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29/04/15

Marte da giovane era il pianeta degli oceani




Marte da giovane era il pianeta degli oceani





A questo risultato, pubblicato sulla rivista Science, i ricercatori sono arrivati utilizzando i dati raccolti tra il 2008 e 2014 da 3 potenti telescopi terrestri, l'Eso Paranal in Cile, il Keck observatory e il Nasa Infrared telescope facilitiy delle Hawaii. Le mappe mostrano infatti che la distribuzione dell'acqua presente nell'atmosfera e degli elementi che la costituiscono (tra cui idrogeno pesante o deuterio) varia da stagione a stagione e anche da regione a regione. A far capire ai ricercatori che Marte è stato bagnato dalle acque per molto più tempo di quanto immaginato è stata l'analisi della proporzione tra l'acqua pesante (cioè ricca di deuterio) e quella normale, in alcune aree fino a 5-7 volte più alta di quella degli oceani terrestri.

"In sostanza, gli atomi di idrogeno dell'acqua normale si sono persi nello spazio, mentre quelli di deuterio sono rimasti su Marte", spiega Geronimo Villanueva. "Ciò significa che l'87% della sua acqua si è persa nello spazio, e che quella che è rimasta, pari al 13%, si trova immagazzinata nella sua calotta polare". Ma all'inizio della sua storia "abbiamo calcolato - continua - che sul pianeta ci fosse abbastanza acqua da coprire oltre il 20% della sua superficie. C'era un oceano profondo circa un chilometro, una profondità simile a quella del Mar Mediterraneo. Dati questi che aumentano la probabilità dell'abitabilità di Marte".

Grazie a questi risultati sarà possibile ricostruire la perdita di acqua che ha subito Marte nel tempo e cercare in modo più preciso le riserve acquifere sotto la sua superficie. "Le nostre mappe - conclude Villanueva - unite ai dati che si raccoglieranno con le prossime missioni su Marte ci permetteranno di capire cosa è successo. Per il lancio della missione dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ExoMars, nel 2016, stiamo infatti sviluppando uno strumento che misurerà la 'firma' e segni distintivi di processi biologici e geologici attivi"



La ricerca Usa: 100mila galassie e nessun segno di vita aliena












NELL'UNIVERSO ANALIZZATO dal satellite della Nasa Wise non c'è vita aliena, non evoluta almeno. Ma ci sono insospettati fenomeni che interessano proprio il 'nostro territorio', ovvero la Via Lattea. Seguendo la teoria proposta negli Anni 60 dal fisico teorico Freeman Dyson, infatti, un gruppo di astrofisici ha condotto un'analisi a tappeto su 100.000 galassie in cerca di segnali emessi dalle tecnologie di civiltà molto evolute, capaci di colonizzare un'intera galassia. Non è venuto fuori nessun segno di 'imperi alieni'.Pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal, il risultato si deve al gruppo di ricerca coordinato da Roger Griffith dell'università americana Penn State. "L'idea alla base della nostra ricerca", rileva uno degli autori, Jason Wright,
"è che, se in una galassia ci fosse una civiltà avanzata, l'energia prodotta dalle sue tecnologie, sarebbe rilevabile alle lunghezze d'onda del medio infrarosso". Computer, sistemi di comunicazione, tecnologie spaziali o qualcosa che non possiamo ancora immaginare, emettono energia nelle lunghezze d'onda del medio infrarosso come quelle che può rivelare il satellite della Nasa Wise.Guidati da Roger Griffith, i ricercatori hanno analizzato quasi l'intero catalogo delle galassie osservate da Wise, individuando le 100.000 galassie 'più promettenti'. Anche se la ricerca indica che nessuna di queste è popolata da una civiltà aliena, in 50 di esse, sottolinea Wright "sono stati trovati livelli di radiazioni nel medio infrarosso insolitamente più alti, da analizzare con futuri studi".Nella nostra galassia, invece, è stata scoperta una nebulosa luminosa, che circonda la stella 48 Librae, e un gruppo di oggetti invisibili ai telescopi ottici. Secondo gli autori, probabilmente questi oggetti sono stelle che si stanno formando in una nube in precedenza sconosciuta, mentre la nebulosa che circonda la stella è probabilmente dovuta a un'enorme nube di polveri.

