria possa essere materiata da citrulli, impostori e pedofili. Ciò non esclude, certo, che Biglino sia un ottimo divulgatore di sé stesso. Anche Berlusconi lo era. Anche l’agente Tecnocasa del mio quartiere: riuscirebbe a venderti un monolocale in fondo all’Etna.
E però le mie son sensazioni, non critiche puntuali, ovvio. Le critiche puntuali nonché i mortaretti dell’entusiasmo li lascio a quelli più intelligenti di me.
Tutto queste chiacchiere portano alla considerazione principale.
Non esiste una verità vera completa come, del pari, non esiste una pura falsità. Tutto rimanda a tutto. E però la storia, pur disseminata di complotti, non è un complotto. Aprirsi a ogni ipotesi equivale, nell’era dell’alluvione informativa e tecnica, a credere a Babbo Natale. Il filosofo Maurizio Ferraris lo dice chiaro e tondo: si possono avere le competenze tecniche per guidare un jet e credere all’oroscopo ovvero: che un pezzo di roccia perso nel Sistema Solare influisca su 1/12 di popolazione mondiale.
La scienza ufficiale complotta? Certo, ma tutto è umano, troppo umano. La scienza in mano alla politica in mano all’alta finanza incorporea complotta. Risultato: malattie di massa. Non dimostrabile, ma credibile. Gli elicotteri sul palinsesto di pietra ad Abydos, però, non sono credibili: sono fanfaluche.
La Storia non è una serie di trucchi per occultare la Verità benché Questa pulluli di false piste, impostori e Signori dell’Inganno. Gli Egiziani hanno costruito le loro piramidi senza energia nucleare, questo è certo, e privi di gru da ottanta tonnellate così come Appio Claudio lastricò, senza imperfezioni, la regina viarum grazie a qualche artigiano di genio e Van Eyck dipinse quello stramaledetto lampadario ne I coniugi Arnolfini. Ignorare la loro tecnica non equivale a supporne una anacronistica e ridicola. Umano, umanissimo: Marco Polo riferì di aver visto l’unicorno, stoffe intangibili dal fuoco e fontane inesauribili di olio; e parecchi giù a ridere. Poi si scoprirono il rinoceronte, l’asbesto e il petrolio. Van Eyck, dal canto suo, possedeva quasi certamente una camera oscura, come il Canaletto e il Caravaggio. Leonardo, no, non ce l’aveva e, infatti, il Sommo sbaglia prospettiva, a volte. Neanche Piero della Francesca aveva una camera oscura, ma lui è più di un genio: non sbaglia mai, come Dante o Leopardi. Basta aspettare, insomma. Il primo metafisico dell’Occidente, Anassimandro, fu un ecista: comandava uomini, navi, fondava città, erigeva mura, combatteva, uccideva, aveva figli. Avrebbe mai perso tempo con tali scemenze? In due righe, ben più di Platone, costruì la cornice conoscitiva dell’Occidente. Non ci sono doppi fondi, tutto è chiaro, adamantino: classico.
Resecare noi stessi dal passato ci sta recando verso territori sterili, sciocchi, infantili, senza sbocco, antiaristotelici. Una sommatoria di sottoculture, sospettose, rissosissime, fanatiche, ognuna fiera della propria microscopica indipendenza; piccole mode che vanno e vengono come certe teorie economiche abbandonate per strada come un balocco usato dopo essere state sostenute col coltello fra i denti. Ciò che manca è lo sguardo generale sulla vita, sul mondo e sulla Storia che solo il mondo classico (e gli autori moderni che a quel mondo si ispirano) possiede. Il disincanto, il pathos della distanza. Lo scetticismo fruttuoso. Il nulla di troppo. La Scienza, insomma. La Scienza che, proprio per essere tale, tutto deve dominare con lo sguardo. Una scienza decaduta a tecnica, al saper fare qualcosa in un unico determinato campo. Come Sherlock Holmes, il primo imbecille moderno, che ignorava l’eliocentrismo e acciuffava assassini calcolando “quanto un gambo di sedano era affondato in un panetto di burro durante una giornata particolarmente calda” (citazione da Vita privata di Sherlock Holmes di Billy Wilder).
I complotti esistono. Son orditi dagli uomini per dominare altri uomini. In tutta evidenza anche se la trama sottesa, spesso, è difficile da seguire.
Lasciamo stare le astronavi di Yahweh e tale sottocultura da fumetto se vogliamo salvare un minimo di credibilità, altro che uscire dalla caverna di Platone.
Alceste
Fonte: http://alcesteilblog.blogspot.com