Gli alieni, agli albori della fantascienza, erano semplici «omini verdi». Poi, col passare del tempo, sono diventati «i grigi»: esseri benevoli, intelligenti ed evoluti. Diversi da noi, ma fondamentalmente pacifici. Il cliché contemporaneo, la trama dominante delle loro più recenti apparizioni sulla Terra, invece, li vuole pronti a dichiarare guerra all'umanità. E a invadere il nostro pianeta per ragioni (spesso) del tutto incomprensibili.
I DOCUMENTI DECLASSIFICATI DAL FBI. Da quando il Fbi ha messo online il cosiddetto Vault, una reading room virtuale piena di vecchi documenti declassificati, gli ufologi si sono lanciati alla ricerca di vecchie e nuove tracce nel tentativo di 'confermare' questa ipotesi.
Ecco quali sono stati i cinque episodi più significativi, le cinque battaglie sospese tra realtà e immaginazione che, secondo i cultori della materia, avrebbero opposto agli Ufo le forze militari umane. Dagli Stati Uniti all'Ucraina, dai cieli dell'Iran a quelli del Regno Unito.
1. L'incidente di Cosford
Il 31 marzo 1993, attorno all'una di notte, decine di persone lungo tutta la costa occidentale della Gran Bretagna videro oggetti volanti di forma triangolare sfrecciare nel cielo. La prova che gli alieni sono riusciti a eludere le difese aeree della Gran Bretagna? Il giornalista e studioso di folklore David Clarke ha sostenuto di aver trovato la risposta in alcuni documenti riservati.
«Sembra che un oggetto non identificato di origine sconosciuta abbia sorvolato lo spazio aereo del Regno Unito senza essere individuato dai radar. Dal punto di vista della difesa nazionale è un evento dal significato notevole, su cui è opportuno indagare». A parlare è l'ufficiale Nick Pope, in un rapporto preparato per i suoi superiori del ministero della Difesa inglese.
UN UFO SOPRA LA BASE? Uno dei presunti Ufo è stato visto quella notte anche da una pattuglia di polizia della Raf, l'aeronautica di Sua Maestà, di stanza presso la base di Cosford. Nel rapporto degli agenti è scritto che l'oggetto è passato sopra la base «a grande velocità (...) a un'altitudine di circa 1.000 metri (...)». Aveva due luci bianche, un debole bagliore rosso sul retro e non emetteva alcun tipo di rumore. La pattuglia di Cosford avvisò l'ufficiale meteorologico della vicina base Raf di Shawbury. Quest'ultimo, circa un'ora dopo, vide «un oggetto volante di forma triangolare» volare a bassa quota, emettere una specie di ronzio e sparare un fascio di luce sul terreno, «come se stesse cercando qualcosa».
IL LANCIO DEL SATELLITE RUSSO. L'ipotesi aliena non è però l'unica. La sera del 30 marzo 1993, infatti, la Russia lanciò in orbita il satellite Cosmos 2238. Il razzo che portò il satellite nello spazio poi rientrò nell'atmosfera terrestre, rompendosi in più pezzi. La sua traiettoria è risultata compatibile con la zona dei primi avvistamenti: gli oggetti volanti visti da decine di persone quella notte, quindi, altro non sarebbero che i resti del razzo. Ma come spiegare il racconto dell'ufficiale meteorologico di Shawbury? Secondo Clarke l'enigma avrebbe trovato soluzione nel 2005, quando un pilota della base di Shawbury, leggendo i rapporti fatti all'epoca, decise di parlare: «Il presunto Ufo visto a Shawbury è stato successivamente identificato con un elicottero della polizia locale, che stava seguendo un'auto rubata lungo la A5. Il pilota ha usato il riflettore NiteSun per illuminare il terreno». La prova definitiva avrebbero potuto fornirla soltanto i registri di volo, che però sono stati conservati solo per un breve periodo di tempo e poi distrutti. Di conseguenza non è possibile stabilire con certezza se si sia trattato davvero di un elicottero, oppure di qualcos'altro.
«Sembra che un oggetto non identificato di origine sconosciuta abbia sorvolato lo spazio aereo del Regno Unito senza essere individuato dai radar. Dal punto di vista della difesa nazionale è un evento dal significato notevole, su cui è opportuno indagare». A parlare è l'ufficiale Nick Pope, in un rapporto preparato per i suoi superiori del ministero della Difesa inglese.