26/04/15

UFO avvistato in una foto della NASA di 55 anni fa


ROMA - Una foto di 55 anni fa scattata durante la missione Mercury ha riacceso il dibattito sul web su avvistamenti UFO e astronavi aliene.
Scott C. Waring ha pubblicato sul portale UFO Sightings Daily l'immagine presa dagli archivi della NASA affermando che nello scatto è visibile "qualcosa di estremamente insolito".
La foto è stata scattata dalla capsula senza equipaggio Mercury-Redstone 1A, un progetto iniziato nel 1958 e concluso nel 1963.
Secondo Waring l'oggetto inspiegabile sullo sfondo è una astronave aliena, che galleggiava nello spazio per osservare la capsula Mercury.
"Perché gli alieni non avrebbero dovuto essere interessati a guardare un momento storico nella storia umana? Tanto più che la capsula era senza equipaggio, non c'erano preoccupazioni che sarebbero stati visti" ha scritto sul suo blog.
ufo-nasa-foto

In breve, la serie di scatti incriminata, sarebbe la prova che gli alieni ci stanno osservando da tempo.
L'immagine è stata presa come parte del Progetto Mercury, la prima missione degli Stati Uniti per testare la possibilità di mandare l'uomo nello Spazio.

Gli obiettivi del programma erano quelli di mandare in orbita un veicolo spaziale con equipaggio umano intorno alla Terra, indagare sulla capacità dell'uomo di rimanere nello Spazio, e recuperare sia l'astronauta che la navetta in modo sicuro.
Il primo astronauta degli Stati Uniti fu Alan Shepard, il cui volo suborbitale della capsula spaziale Freedom 7 del 5 maggio 1961, è stato il primo successo del programma Mercury.
ufo-nasa-missione-mercury-foto-1960

Questa non è la prima volta che i cacciatori di UFO hanno perlustrato le vecchie immagini della Nasa, nella speranza di trovare prove di vita aliena.
All'inizio di quest'anno, Waring ha affermato di aver visto due misteriosi oggetti luminosi in una foto della missione Gemini nel 1966.
ufo-gemini-mission

Molti scienziati ritengono che avvistamenti UFO come questi, siano riconducibili ad un fenomeno psicologico chiamato pareidolia.
Si tratta di una propensione del cervello a vedere oggetti significativi in luoghi casuali.

"La maggior parte di queste immagini sono vaghe e sfuggenti come quelli pubblicate da testimoni UFO sulla Terra, e molte hanno una spiegazione piuttosto banale," ha detto Nigel Watson autore del Manuale Indagini UFO al DailyMail.com
"Il problema è che il più NASA nega queste cose o le spiega, più la gente pensa che ci sia una cospirazione per nascondere la verità che gli alieni stanno visitando il nostro pianeta".

24/04/15

Il selfie della Terra e altre immagini spettacolari della Nasa


La Nasa ha raccolto un po' di immagini spettacolari della Terra e realizzato un mega selfie composto da oltre 36mila volti di persone che la abitano.
La Nasa è l’Agenzia spaziale americana ed è da sempre molto attiva nel monitorare, difendere e celebrare le meraviglie del pianeta Terra. In occasione dell’Earth Day, la Giornata della Terra del 2015 che si celebra ogni anno il 22 aprile, la Nasa ha rilasciato una serie di immagini davvero incredibili del nostro pianeta. Nella gallery che potete sfogliare qui sotto ci sono le fotografie più belle che gli astronauti e i satelliti hanno scattato negli ultimi mesi.

L’immagine che apre questo articolo, invece, è una sorta di selfie globale della Terra composto da 36.422 foto di volti di persone che vivono in 113 paesi. Un mosaico che dà vita alla superficie terrestre. L’obiettivo di entrambe queste iniziative della Nasa è sempre lo stesso: aumentare la consapevolezza sulle tematiche ambientali nell’anno in cui la comunità internazionale deve raggiungere un accordo globale per ridurre le emissioni di CO2 e contrastare i cambiamenti climatici.


