UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE
Non una missione spaziale diretta verso un pianeta preciso con lo scopo di colonizzarlo quindi, e nemmeno un remake di SETI, il programma lanciato per trovare prove dell’esistenza di forme di vita intelligente nello spazio in grado di mettersi in contatto con noi. Come spiega Jim Green, il direttore del dipartimento di Planetary Science della NASA si tratta di un campo di ricerca relativamente nuovo e l’ambizione di NExSS è di mettere assieme un team composto da studiosi proveniente da diversi ambiti scientifici in modo da garantire una visione d’insieme rispetto alla questione della vita su altri pianeti simili al nostro «This interdisciplinary endeavor connects top research teams and provides a synthesized approach in the search for planets with the greatest potential for signs of life. The hunt for exoplanets is not only a priority for astronomers, it’s of keen interest to planetary and climate scientists as well». Dalla scoperta del primo pianeta extrasolare nel 1995 in orbita attorno ad una stella gli astronomi hanno confermato l’esistenza di altri 1.831 pianeti e di 465 sistemi planetari composti da più pianeti. Il team di scienziati che prenderanno parte al progetto NExSS si occuperà di classificare gli exoplanet già scoperti cercando di capire quali sono quelli in grado di ospitare una qualche forma di vita e di rispondere alla fatidica domanda: “siamo da soli nell’Universo?”.
A partecipare al progetto ci saranno studiosi provenienti dalle più prestigiose università: Berkley/Stanford, UCLA, Yale, Penn State e l’Arizona State University. A queste si aggiungono tre centri di ricerca della NASA: il Goddard Institute for Space Studies, l’Ames Research Center e il Jet Propulsion Laboratory. Ciascuno dei team avrà un compito ben preciso all’interno dell’ambizioso progetto. Ci sarà chi si occuperà di studiare la genesi dei pianeti extrasolari e dei sistemi planetari e chi invece avrà il compito di studiare i processi di formazione e di evoluzione dell’esosfera (la parte più “esterna” dell’atmosfera) attorno ai pianeti.
A partecipare al progetto ci saranno studiosi provenienti dalle più prestigiose università: Berkley/Stanford, UCLA, Yale, Penn State e l’Arizona State University. A queste si aggiungono tre centri di ricerca della NASA: il Goddard Institute for Space Studies, l’Ames Research Center e il Jet Propulsion Laboratory. Ciascuno dei team avrà un compito ben preciso all’interno dell’ambizioso progetto. Ci sarà chi si occuperà di studiare la genesi dei pianeti extrasolari e dei sistemi planetari e chi invece avrà il compito di studiare i processi di formazione e di evoluzione dell’esosfera (la parte più “esterna” dell’atmosfera) attorno ai pianeti.
Ovviamente una parte rilevante del lavoro di ricerca sarà quella riguardante lo studio delle condizioni di abitabilità e di supporto all’esistenza di forme di vita dei pianeti. Non ci si aspetta che tutti i pianeti extrasolari possano ospitare una qualche forma di vita ed i dati raccolti saranno utili anche per capire la storia dei pianeti vicini alla Terra. Grazie allo studio condotto sui pianeti extrasolari sarà forse possibile sapere qualcosa di più sul passato di Venere e di Marte e capire se in passato i nostro due vicini di casa abbiano ospitato una qualche forma di vita. Allo stesso tempo si spera che NExSS sarà in grado di farci comprendere la genesi di pianeti come la Terra e di come la vita e i composti organici vengano “disseminati” sui pianeti.
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