UN UFO SOPRA LA BASE? Uno dei presunti Ufo è stato visto quella notte anche da una pattuglia di polizia della Raf, l'aeronautica di Sua Maestà, di stanza presso la base di Cosford. Nel rapporto degli agenti è scritto che l'oggetto è passato sopra la base «a grande velocità (...) a un'altitudine di circa 1.000 metri (...)». Aveva due luci bianche, un debole bagliore rosso sul retro e non emetteva alcun tipo di rumore. La pattuglia di Cosford avvisò l'ufficiale meteorologico della vicina base Raf di Shawbury. Quest'ultimo, circa un'ora dopo, vide «un oggetto volante di forma triangolare» volare a bassa quota, emettere una specie di ronzio e sparare un fascio di luce sul terreno, «come se stesse cercando qualcosa».
IL LANCIO DEL SATELLITE RUSSO. L'ipotesi aliena non è però l'unica. La sera del 30 marzo 1993, infatti, la Russia lanciò in orbita il satellite Cosmos 2238. Il razzo che portò il satellite nello spazio poi rientrò nell'atmosfera terrestre, rompendosi in più pezzi. La sua traiettoria è risultata compatibile con la zona dei primi avvistamenti: gli oggetti volanti visti da decine di persone quella notte, quindi, altro non sarebbero che i resti del razzo. Ma come spiegare il racconto dell'ufficiale meteorologico di Shawbury? Secondo Clarke l'enigma avrebbe trovato soluzione nel 2005, quando un pilota della base di Shawbury, leggendo i rapporti fatti all'epoca, decise di parlare: «Il presunto Ufo visto a Shawbury è stato successivamente identificato con un elicottero della polizia locale, che stava seguendo un'auto rubata lungo la A5. Il pilota ha usato il riflettore NiteSun per illuminare il terreno». La prova definitiva avrebbero potuto fornirla soltanto i registri di volo, che però sono stati conservati solo per un breve periodo di tempo e poi distrutti. Di conseguenza non è possibile stabilire con certezza se si sia trattato davvero di un elicottero, oppure di qualcos'altro.
2. La battaglia di Los Angeles
La «battaglia di Los Angeles» si è svolta tra il 24 e il 25 febbraio 1942 nei cieli della California, meno di tre mesi dopo l'ingresso degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale a seguito dell'attacco giapponese di Pearl Harbor. Quella notte una serie di allarmi aerei tenne sveglia la popolazione, finché i radar non registrarono la presenza di un oggetto volante non identificato a 193 chilometri a Ovest della città. L'artiglieria contraerea fu messa in stato di allerta, pronta a fare fuoco, ma i radar persero improvvisamente il segnale rilevato fino a quel momento.
L'IPOTESI DELLA FLOTTA ALIENA. Circa un'ora più tardi, verso le tre del mattino del 25 febbraio, «qualcosa» fu avvistato su Santa Monica e l'artiglieria aprì il fuoco all'impazzata per un'ora intera. Poco dopo, in conferenza stampa, il segretario della Marina Frank Knox definì l'accaduto un «falso allarme», ma la stampa pubblicò una serie di rapporti e di speculazioni secondo cui la versione fornita dalle autorità sarebbe stata una storia di copertura. Gli ufologi, da parte loro, hanno sostenuto che l'obiettivo dei militari fosse una flotta di astonavi aliene. La principale prova sarebbe costituita da una fotografia, apparsa all'epoca sul Los Angeles Times. Eccola in versione gif animata.
L'IPOTESI DELLA FLOTTA ALIENA. Circa un'ora più tardi, verso le tre del mattino del 25 febbraio, «qualcosa» fu avvistato su Santa Monica e l'artiglieria aprì il fuoco all'impazzata per un'ora intera. Poco dopo, in conferenza stampa, il segretario della Marina Frank Knox definì l'accaduto un «falso allarme», ma la stampa pubblicò una serie di rapporti e di speculazioni secondo cui la versione fornita dalle autorità sarebbe stata una storia di copertura. Gli ufologi, da parte loro, hanno sostenuto che l'obiettivo dei militari fosse una flotta di astonavi aliene. La principale prova sarebbe costituita da una fotografia, apparsa all'epoca sul Los Angeles Times. Eccola in versione gif animata.
La foto mostra i raggi di luce dei fari da ricerca puntati nel cielo notturno, verso quelle che per gli ufologi sono astronavi aliene. Una di queste sarebbe visibile nell'ovale rosso e nei successivi ingrandimenti. Le navicelle, bersagliate dall'artiglieria americana, dopo il fuoco di fila durato ininterrottamente per circa un'ora si sarebbero infine allontanate senza subire danni, per la «probabile presenza di invisibili scudi», hanno argomentato gli ufologi successivamente.