La NASA alla ricerca della vita nello spazio

É ufficiale , la NASA sta lanciando un nuovo programma per la ricerca della vita su pianeti al di fuori del sistema solare. IlNexus for Exoplanet System Science (NExSS) sarà il nuovo programma scientifico della NASA che avrà l’obbiettivo di studiare e meglio comprendere la natura degli “Exoplanet” ovvero dei pianeti che si trovano al di fuori del sistema solare per verificare quali siano le condizioni che favoriscono la presenza della vita.
UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE
Non una missione spaziale diretta verso un pianeta preciso con lo scopo di colonizzarlo quindi, e nemmeno un remake di SETI, il programma lanciato per trovare prove dell’esistenza di forme di vita intelligente nello spazio in grado di mettersi in contatto con noi. Come spiega Jim Green, il direttore del dipartimento di Planetary Science della NASA si tratta di un campo di ricerca relativamente nuovo e l’ambizione di NExSS è di mettere assieme un team composto da studiosi proveniente da diversi ambiti scientifici in modo da garantire una visione d’insieme rispetto alla questione della vita su altri pianeti simili al nostro «This interdisciplinary endeavor connects top research teams and provides a synthesized approach in the search for planets with the greatest potential for signs of life. The hunt for exoplanets is not only a priority for astronomers, it’s of keen interest to planetary and climate scientists as well».  Dalla scoperta del primo pianeta extrasolare nel 1995 in orbita attorno ad una stella gli astronomi hanno confermato l’esistenza di altri 1.831 pianeti e di 465 sistemi planetari composti da più pianeti. Il team di scienziati che prenderanno parte al progetto NExSS si occuperà di classificare gli exoplanet già scoperti cercando di capire quali sono quelli in grado di ospitare una qualche forma di vita e di rispondere alla fatidica domanda: “siamo da soli nell’Universo?”.
A partecipare al progetto ci saranno studiosi provenienti dalle più prestigiose università: Berkley/Stanford, UCLA, Yale, Penn State e l’Arizona State University. A queste si aggiungono tre centri di ricerca della NASA: il Goddard Institute for Space Studies, l’Ames Research Center e il Jet Propulsion Laboratory. Ciascuno dei team avrà un compito ben preciso all’interno dell’ambizioso progetto. Ci sarà chi si occuperà di studiare la genesi dei pianeti extrasolari e dei sistemi planetari e chi invece avrà il compito di studiare i processi di formazione e di evoluzione dell’esosfera (la parte più “esterna” dell’atmosfera) attorno ai pianeti.
Ovviamente una parte rilevante del lavoro di ricerca sarà quella riguardante lo studio delle condizioni di abitabilità e di supporto all’esistenza di forme di vita dei pianeti. Non ci si aspetta che tutti i pianeti extrasolari possano ospitare una qualche forma di vita ed i dati raccolti saranno utili anche per capire la storia dei pianeti vicini alla Terra. Grazie allo studio condotto sui pianeti extrasolari sarà forse possibile sapere qualcosa di più sul passato di Venere e di Marte e capire se in passato i nostro due vicini di casa abbiano ospitato una qualche forma di vita. Allo stesso tempo si spera che NExSS sarà in grado di farci comprendere la genesi di pianeti come la Terra e di come la vita e i composti organici vengano “disseminati” sui pianeti.

21/04/15

UFO nei cieli di Roma, filmato insieme ad un aereo [FOTO e VIDEO]



L’ovni era di colore più scuro rispetto al cielo azzurro, sembrava ruotare e aveva delle curiose luci che ora si vedevano da un lato ora dall’altro della sua sagoma


Il fotografo professionista era sul terrazzo di casa a rilassarsi nel suo tempo libero. Un ufo movimentava la sua giornata. Erano intorno alle ore 11,50 del 12 aprile 2015 e come spesso è d’uso fare riprendeva un aereo che si librava prospetticamente verso il centro di Roma. Aveva una fotocamera in modalità video e con uno zoom molto potente piazzata su di un cavalletto. Nella ripresa si accorgeva di un ufo con traiettoria ascendente sul bordo sinistro del campo visivo. Il fatto curioso e che aveva una messa a fuoco simile a quella dell’aereo con scia che riprendeva. Non avvertiva alcun suono e/o rumore complice anche la distanza.
Ufo Roma in primo pianoL’ovni (oggetto volante non identificato), era di colore più scuro rispetto al cielo azzurro, sembrava ruotare e aveva delle curiose luci che ora si vedevano da un lato ora dall’altro della sua sagoma. Il C.UFO.M. interessato dal testimone, prima di rendere pubblico il caso ha effettuato le dovute indagini postate sul sito www.centroufologicomediterraneo.it e su youtube canale CUFOMTV, con tanti approfondimenti, immagini e video dell’avvistamento. Il dr. Angelo Carannante invita alla calma e moderazione anche se non nasconde la rilevanza del caso che per ora sfugge ad ogni spiegazione: un pallone meteorologico? Un palloncino sfuggito di mano ad un bambino o di una festa? Un satellite? Per ora e fin qui resta un ufo.

