Per la Nasa, entro 10 anni sapremo con certezza
se c'è vita da qualche parte nello spazio vicino a noi
ed entro 20 potremmo anche riuscire a "incontrarla".
Getti di ghiaccio, vapore e forse composti organici dal polo sud di Encelado, luna di Saturno.|NASA/JPL/SPACE SCIENCE INSTITUTE
Forti indicazioni di una qualche forma di vita extraterrestre potrebbero arrivare entro 10 anni. Un soffio, per la storia dell'umanità, e a dirlo è una fonte di tutto rispetto: niente meno che la Nasa e i suoi scienziati.
Per le prove definitive potremmo dover aspettare una manciata di anni in più: 20 o 30 anni, ha spiegato Ellen Stofan, ricercatore capo alla Nasa, durante un panel di discussione il 7 aprile 2015.
IL FUTURO È GIÀ QUI. «Siamo probabilmente a una generazione di distanza da forme di vita aliene nel Sistema Solare, siano esse su una luna ghiacciata o su Marte, e a una generazione di distanza da forme di vita aliene su un pianeta in orbita attorno a una stella vicina» ha aggiunto l'astrofisico statunitense ed ex astronauta della Nasa John Grunsfeld.
CHI SCAVA, TROVA. Dove cercare i vicini extraterrestri? Non sulla superficie, come ha chiarito l'astrobiologo della Nasa Chris McKay, in un'intervista rilasciata il mese scorso al sito di Business Insider. È più facile che le prove si trovino sotto alla superficie di lune e pianeti, ma realizzare rover in grado di scavare in profondità è un'impresa estremamente costosa, riuscita finora soltanto su Marte.
SORVEGLIATO SPECIALE. Anche per questo motivo è Encelado a offrire le prospettive più entusiasmanti. La piccola luna di Saturno ospita un oceano sotto a uno strato di ghiaccio: sul fondale di questo mare si troverebbero vulcani attivi (con possibili camini idrotermali, sorgenti di acqua calda associate alla presenza di primitive forme di vita).
Di più: la sonda Cassini ha individuato geyser di polveri di ghiaccio e vaporifuoriuscire dal polo sud della luna. Se esiste vita al di fuori di quella terrestre, il primo luogo dove potremmo trovarla è proprio all'interno di questi getti.
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CHE COSA CERCARE. L'ideale sarebbe poter cercare nei geyser la presenza di aminoacidi, e capire se questi siano il risultato di un processo biologico, compatibile con la vita: un'operazione che la sonda Cassini non è predisposta a compiere.
CAMBIO DI PROSPETTIVE. Per McKay, comunque, la vera domanda da porsi non è se esistano forme di vita aliene, ma: "esiste una seconda generazione di vita su questi mondi"? E cioè, quanto la vita extraterrestre si discosta da quella che conosciamo?
GLI ALTRI SIAMO NOI. La risposta potrebbe gettare nuova luce anche sull'origine della vita sulla Terra. Se, per esempio, si trovassero su Marte forme di vita con un DNA analogo a quello terrestre, si potrebbe ipotizzare che siamo "cugini", e che la vita viaggiò da Marte (un tempo ricoperto di oceani) alla Terra, magari "a cavallo" di un meteorite.
Più ci allontaniamo nelle nostre ricerche, conclude McKay, oltrepassando i confini del Sistema Solare, maggiori saranno le probabilità di trovare forme di vita molto diverse da quella terrestre.
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