3. I missili di Malmstrom
Il 16 marzo 1967, nella base aerea statunitense di Malmstrom, nel Montana, alle prime ore del mattino un aviatore vide all’improvviso una luce che aveva un andamento molto strano, a zig-zag. Sembrava una stella. All'epoca la base di Malmstrom era dotata di missili intercontinentali Minuteman, parte essenziale del deterrente nucleare strategico americano durante la Guerra fredda. Nel giro di poco tempo, nel cielo sopra la base, apparvero altre due luci simili alla prima. A quel punto il militare decise di allertare il suo superiore, che dopo aver visto anche lui le luci, contattò i livelli più alti del comando. Nemmeno il tempo di avere una risposta, ed ecco che un oggetto volante non identificato, rosso e all’apparenza incandescente, si piazzò sopra il cancello d’ingresso della base. Un militare rimase ferito, e venne trasportato via in elicottero. Ma la cosa più sorprendente è che, uno dopo l'altro, i 10 missili della base si disattivarono, posizionandosi nella modalità «no-go».
L'INCHIESTA DELL'ESERCITO. Un'indagine su quanto accaduto è stata intrapresa dall'esercito Usa, con prove di laboratorio effettuate presso la Boeing. Nessuna causa per il blocco dei sistemi missilistici è mai stata individuata. Robert Kaminski, all'epoca capo ingegnere di Boeing, ha dichiarato che dopo tutti i test effettuati «non sono stati trovati errori, dati tecnici o indizi in grado di spiegare come i dieci missili siano stati disattivati», e che non era emersa «alcuna spiegazione tecnica in grado di dar conto dell'incidente». Nella relazione finale, tuttavia, non si parla di Ufo.
LE RIVELAZIONI DELLA CIA. Alcuni vecchi report declassificati dalla Cia potrebbero gettare una nuova luce sull'incidente di Malmstrom. Si tratta di documenti rilasciati per la prima volta nel 1998, tornati d'attualità a luglio 2014. Questi documenti affermano che, nel corso degli Anni 50, furono segretamente testati in volo aerei-spia all'epoca del tutto sconosciuti, come l’U2. Secondo un’intepretazione estensiva di queste rivelazioni, i presunti Ufo avvistati da allora in poi altro non sarebbero che nuove tecnologie militari terrestri ancora segrete e in fase di test. In assenza di ulteriori e decisive prove, però, il mistero è rimasto intatto.
L'INCHIESTA DELL'ESERCITO. Un'indagine su quanto accaduto è stata intrapresa dall'esercito Usa, con prove di laboratorio effettuate presso la Boeing. Nessuna causa per il blocco dei sistemi missilistici è mai stata individuata. Robert Kaminski, all'epoca capo ingegnere di Boeing, ha dichiarato che dopo tutti i test effettuati «non sono stati trovati errori, dati tecnici o indizi in grado di spiegare come i dieci missili siano stati disattivati», e che non era emersa «alcuna spiegazione tecnica in grado di dar conto dell'incidente». Nella relazione finale, tuttavia, non si parla di Ufo.
LE RIVELAZIONI DELLA CIA. Alcuni vecchi report declassificati dalla Cia potrebbero gettare una nuova luce sull'incidente di Malmstrom. Si tratta di documenti rilasciati per la prima volta nel 1998, tornati d'attualità a luglio 2014. Questi documenti affermano che, nel corso degli Anni 50, furono segretamente testati in volo aerei-spia all'epoca del tutto sconosciuti, come l’U2. Secondo un’intepretazione estensiva di queste rivelazioni, i presunti Ufo avvistati da allora in poi altro non sarebbero che nuove tecnologie militari terrestri ancora segrete e in fase di test. In assenza di ulteriori e decisive prove, però, il mistero è rimasto intatto.
4. L'Ufo di Teheran
Il 19 settembre 1976, poco dopo mezzanotte, il posto di comando dell'aeronautica militare di Teheran ricevette quattro telefonate da civili della città di Shemiran, che segnalavano attività insolite nel cielo.
I chiamanti riferirono di aver visto muoversi un oggetto simile a una stella, ma molto più luminoso. Non essendoci elicotteri operativi nella zona, venne avvisato il generale Yousefi che, dopo aver verificato la presenza di un oggetto molto più luminoso e più grande di una stella, diede ordine di far decollare un jet F4 Phantom II dalla base aerea di Shahrokhi, presso Hamadan.