19/04/15

Guarda il tramonto e si accorge di una macchia scura: "Era un UFO"


Un minorenne di Meolo mercoledì ha immortalato quell'ombra ovale in direzione dell'aeroporto. Potrebbe trattarsi di un piccolo aereo di linea


Ha alzato gli occhi al cielo e a un certo punto si è accorto di quella piccola figura scura che continuava a roteare su se stessa. Facendo delle strane evoluzioni, proprio mentre all'orizzonte il tramonto iniziava a colorare il panorama mercoledì scorso. Qualcosa di strano, di molto strano. Al punto che un minorenne residente a Meolo si è preoccupato fino a convincersi a lanciare l'allarme, convinto di aver avvistato un "oggetto volante non identificato".
Proprio così. Un UFO
. Su cui la letteratura e il cinema hanno montato un business di successo.
Ma stavolta non si trattava di un film di fantascienza, bensì di qualcosa cui il giovanissimo non riusciva a spiegarsi. Così ha deciso di immortalare la scena con il proprio smartphone, fotografando quella ombra scura di forma ovale che continuava a muoversi in cielo. Proprio in linea d'aria con l'aeroporto Marco Polo di Tessera. Contattato, il minore ha confermato la storia. Convinto di avere assistito a qualcosa che sarebbe impossibile da spiegare con le normali leggi della fisica. Dopo aver guardato e riguardato le immagini nel proprio cellulare i dubbi sono rimasti in lui, anche se per ovvi motivi l'intenzione è di mantenere per sé la vicenda, evitando così che attorno possa svilupparsi un certo clamore o, peggio, una corsa ad additare il minore come "quello degli UFO".

18/04/15

Spazio: NASA ed ESA si preparano a deviare un asteroide di 150 metri

La missione sfrutterà molte delle competenze acquisite con Rosetta, prevedendo la discesa sull’asteroide di un piccolo lander per studiarne la composizione e la sperimentazione di molte nuove tecnologie



Provare a deviare un asteroide di 150 metri di diametro per essere certi di saperlo fare in caso di necessita': e’ quello che si preparano a fare Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Nasa in una missione in tandem per sperimentare per la prima volta una tecnica per proteggere la Terra dal pericolo asteroidi.
A spiegare i dettagli della missione Aim (Asteroid Impact Mission) e’ Ian Carnelli, coordinatore Esa della missione che potrebbe prendere il via nel 2020 per deviare la traiettoria di un asteroide, in occasione della conferenza per la difesa planetaria che si svolge a Esrin, la sede in Italia di Esa. “Metteremo alla prova le nostre capacita'”, ha spiegato Carnelli. “Aim – ha proseguito – lavorera’ in coppia con una missione della Nasa: dopo un viaggio di 1 anno e mezzo il nostro satellite affianchera’ il suo obiettivo per studiarne la composizione e la traiettoria e poco dopo assistera’ la sonda americana che vi si schiantera’ a una velocita’ di 22.000 chilometri l’ora”.
aim esaL’impatto cambiera’, anche se di poco, la velocita’ dell’asteroide: una variazione sufficiente a cambiarne di molto la traiettoria originale gia’ in pochi giorni. L’obiettivo da deviare e’ una ‘luna’ larga 150 metri che orbita attorno a Didymos, un asteroide sei volte piu’ grande. “Altro obiettivo importante – ha spiegato Carnelli – sara’ anche l’analisi dei materiali sollevati nell’impatto e soprattutto lo studio del cratere che si formera’. Da questi dati sara’ possibile conoscere con dettaglio la composizione di questi importanti corpi celesti”. La missione sfruttera’ molte delle competenze acquisite con Rosetta, prevedendo la discesa sull’asteroide di un piccolo lander per studiarne la composizione e la sperimentazione di molte nuove tecnologie. Il via sara’ deciso al vertice dei ministri europei sui programmi spaziali del 2016 per un costo complessivo di circa 200 milioni di euro

La Nasa studia il brevetto sardo per costruire insediamenti lunari



Un progetto del possibile insediamento da costruire con il mattone lunare
Un progetto del possibile insediamento da costruire con il mattone lunare

Collaborazione università e distretto aerospaziale per lo sviluppo di mattoni e materiali da costruzione «a chilometro zero» su altri corpi celesti

Mattone lunare made in Italy, in Sardegna. La Nasa è interessata al brevetto ottenuto all’Università di Cagliari dal professor Giacomo Cao per la produzione di un materiale da costruzione partendo da elementi presenti sulla superficie del nostro satellite naturale come l’ilmenite. Le trattative sono in corso. Oltre a questo la Nasa di Houston sta esaminando un secondo brevetto sempre del professor Cao dedicato all’estrazione di sostanze dall’atmosfera o dal suolo di Marte utili alla sopravvivenza dopo il futuro sbarco. La ricerca frutto del «Progetto Cosmic» da cui sono nati appunto i brevetti, era stata finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana.

Colonie spaziali a «chilometro zero»
«Ogni progetto di insediamento su un altro corpo celeste, come la Nasa sta considerando – nota il professor Cao -, prevede di far ricorso per la vita e le varie attività a elementi esistenti sul luogo per ridurre i carichi e i costi di trasporto dalla Terra. Gli studi in corso realizzati alla frontiera della chimica rispondono ad un’esigenza ormai concreta e già inserita nei piani delle agenzie spaziali. Per noi, quindi, rappresenta una preziosa opportunità da cogliere». Agli studi avevano partecipato il CRS4, il centro di calcolo di Sardegna Ricerche, il dipartimento energia e trasporti del Cnr, l’Istituto tecnico industriale Enrico Fermi di Cosenza e la società Corem.
I motori dell’Esa e gli impianti di sperimentazione per droni
Il risultato si inserisce in un’attività di ricerca e innovazione che unisce l’Università e il mondo industriale sardo e che ora trova una culla adeguata allo sviluppo nell’ambito del Distretto Aerospaziale della Sardegna (Dass). Nelle scorse settimane sono entrati nel distretto nuovi soci (ora sono 15) comprendendo società nate come spin off del Crs4 (che fa pure parte del Distretto), ad esempio Karalit attiva nel software, ma anche grandi come Avio SpA leader nella propulsione spaziale. Ora si è aggiunto anche il CIRA, il centro italiano ricerche aerospaziali di Capua. Qui sono collaudati i motori a razzo del nuovo vettore Vega dell’agenzia spaziale europea Esa costruiti appunto da Avio. Il distretto sardo a differenza degli altri cinque distretti nazionali (Lombardia, Puglia, Lazio, Piemonte, Campania) dispone di impianti di sperimentazione: tra queste anche la possibilità di collaudare i droni.
Sull’Isola il radiotelescopio più grande d’Europa
«La Sardegna può diventare pure il numero uno in Europa nel monitoraggio della spazzatura spaziale che mette a repentaglio il funzionamento dei satelliti – nota il presidente Cao – utilizzando il nuovo radiotelescopio che è il più grande d’Europa».
Lo spazio è memoria


Il nuovo logo
Il nuovo logo

Ora il distretto ha unito nella sua immagine anche l’arte. Il nuovo logo è stato realizzato dallo scultore Pinuccio Sciola che ha conquistato fama internazionale per la sua capacità di realizzare le «pietre che suonano». Il logo con i segni che si proiettano nel cosmo ha anche una sua didascalia significativa «Lo spazio è memoria» per dire che noi, vivendo sulla Terra, siamo abitanti dello spazio e nello spazio è nata la nostra storia.