IL PRIMO CACCIA VA IN TILT. Il caccia, pilotato dal capitano Mohammad Reza Azizkhani, fece il punto sulla situazione a circa 74 chilometri a Nord di Teheran. L'oggetto era così lumionoso che poteva essere visto a più di 100 chilometri di distanza. Quando il capitano si avvicinò a circa 46 chilometri dall'oggetto, il suo aereo perse tutte le funzionalità di strumentazione e di comunicazione, spingendo l'ufficiale a interrompere la ricognizione e a tornare indietro alla base di Shahrokhi. Una volta allontanatosi, il jet riprese a funzionare correttamente.
IL SECONDO ANCHE. Intorno alla 1.40 un secondo jet venne fatto decollare, pilotato dal tenente Parviz Jafari e dal tenente Jalal Damirian. Il caccia riuscì a rilevare l'oggetto con il radar: la traccia era simile a quella di un Boeing 707. Quando l'aereo giunse a circa 46 chilometri, l'oggetto cominciò a muoversi, mantenendo una distanza costante dal caccia iraniano. A un certo punto dell'inseguimento un secondo oggetto più piccolo fu visto staccarsi dal primo e avanzare contro il jet ad alta velocità. Il tenente Jafari, pensando di essere stato attaccato, cercò di lanciare un missile. Ma tutta la strumentazione smise improvvisamente di funzionare, compreso il controllo delle armi e delle comunicazioni. Jafari tentò quindi di virare per allontanarsi e fu a sua volta inseguito per un breve tratto dall'oggetto volante più piccolo, che poi tornò indietro verso il primo. Come nel primo caso, la strumentazione del caccia riprese a funzionare correttamente.
I chiamanti riferirono di aver visto muoversi un oggetto simile a una stella, ma molto più luminoso. Non essendoci elicotteri operativi nella zona, venne avvisato il generale Yousefi che, dopo aver verificato la presenza di un oggetto molto più luminoso e più grande di una stella, diede ordine di far decollare un jet F4 Phantom II dalla base aerea di Shahrokhi, presso Hamadan.
IL PRIMO CACCIA VA IN TILT. Il caccia, pilotato dal capitano Mohammad Reza Azizkhani, fece il punto sulla situazione a circa 74 chilometri a Nord di Teheran. L'oggetto era così lumionoso che poteva essere visto a più di 100 chilometri di distanza. Quando il capitano si avvicinò a circa 46 chilometri dall'oggetto, il suo aereo perse tutte le funzionalità di strumentazione e di comunicazione, spingendo l'ufficiale a interrompere la ricognizione e a tornare indietro alla base di Shahrokhi. Una volta allontanatosi, il jet riprese a funzionare correttamente.
IL SECONDO ANCHE. Intorno alla 1.40 un secondo jet venne fatto decollare, pilotato dal tenente Parviz Jafari e dal tenente Jalal Damirian. Il caccia riuscì a rilevare l'oggetto con il radar: la traccia era simile a quella di un Boeing 707. Quando l'aereo giunse a circa 46 chilometri, l'oggetto cominciò a muoversi, mantenendo una distanza costante dal caccia iraniano. A un certo punto dell'inseguimento un secondo oggetto più piccolo fu visto staccarsi dal primo e avanzare contro il jet ad alta velocità. Il tenente Jafari, pensando di essere stato attaccato, cercò di lanciare un missile. Ma tutta la strumentazione smise improvvisamente di funzionare, compreso il controllo delle armi e delle comunicazioni. Jafari tentò quindi di virare per allontanarsi e fu a sua volta inseguito per un breve tratto dall'oggetto volante più piccolo, che poi tornò indietro verso il primo. Come nel primo caso, la strumentazione del caccia riprese a funzionare correttamente.
L'incidente di Teheran è stato descritto in un documento di quattro pagine dalla Dia, l'agenzia d'intelligence della Difesa degli Stati Uniti, destinato alla Casa Bianca, al segretario di Stato, alla Nsa e alla Cia. Per quanto riguarda invece la documentazione scritta prodotta dall'Iran, trattandosi di fatti accaduti prima della caduta dello Scià, è possibile che sia andata persa.