Asteroidi: così Nasa e Esa si esercitano a difendere la Terra



Gli enti spaziali lavoreranno in tandem per un'esercitazione senza precedenti: deviare la traiettoria di un corpo celeste


Un asteroide

Un asteroide
Provare a deviare un asteroide di 150 metri di diametro per essere certi di saperlo fare in caso di necessità: è quello che si preparano a fare Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Nasa in una missione in tandem per sperimentare per la prima volta una tecnica per proteggere la Terra dalpericolo asteroidi.
A spiegare i dettagli della missione Aim (Asteroid Impact Mission) è Ian Carnelli, coordinatore Esa della missione che potrebbe prendere il via nel 2020 per deviare la traiettoria di un asteroide, in occasione della conferenza per la difesa planetaria che si svolge a Esrin, la sede in Italia di Esa. "Metteremo alla prova le nostre capacità", ha spiegato Carnelli. "Aim lavorerà in coppia con una missione della Nasa: dopo un viaggio di 1 anno e mezzo il nostro satellite affiancherà il suo obiettivo per studiarne la composizione e la traiettoria e poco dopo assisterà la sonda americana che vi si schianterà a una velocità di 22.000 chilometri l'ora".
L'impatto cambierà, anche se di poco, la velocità dell'asteroide: una variazione sufficiente a cambiarne di molto la traiettoria originale già in pochi giorni. L'obiettivo da deviare è una "luna" larga 150 metri che orbita attorno a Didymos, un asteroide sei volte più grande. "Altro obiettivo importante - ha spiegato Carnelli - sarà anche l'analisi dei materiali sollevati nell'impatto e soprattutto lo studio del cratere che si formerà. Da questi dati saraà possibile conoscere con dettaglio la composizione di questi importanti corpi celesti".
La missione sfrutterà molte delle competenze acquisite con Rosetta, prevederà la discesa sull'asteroide di un piccolo lander per studiarne la composizione e la sperimentazione di molte nuove tecnologie. Il via sarà deciso al vertice dei ministri europei sui programmi spaziali del 2016 per un costo complessivo di circa 200 milioni di euro. (ANSA)

17/04/15

LONDRA (REGNO UNITO) – Ufo a Londra? Oggetto luminoso non identificato.

VIDEO YouTube: ufo a Londra? Oggetto luminoso non identificato

Oggetto non identificato sul cielo di Londra



















Si tratta di una misteriosa sfera, che non sembrerebbe né una stella, né un aereo.
A segnalare l’avvistamento è stato Massimiliano Belli, un italiano che vive nella capitale inglese. L’uomo ha registrato il fenomeno dalla finestra della sua casa lo scorso 14 aprile alle 21.35, condividendo poi il video su YouTube.
“Siamo a Londra, questo video non è un fake – commenta Massimiliano – (…) C’è una luce strana nel cielo da 10 minuti e l’ho notata perché un aereo si è avvicinato e pensavo andassero a scontrarsi. La luce è immobile e come vedete ha cambiato anche colore, a sprazzi. (…) Un oggetto misteriosso nel cielo, qualcosa che non è una stella, perché con questa telecamera non posso riprendere una stella, ma è una cosa strana. Si è avvicinata in un modo incredibile (…)”.

15/04/15

Il mistero degli ufo a Firenze


ufo a firenze, toc toc firenze

Unidentified Flying Object. Tutti con la testa all’insù, questa è la storia degli ufo a Firenze.

Fin dai tempi antichi sono numerose le testimonianze di oggetti volanti non identificati nel cielo: persino eminenti autori latini come Plinio il Vecchio e Tito Livionelle loro opere hanno descritto apparizioni simili a quelle a cui migliaia di persone, ogni anno e in ogni parte del mondo, giurano di assistere con la speranza di trovarsi finalmente davanti la prova che non siamo soli nell’universo.
Ma che cosa c’entra tutto questo con gli ufo a Firenze?

Incontri ravvicinati

Forse non sai che l’Italia tra il 27 ottobre e il 4 dicembre del 1954 si è trovata al centro di una poderosa serie di avvistamenti di oggetti nel cielo.
Tutto ebbe inizio il 27 ottobre, proprio a Firenze.
Quel pomeriggio allo stadio (che al tempo si chiamava Giovanni Berta) la Fiorentina giocava in casa contro la Pistoiese. A dispetto delle attese la partita si rivelò assai entusiasmante, non tanto per le doti calcistiche delle due squadre avversarie, quanto per quello che avvenne poco dopo l’inizio del secondo tempo.
Erano le 14.30 quando tifosi e giocatori alzarono gli occhi al cielo, distratti da quanto stava accadendo sopra le loro teste: per circa dieci minuti una serie di oggetti volanti, luminosi e di forme diverse, transitarono a coppie sopra lo stadio, per poi allontanarsi velocemente. Quando lo spettacolo finì la partita riprese tra lo stupore generale e la Fiorentina vinse 6 a 2.
ufo a firenze, toc toc firenze
Il giorno seguente la notizia era su tutti i giornali, anche perché i misteriosi oggetti volanti non erano stati visti solo allo stadio, ma in tutta la città e persino a Prato e a Sesto Fiorentino.
L’allora capocronista della NazioneGiorgio Batini, raccontò che quel giorno al giornale arrivarono decine di telefonate di cittadini che affermavano di vederedischi volanti nel cielo di Firenze. Tutta la redazione salì dunque sul tetto della sede (allora in via Ricasoli) e poté vedere con i propri occhi numerosi oggetti luminosi muoversi al di sopra del Duomo.

Strane sostanze cadute dal cielo

Ma gli strani eventi del 27 ottobre non finiscono qui. Dopo che i presunti dischi volanti se ne furono andati, cadde dal cielo in gran quantità una sostanza bianca, lanuginosa e appiccicosa che imbiancò i tetti della città e le campagne circostanti. Tale sostanza, fatta esaminare, risultava composta da boro, silicio, calcio e magnesio.
Gli avvistamenti si ripeterono nei giorni successivi in altre città, tra cui Roma e Gela.
Ma che cosa accadde davvero? Diverse sono state le ipotesi succedutesi nel corso degli anni.
Per quanto riguarda la sostanza caduta dal cielo si era pensato a delle particolariragnatele utilizzate da alcune specie di ragni per emigrare sfruttando le correnti aeree o a residui chimici emessi da qualche vetreria. Tesi entrambe smentite poiché nessuna giustificherebbe l’enorme quantità di materiale depositato al suolo né la comparsa degli oggetti volanti.
Secondo il CICAP, invece, per capirci qualcosa dobbiamo spostarci a Livorno.

Esercitazione militare

Nel porto di Livorno in quei giorni era attraccata la portaerei americana USS Lake Champlain, i cui aerei militari si stavano esercitando sui cieli italiani. Ebbene, questi aerei per eludere i radar nemici rilasciavano una sostanza che aveva proprio la stessa composizione chimica delle ragnatele cadute quel giorno a Firenze.
ufo a firenze, toc toc firenze
Che sia stata una trasferta di alieni con la passione per il calcio o una plateale esercitazione militare, di quel lontano pomeriggio di ottobre rimangono lo stupore e l’immagine del tempo che si ferma mentre tutti, alzando il naso verso il cielo, sperano per un momento di aver assistito a qualcosa d’incredibile. 

14/04/15

Palla luminosa nei cieli francesi. Ufo o meteorite?



Ufo: curioso caso nei cieli della Bretagna, tassista filma palla luminosa in cielo.



Palla luminosa in Bretagna. Ufo o meteorite?

  

Palla luminosa nei cieli francesi. Ufo o meteorite?

Il tassista è riuscito a riprendere lo strano fenomeno. Il filmato si trova nel sito "Ouest-France.Fr". L'autore del filmato è il tassista di nazionalità francese Yann Morvan, il quale ha affermato di aver avuto l'impressione che lo strano oggetto si fosse schiantato a circa 20 metri dalla sua auto. Tra l'altro la cosa strana secondo l'uomo e che pochi minuti dopo il suo avvistamento, un suo collega lo ha contattato dicendo di aver avvistato anche lui il medesimo oggetto sopra i cieli della città francese di Nantes mentre passava sulla strada sopra il cosiddetto Pont de Chevirè. Per il collega si sarebbe trattato di un meteorite. In effetti al momento l'ipotesi più plausibile secondo gli esperti è proprio quella del meteorite.
Vi è anche chi pensa si possa trattare di una grossa stella cadente che per via delle sue dimensioni è stata in grado di lasciare in cielo per pochi secondi una scia luminosa. Ovviamente non manca chi crede non si tratti di un meteorite ma si possa parlare di oggetto volante non identificato. Del resto in questo 2015 gli avvistamenti di Ufo sono stati moltissimi. Le segnalazioni sono giunte da ogni parte del mondo e non sempre si tratta di fenomeni spiegabili. Comunque nei prossimi giorni gli esperti chiariranno ulteriormente la natura dell'avvistamento in questione. Se vuoi rimanere aggiornato sui miei articoli o su questo argomento, clicca sul bottone "Segui" vicino al mio nome ad inizio articolo.

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