5. Il giallo di Usovo
L'incidente di Usovo si è verificato nel Centro Sud dell'Ucraina, la sera del 4 ottobre 1982, ed è stato raccontato dopo il crollo dell'Unione sovietica dal colonnello in pensione Boris Sokolov al corrispondente di Mosca per l'Abc Tv David Ensor. Luci non identificate che compivano acrobazie nel cielo su diversi villaggi attorno alla base missilistica di Usovo furono segnalate da personale militare tra le 19.30 e le 21.37 di quel giorno. Ma i fatti più sorprendenti sarebbero accaduti all'interno del bunker sotterraneo della base, che ospitava il pannello di controllo per il lancio dei missili nucleari a lungo raggio.
ARMI ATTIVATE IMPROVVISAMENTE. Il colonnello Sokolov ha raccontato che i pannelli di controllo si accesero improvvisamente, come se i missili fossero in procinto di essere lanciati. Il maggiore Davidovich Kataman, in servizio a Usovo come responsabile dei pannelli di controllo, scrisse nella sua deposizione: «Il 4 ottobre 1982 alle 21.37 ho osservato la spontanea illuminazione di tutti i display (...) gli indicatori erano attivati come se qualcuno li avesse manipolati avendo a disposizione il preciso codice di attivazione computerizzato per il lancio dei missili».
15 SECONDI DI TERRORE. Secondo la rete televisiva Abc, «per 15 terribili secondi, la base di Usovo perse il controllo delle armi nucleari e quello che accadde lì non fu mai spiegato». Il maggiore Kataman dichiarò poi: «Credo che questo effetto fu causato dall'influenza di un forte impulso (...) che ha attivato la sequenza dei dati di carico nell'apparato». L'apparecchiatura fu successivamente smontata pezzo per pezzo, ma nessuna anomalia o malfunzionamento furono ritrovati.
ESERCITAZIONI IN CORSO? Cosa potrebbe aver spinto il personale militare sovietico a segnalare la presenza di luci non identificate nei cieli dell'Ucraina il 4 ottobre 1982? Il corrispondente della Abc, nel 2004, ha riportato la notizia che in quel momento erano in corso delle esercitazioni che prevedevano anche l'uso di esplosivi in aria. Tuttavia, nei documenti prodotti all'epoca dal colonnello Sokolov, non viene menzionato nulla di simile. E la commissione inquirente istituita sui fatti di Usovo non sembra aver mai prodotto alcuna conclusione definitiva. In ogni caso, l'accensione spontanea dei pannelli di controllo dei missili nucleari riportata dal maggiore Kataman ha reso l'incidente di Usovo un caso unico nella storia dell'ufologia.
ARMI ATTIVATE IMPROVVISAMENTE. Il colonnello Sokolov ha raccontato che i pannelli di controllo si accesero improvvisamente, come se i missili fossero in procinto di essere lanciati. Il maggiore Davidovich Kataman, in servizio a Usovo come responsabile dei pannelli di controllo, scrisse nella sua deposizione: «Il 4 ottobre 1982 alle 21.37 ho osservato la spontanea illuminazione di tutti i display (...) gli indicatori erano attivati come se qualcuno li avesse manipolati avendo a disposizione il preciso codice di attivazione computerizzato per il lancio dei missili».
15 SECONDI DI TERRORE. Secondo la rete televisiva Abc, «per 15 terribili secondi, la base di Usovo perse il controllo delle armi nucleari e quello che accadde lì non fu mai spiegato». Il maggiore Kataman dichiarò poi: «Credo che questo effetto fu causato dall'influenza di un forte impulso (...) che ha attivato la sequenza dei dati di carico nell'apparato». L'apparecchiatura fu successivamente smontata pezzo per pezzo, ma nessuna anomalia o malfunzionamento furono ritrovati.
ESERCITAZIONI IN CORSO? Cosa potrebbe aver spinto il personale militare sovietico a segnalare la presenza di luci non identificate nei cieli dell'Ucraina il 4 ottobre 1982? Il corrispondente della Abc, nel 2004, ha riportato la notizia che in quel momento erano in corso delle esercitazioni che prevedevano anche l'uso di esplosivi in aria. Tuttavia, nei documenti prodotti all'epoca dal colonnello Sokolov, non viene menzionato nulla di simile. E la commissione inquirente istituita sui fatti di Usovo non sembra aver mai prodotto alcuna conclusione definitiva. In ogni caso, l'accensione spontanea dei pannelli di controllo dei missili nucleari riportata dal maggiore Kataman ha reso l'incidente di Usovo un caso unico nella storia dell'ufologia.
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